San Girolamo Emiliani nacque a Venezia nel 1486. Essendo figlio di un senatore della Serenissima, nel 1506, a vent’anni, intraprese la carriera politica e militare, come si confaceva ad un giovane del suo rango; secondo il Martirologio, la sua fu “una giovinezza violenta e lussuriosa”. Divenne castellano reggente di una piazzaforte nei pressi del Piave, partecipò alla guerra della Repubblica di Venezia contro la lega di Cambrai (1508-1516), fu fatto prigioniero e rimase in carcere per un mese. Nel 1524 ritornò a Venezia, abbandonando la carriera politica e militare per una più tranquilla vita civile. L’inizio di una nuova vita – l’inizio della vita cristiana di un uomo dal grande cuore – ha alla sua origine un incontro. Infatti, nel 1527 san Girolamo ha l’opportunità di incontrare Giampietro Carafa (futuro papa Paolo IV), san Gaetano da Thiene e i primi teatini, che lo coinvolgono nella loro opera di assistenza ai poveri e agli ammalati. Fu posto alla direzione di un piccolo ospedale, dove accoglieva soprattutto – lui che parimenti era rimasto orfano di padre all’età di dieci anni – gli orfani e le orfane, e per loro organizzò anche due scuole. Fu dopo una grave malattia che decise di abbandonare “il mondo”: il 6 febbraio 1531 volle liberarsi di ogni proprietà e di ogni ricchezza per dedicarsi completamente al sollievo dei poveri, degli ammalati e degli orfani. Iniziava così una “missione itinerante” nella Repubblica di Venezia e lo Stato di Milano, dando vita a fondazioni per l’assistenza dei più bisognosi.Infatti, nel 1532 si recò a Bergamo dove, con il permesso del vescovo e con l’aiuto di laici e di laiche – organizzò anche una congregazione di prostitute convertite –, diede vita a fondazioni per la cura degli orfani e delle orfane.



Nel 1533 lo troviamo a Milano, dove grazie a lui nasce la Compagnia degli orfani di San Martino, costituita da nobili laici devoti. Poi sarebbe stata la volta di Pavia, Brescia, Como, di nuovo Bergamo, fino stabilirsi nel paesino di Somasca, tra Bergamo e Lecco: ogni volta fondando e dando vita a congregazioni, associazioni, scuole che avessero a cuore l’opera a favore degli orfani. “Durante gli anni della sua missione nelle città lombarde, aveva saputo anche suscitare numerose vocazioni di uomini che volevano seguirlo nel servizio agli orfani: nasceva da questa esperienza la Compagnia dei servi dei poveri. Erano sacerdoti e laici che abbandonavano il mondo per praticare le virtù evangeliche e per dedicarsi all’assistenza dei poveri nelle opere da lui fondate”, scrive Angelo Bianchi. Nasceva così la congregazione religiosa di Somasca – la Congregazione dei Chierici Regolari, detti Somaschi – , dalla località dove san Girolamo si era stabilito e dove ne fu posta la casa madre. Il 4 febbraio del 1537 il Nostro si ammalò a causa di una epidemia pestilenziale e morì a Somasca nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 1537. Fu beatificato il 23 aprile 1747 da Benedetto XIV e canonizzato da Clemente XIII il 12 ottobre 1767. 



, che, dopo una giovinezza violenta e lussuriosa, gettato in carcere dai nemici, si convertì a Dio; si dedicò, quindi, appieno, insieme ai compagni radunati con lui, a tutti i miserabili, specialmente agli orfani e agli infermi; fu questo l’inizio della Congregazione dei Chierici Regolari, detti Somaschi; colpito in seguito dalla peste mentre curava i malati, morì a Somasca vicino a Bergamo.

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