Attacco a Benedetto XVI, atto terzo: dopo le dichiarazioni fortissime di Monsignor Luigi Negri contro gli ambienti del Vaticano che avrebbero fatto pressioni per portare alle dimissioni di Papa Ratzinger, e dopo la risposta di Andrea Tornielli su Vatican Insider che citando proprio Benedetto XVI smentisce le teorie del “complotto” anti-Ratzinger, prosegue la guerra tra vaticanisti. Scende in campo Antonio Socci, su Libero, spesso in questi anni di pontificato bergogliano assai critico con Papa Francesco e uno dei primi a teorizzare delle pressioni esterne sul papa tedesco per farlo dimettere perché scomodo e non “congeniale” al mondo odierno. Nell’editoriale di oggi su Libero Quotidiano, il giornalista senese riporta alcune dichiarazioni di Negri e le contrappone alle risposta di Tornielli: a Rimini Duepuntozero il Vescovo Emerito di Ferrara, spiega così senza mezzi termini. «In questi ultimi 4 anni ho incontrato diverse volte Benedetto XVI. E’ stato lui a chiedermi di guidare la diocesi di Ferrara, perché molto preoccupato della situazione in cui versava la diocesi. Con Benedetto è nato un rapporto di forte amicizia. Mi sono sempre rivolto a lui nei momenti più importanti per discutere delle scelte da fare e non mi ha mai negato il suo parere, sempre in spirito di amicizia».
Secondo Negri, «Si è trattato di un gesto inaudito. Negli ultimi incontri l’ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza – per fortuna – dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori». Tornielli aveva già risposto pubblicando le parole stesse di Benedetto XVI che ha dato nel suo ibro-intervista «Ultime conversazioni» con Peter Seewald, dove pubblicamente smentisce ipotesi di pressioni sulle sue dimissioni. «Devo dire – aveva aggiunto – che il fatto che un uomo, per qualsivoglia ragione, si sia immaginato di dover provocare uno scandalo per purificare la Chiesa è una vicenda insignificante. Ma nessuno ha cercato di ricattarmi. Non l’avrei nemmeno permesso. Se avessero provato a farlo non me ne sarei andato perché non bisogna lasciare quando si è sotto pressione. E non è nemmeno vero che ero deluso o cose simili. Anzi, grazie a Dio, ero nello stato d’animo pacifico di chi ha superato la difficoltà. Lo stato d’animo in cui si può passare tranquillamente il timone a chi viene dopo». Socci sottolinea come Tornielli rimbrotta duramente il vescovo emerito di Ferrara e poi aggiunge, «Tornielli critica addirittura Papa Benedetto quando scrive “resta aperta la domande su quanto alcune scelte personali e mai codificate per iscritte, fatte da Benedetto XVI come quella di mantenere l’abito bianco e il nome papale, come pure la scelta dell’emeritato, abbiano involontariamente alimentato i seguaci della teoria dei due Papi poi degenerata nella teoria del Papa rinunciatario perché sotto ricatto”».
Ecco, secondo Socci la Chiesa di Bergoglio non vuole dare adito a possibili complotti, eppure i dubbi ci sarebbero secondo Socci (e Negri): «Andrea invece di ritenere giornalisticamente interessante queste dichiarazioni, le giudica gravi, come se fosse lui il capo dell’Sant’Uffizio, ed evita di chiedersi perché due personalità così vicine a Benedetto abbaino suggerito che Benedetto stia ancora svolgendo il ministero petrino». Si riferisce a Negri ma anche a Monsignor Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI e anche al prefetto della fede, il Cardinal Muller che parlando di due legittimi papi viventi. Da ultimo, Socci cita l’intervento in questi giorni di Ettore Gotti Tedeschi, ex Ior, fidato collaboratore di Papa Ratzinger che rilancia la teoria del complotto: «”Il Presidente Usa, Obama appunto, personalmente nel 2009 dichiarò che, essendo la salute benessere psico-bio-sociale, si doveva dare via libera ad aborto senza restrizioni, eutanasia grazie a limitazione delle cure, negazione al diritto di coscienza. Ebbene non è difficile comprendere che, in questo contesto di avversione alla fede cattolica, il Papa, massima autorità morale al mondo potesse diventare oggetto di attenzione sulla sua disponibilità o meno a voler “capire le esigenze del mondo globale”. Ora, Papa Benedetto XVI insisteva invece nel riproporre il problema antropologico secondo la visione cattolica (ergo l’uomo creatura di Dio-Creatore), combatteva il relativismo portando Dio al centro del dibattito culturale soprattutto azzerando le distanze fra fede e ragione e affermava l’esigenza di tornare ad evangelizzare, spiegando che il fallimento della civiltà occidentale era dovuto al rifiuto del cattolicesimo, etc. Come non meravigliarsi che un tale Papa restauratore non dovesse esser considerato “fuori gioco”?». Una guerra tra Vaticanisti e posizioni contrapposte, destinate a continuare ancora per molto…