Il punto della premeditazione resta centrale nelle indagini sull’omicidio di Vasto che vede protagonista Fabio Di Lello, ora in carcere, reo di aver ucciso a colpi di pistola il 21enne Italo D’Elisa. Quest’ultimo aveva travolto in auto la moglie Roberta, a bordo del suo scooter lo scorso 1 luglio e da quel giorno Di Lello era stato stravolto dal dolore. Fino al primo febbraio scorso, quando ha deciso di porre fine alla vita di Italo, giustiziando così la morte dell’amata moglie. Ora, come riferisce l’agenzia di stampa Agi.it, la difesa dell’uomo in carcere accusato dell’omicidio di Vasto, starebbero puntando sulla possibile perizia psichiatrica in modo da confutare la premeditazione attualmente dubitata dagli inquirenti. Il cambiamento vissuto dal 34enne reo confesso dopo la morte della moglie, potrebbe significare molto e per tale ragione i suoi avvocati starebbero raccogliendo tutta la documentazione medica al fine di poter eseguire una perizia psichiatrica. Questa chiarirà la reale situazione nella quale Fabio Di Lello viveva negli ultimi mesi e che avrebbe potuto indurlo all’azione vendicativa verso D’Elisa. Durante le loro visite in carcere, i due legali dell’uomo continuano a ribadire il malessere vissuto da Fabio: “Parla poco, piange molto”, avrebbero commentato.



La storia che si cela dietro l’omicidio di Vasto del quale si è macchiato Fabio Di Lello, ora in carcere, è una storia di dolore e sofferenza. Ad essere distrutte sono state ben tre famiglie: quelle dell’assassino reo confesso, quella di Italo D’Elisa, la vittima 21enne uccisa a colpi di pistola dal “marito giustiziere” e quella di Roberta Smargiassi, già distrutta sette mesi fa dopo il tragico incidente causato proprio da Italo. Lo scorso lunedì, come riporta Il Centro nella sua versione online, Fabio Di Lello ha ricevuto in carcere la visita della sottosegretaria alla Giustizia, Federica Chiavaroli, alla quale l’uomo è apparso molto provato. Piantonato a vista nel carcere di Vasto, Di Lello si sarebbe limitato a dire, prima di esplodere in lacrime: “Per me la vita non ha più senso”. Stando a quanto reso noto dalla senatrice, dalla cella dell’assassino reo confesso sono stati eliminati tutti i possibili oggetti pericolosi e che possono essere usati per farsi del male, compresi i lacci per le scarpe. Dopo un colloquio di appena dieci minuti, la sottosegretaria sarebbe giunta ad una conclusione: l’omicidio di Vasto per Di Lello ha portato ad un peggioramento visibile della sua stessa condizione, ed ora si teme il peggio, motivo per il quale viene piantonato a vista onde evitare tragici gesti.



Quella in corso è una settimana decisiva per le sorti di Fabio Di Lello, il giovane che si è macchiato del terribile omicidio di Vasto, nel quale a perdere la vita, ucciso a colpi di pistola, è stato il 21enne Italo D’Elisa. Quest’ultimo avrebbe investito, uccidendola, Roberta Smargiassi, moglie del primo, la cui perdita avvenuta sette mesi fa gli avrebbe fatto perdere totalmente la testa al punto da voler “giustiziare” con l’uccisione di D’Elisa la morte dell’amata moglie e del bambino che da poche settimane portava in grembo. Nel corso della passata puntata del programma Pomeriggio 5, si è tornati a parlare dell’omicidio di Vasto, con le ultime importanti novità. L’accento è stato nuovamente posto sul tema della presunta premeditazione che potrebbe celarsi dietro il passaggio delle proprietà di Fabio Di Lello ai genitori prima del delitto di Italo D’Elisa. Stando a quanto reso noto dalla trasmissione Mediaset, in queste ore gli inquirenti si starebbero domandando come mai, dopo la morte di Roberta, Fabio avesse deciso di trasferire tutti i suoi beni ai genitori. Di Lello sapeva che avrebbe compiuto il terribile gesto il quale a sua volta avrebbe rappresentato l’apertura delle porte del carcere a suo scapito? O la morte della moglie lo aveva sconvolto al punto da renderlo incapace di gestire questi beni? E’ giallo sui pensieri che agitavano la mente di Fabio Di Lello il quale, come rivelato dalla stessa madre in una recente intervista al settimanale Oggi, da mesi non era più lo stesso. Le indagini proseguono ed ogni comportamento di Fabio compiuto dalla morte accidentale della moglie Roberta, oggi finisce inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, alla luce di quanto accaduto lo scorso 1 febbraio, quando si è consumato il tragico omicidio di Vasto nel quale è rimasto ucciso Italo. Come rievoca la trasmissione Pomeriggio 5, lo scorso 1 dicembre Fabio Di Lello decise di donare ai propri genitori una palazzina di sua proprietà. L’atto fu compiuto in presenza di un notaio. La decisione di spogliarsi dei suoi beni da cosa dipese? Per l’accusa sarebbe esattamente questa la chiave della premeditazione. La difesa del ragazzo, ovviamente, la penserebbe in modo totalmente differente: la donazione sarebbe stata dettata esclusivamente dalla preoccupazione dei genitori. Per i suoi avvocati il ragazzo stava così male da non essere più in grado di gestire da solo i suoi beni. “I famigliari avevano il timore che questo si giocasse tutto”, ha commentato in merito il suo avvocato, intercettato telefonicamente dall’inviata della trasmissione. Sul tema della premeditazione insiste l’accusa, la quale sta anche valutando la possibile esistenza di un complice, qualcuno al quale Fabio Di Lello avrebbe potuto rivelare le sue reali intenzioni. Intanto, nella giornata di oggi avverrà a Pescara un incontro molto importante tra i periti di tutte le parti, durante il quale avverrà l’incidente probatorio sul computer e sul cellulare di Fabio Di Lello. Questo sarà uno dei tasselli che potrà ulteriormente chiarire il giallo sulla presunta premeditazione dell’omicidio di Vasto.

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