Roberta Ragusa si sarebbe allontanata volontariamente abbandonando il marito Antonio Logli e i suoi figli? E’ questa l’ipotesi portata avanti dall’uomo, condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio volontario della moglie e per la distruzione del suo cadavere. Una ipotesi alternativa alle stesse accuse e che sarebbe emersa soprattutto nel corso di alcune intercettazioni shock con l’amante – ora compagna – Sara Calzolaio. Nell’intercettazione emersa in esclusiva dalla trasmissione Quarto Grado – La domenica, la Calzolaio avrebbe asserito: “Lui ha dato un passaggio, l’ha caricata all’autogrill e l’ha portata alla stazione a Pontedera. E quindi lei in qualche modo in questo autogrill deve esserci arrivata”. Il riferimento sarebbe ad un presunto uomo che con il suo suv avrebbe dato un passaggio a Roberta Ragusa. Giunta in autogrill la donna si sarebbe cambiata d’abito per non farsi riconoscere: “Lei è entrata e si è cambiata perché quelli dell’autogrill l’hanno vista entrare vestita di rosa e uscire vestita di scuro e lui l’ha caricata che era già vestita di nero”. Ad aiutarla nel suo diabolico piano, secondo la coppia di amanti, sarebbe stata una fitta rete di “gente a sua disposizione”. E’ realmente una loro ipotesi o il vano tentativo di depistare le indagini in corso?
Sull’attuale situazione di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa e condannato a 20 anni di reclusione si è discusso a lungo. A far accendere la polemica proprio la sua libertà almeno fino al secondo grado. Nonostante il Riesame abbia di recente rigettato la richiesta della procura che auspicava il carcere per Logli sottolineando il pericolo di fuga dell’imputato e la sua pericolosità, i giudici fiorentini la penserebbero in maniera nettamente differente. La Procura di Pisa in ogni caso non molla la prese ed ha ora intenzione di presentare ricorso in Cassazione contro la misura troppo blanda disposta dal gup e confermata dal Riesame. “Io mi trovo pienamente in linea con questa posizione, perché a mio parere sussisterebbe sia il pericolo di fuga in attesa del processo di secondo grado, sia la pericolosità dell’imputato”: lo ha dichiarato la criminologa Roberta Bruzzone sulle pagine del settimanale Giallo. Il processo di secondo grado a carico di Antonio Logli, imputato per l’omicidio e la distruzione di cadavere di Roberta Ragusa, potrebbe iniziare già il prossimo autunno.
Non si può certamente considerare chiuso il caso di Roberta Ragusa, la mamma di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) misteriosamente scomparsa nella notte a cavallo tra il 13 ed il 14 gennaio 2012. Dopo la condanna in primo grado a 20 anni di reclusione con rito abbreviato a carico del marito Antonio Logli, l’attenzione si è catalizzata sul motivo per il quale il giudice avesse optato per il solo obbligo di dimora. Decisione che fece molto discutere e che spinse la Procura a rivolgersi al Tribunale fiorentino del Riesame che tuttavia ha rigettato la richiesta del carcere per Logli. In attesa del secondo grado di giudizio, dunque, l’uomo potrà godere di una quasi totale libertà, potendo ciò lasciare la sua abitazione dalle 7:00 alle 21:00. Negli ultimi giorni, tuttavia, i riflettori sono tornati ad accendersi sulla fine misteriosa di Roberta Ragusa e le domande in tal senso sono state inevitabili: che fine ha fatto il suo cadavere? Un quesito sul quale ad oggi sono state fatte molte congetture senza tuttavia trovare mai riscontri concreti. Certamente, tra i vari indizi di colpevolezza a carico del marito imputato non possiamo non citare le numerose intercettazioni tra lui e l’amante Sara Calzolaio, poi divenuta sua compagna ufficiale e convivente subito dopo la scomparsa di Roberta Ragusa. Proprio su questo aspetto si è concentrata di recente la trasmissione Quarto Grado, la quale ha trasmesso una intercettazione inedita poi ripresa nei giorni scorsi anche dal programma Mattino Cinque. Nell’intercettazione in questione, Antonio Logli e l’amante quasi sicuramente erano coscienti di essere ascoltati dagli investigatori, quindi avanzarono l’ipotesi dell’allontanamento volontario della donna. A tal fine, sostennero che Roberta Ragusa si fosse potuta allontanare a piedi per poi essere accompagnata a bordo di un suv da un uomo misterioso fino ad un Autogrill. Qui la donna si sarebbe fatta aiutare da alcuni “complici”, cambiandosi d’abito e rendendo così più difficile il suo ritrovamento. Una scena da film, quella ipotizzata dai due allora amanti e che, come riporta anche il sito Urban Post, avrebbe rappresentato per gli inquirenti la prova tangibile del loro tentativo di depistare le indagini. Dando per certo di essere intercettati, infatti, avrebbero sostenuto la pista alternativa all’omicidio – poi contestato ad Antonio Logli – ovvero quella dell’allontanamento volontario di Roberta Ragusa al solo scopo di allontanare gli inquirenti dalla verità sulla fine della donna. Tuttavia, per anni la magistratura ha cercato riscontri attendibili alla pista dell’allontanamento senza mai trovarne. L’intercettazione in questione contribuirebbe a gettare nuove ombre sulla figura di Antonio Logli, sulla quale continuano ad annidarsi tutti i sospetti della procura di Pisa e della famiglia della vittima scomparsa nel nulla da oltre cinque anni.