Celebre per la sua conversione al cristianesimo grazie alla Madonna di Medjugorje, il giornalista Paolo Brosio non osa credere ai suoi occhi nel leggere tutte le accuse che il vescovo di Mostar ha dedicato ai veggenti e agli stessi pellegrini che da 30 anni riempiono il santuario di Medjugorje. “Quelle apparizioni non sono autentiche”, attacca il vescovo Peric e in una intervista a caldo rilasciata ad IntelligoNews Paolo Brosio replica. «E’ pazzesco quanto è accaduto, mi stanno telefonando tantissime persone, io sono proprio qui in Bosnia a Medjugorje. Il vescovo Peric ha attaccato tutti, a partire dai pellegrini che da 36 anni arrivano da tutto il mondo, a cui ha dato dei visionari. Ha offeso anche il cardinale Ruini che guida la commissione istituita da Papa Francesco e che, dopo tre anni e mezzo di lavoro, nella relazione finale consegnata al Pontefice ha sancito la veridicità dei primi mesi delle apparizioni. Il vescovo di Mostar ha attaccato pellegrini, francescani, il primo parroco di Medjugorje, Padre Jozo, un uomo eroico per aver accettato la prigionia e la tortura pur di non rinnegare la veridicità delle apparizioni». Secondo Brosio, le parole del Vescovo (tra l’altro non nuove, come sottolinea lo stesso cronista convertito) fanno diventare la Madonna «una cubista. qui sta accadendo il finimondo, la notizia è su tutti i giornali e su tutte le televisioni, ne parlano nelle radio, nei Balcani sono inferociti. Queste frasi sono lesive sia del lavoro di Ruini che della devozione popolare di milioni di persone che hanno fatto di questo luogo una ragione di vita. E’ un attacco frontale, senza precedenti, anche contro il Papa perché questo documento arriva proprio nel momento in cui la Santa Sede ha deciso di nominare un inviato speciale del Pontefice, l’arcivescovo di Varsavia-Praga Hoser. Secondo Brosio l’attacco da Mostar arriva con una coincidenza temporale assai sospetta, «Una mossa mediatica, dalle conseguenze altamente negative, per destabilizzare l’ambiente e mettere in difficoltà l’inviato del Papa che dovrebbe arrivare a giorni. Mi chiedo se il vescovo non farebbe meglio a venire a Medjugorje a fare il suo lavoro invece di diffamare tutti creando gravi tensioni».



A Medjugorje pochi giorni dopo il messaggio lasciato dalla Madonna ad una delle famose veggenti, Mirjana Dragicevic, e praticamente alla vigilia del viaggio dell’inviato speciale del Pontefice, l’arcivescovo di Varsavia-Praga Hoser, incaricato di prendere notizie approfondite sulla conoscenze di questa realtà e soprattutto sulle esigenze dei fedeli che giungono in pellegrinaggio. Dopo tutto questo arrivano le parole incredibili e sconvolgenti del vescovo di Mostar, monsignor Ratko Peric, che in un lungo articolo pubblicato dalla Diocesi in pratica arriva ad accusare i veggenti di “invenzioni scandalose” e che soprattutto le apparizioni della Madonna sono del tutto non autentiche e infondate. Già il titolo è indicativo, «Le “apparizioni” dei primi sette giorni a Medjugorje» con il quale cerca subito di smontare il culto e il pellegrinaggio alla Madonna di Medjugorje, meta di milioni di fedeli e pellegrini ogni anno. Come riporta giustamente La Stampa ieri, monsignor Ratko Peric, da sempre contrarissimo a riconoscere qualsiasi credibilità al fenomeno, cerca di smontare le «apparizioni» proprio nella primissima fase, usando materiale già noto e pubblicato da molti anni. Quella fase che la commissione istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini aveva ritenuto invece contenere elementi di soprannaturalità: la relazione finale consegnata a Francesco nel 2014 e frutto del lavoro di quattro anni, suggeriva infatti al Pontefice di procedere con un riconoscimento soltanto relativo al fenomeno delle prime settimane. «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana – scrive il vescovo -, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: La Madonna non è apparsa a Medjugorje! Le prove contro l’autenticità delle apparizioni sono molto più convincenti della grande pubblicità professionale, economica, finanziaria, edilizia, editoriale, patrimoniale, turistica, parapsicologica che sostiene, promuove e diffonde questo fenomeno, fondato su non verità e invenzioni», scrive il vescovo Peric. I motivi della mancanza di veridicità? Secondo il monsignore bosniaco «La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje – scrive il prelato – si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna: ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai veggenti, e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica». I veggenti sono definiti “sedicenti” e accusati di essersi inventato tutto: «Tali storie sui toccamenti del corpo della Madonna, della sua veste, del calpestio del suo velo creano in noi una sensazione e convinzione che si tratti di qualcosa indegno, inautentico e scandaloso. Qui non c’entra la Madonna cattolica!».



Colpisce che tutta questa faccenda dell’attacco del vescovo di Mostar a Medjugorje arrivi nel momento in cui Papa Francesco ha deciso di nominare un inviato speciale incaricato di verificare i problemi esistenti per l’accompagnamento pastorale dei pellegrini. Il vescovo decide così di intervenire in modo così perentorio cercando di condizionare il giudizio sulla soprannaturalità delle apparizioni: ovviamente starà alla commissione nominata da Bergoglio oltre che alla Congregazione della Fede stabilire dove sia il vero e dove sia il falso, il dubbio o il misterico. Di certo le conclusioni di Peric sono fortissime, anche se note da tempo e per nulla “nuove”: «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: la Madonna non è apparsa a Medjugorje!». Le «registrazioni» da lui citate sono infatti trascritte da tempo, tradotte dal croato in francese e in inglese, e pubblicate in tre volumi. «Anche questi materiali erano stati presi in considerazione ed esaminati a fondo dalla commissione guidata dal cardinale Ruini», riporta La Stampa. Il caso è di nuovo aperto, la Chiesa e soprattutto i pellegrini allibiti e in attesa di una indicazione da parte del Vaticano che possa almeno aiutare ad approcciarsi al fenomeno nella giusta posizione e modalità d’animo.

Leggi anche

Messa in fabbrica: l'idea dell'imprenditore di Leini/ "I dipendenti tristi li porto a Medjugorje"