A Le Iene Show ci si commuove con una storia che era già stata raccontata e che va avanti addirittura da diversi lunghi anni. E’ la storia di Emma Houda che dopo cinque anni ha riabbracciato finalmente la mamma Alice. La bimba era stata rapita e portata in Siria dal padre. Sicuramente le immagini mostrate da Le Iene Show sono veramente toccati con la disperazione di una donna che si trasforma in felicità e quel sorriso della sua bimba che ripaga le tante notti passate in bianco con il dubbio se l’avrebbe mai rivista. Di certo non solo chi ha un figlio potrà capire la sofferenza e il dolore che ha provato questa donna e tutta la sua famiglia a cui era stata portata via Emma un vero dono del cielo. La speranza è che ora le cose possano tornare al loro posto e che per la famiglia di Alice ed Emma ci sia solo serenità come quella che meritano tutte le mamme e le bambine di questo mondo e come purtroppo a volte qualcuno prova a rovinare anche con una punta di cattiveria. Clicca qui per le foto di Emma che ritrova la madre Alice.
Questa sera verrà trattato anche l’argomento de dna nella puntata de Le Iene sulla storia di Emma, la bimba italiana rapita dal padre siriano e tornata pochi giorni fa in Italia dopo lunghi 7 anni. Nell’immediato ritorno che chiude una vicenda durata anni e con indagini internazionali, il tema del dna per riconoscere al 100% la bimba è stato affrontato dalla madre Alice Rossini in maniera particolare; «L’ho letto sui giornali che si dovrebbe fare un test del Dna sulla bimba, ma secondo me non è necessario: è bastato osservarle guardarsi negli occhi, mamma e figlia si sono subito riconosciuta. Quando ieri sono arrivate a casa si sono messe sul lettone una di fronte all’altra – ha aggiunto – ed è stato straordinario veder risbocciare in un attimo l’amore tra mamma e figlia. Non vorremmo che questo momento si trasformasse in una gara tra chi ha avuto più merito nel riportare a casa Emma, è stato un lavoro di squadra e io e la madre teniamo a ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno dato il loro contributo. Attenzione a non spettacolarizzare quanto successo», ha commentato il legale della donna Luca Zita.
Le Iene oggi torneranno ad occuparsi di Emma Houda, la bimba rapita dal padre e portata in Siria quando aveva solo ventidue mesi. La piccola è stata ritrovata dalla Polizia di Stato, in collaborazione con le autorità turche, ed è stata riportata in Italia, dove ha potuto riabbracciare la madre Alice Rossini. La vicenda verrà ripercorsa passo dopo passo e verrà trasmesso in esclusiva il momento dell’incontro tra madre e figlia. Lieto fine, dunque, dopo una battaglia durata 5 anni. Emozionante il momento dell’incontro tra Emma, che sta per compiere sette anni, e le due sorelline, che Alice ha avuto da un nuovo compagno. «Un cerchio si è chiuso, inizio una nuova vita con la mia splendida famiglia, grazie di cuore a tutti, ora vorrei un po’ di silenzio per dedIcarmi alle mie bambine» il messaggio rivolto da Alice, attraverso il legale Luca Zita. Quest’ultimo, come riportato dall’Ansa, ha parlato dell’ipotesi di fare un test del Dna sulla bimba: «Secondo me non è necessario: è bastato osservarle guardarsi negli occhi, mamma e figlia si sono subito riconosciute».
L’incubo di Alice Rossini è cominciato nel dicembre del 2011, quando l’ex compagno Mohamed Nadeen Kharat rapisce la loro figlia di ventiduemesi. Con la scusa di portarla alle giostre, l’uomo porta da Vimercate ad Aleppo la piccola per vendicarsi della separazione. La vicenda viene trattata per la prima volta da Le Iene nel novembre 2013: gli inviati si recano al confine tra Turchia e Siria per parlare con l’uomo, che inizialmente si dice disponibile ad incontrare l’ex compagna. Dopo l’incontro con Alice, però, fa perdere nuovamente le sue tracce. Lo scorso novembre Le Iene si sono nuovamente recate in Turchia, dove hanno incontrato l’uomo siriano con uno stratagemma. Vani i tentativi di convincerlo a rivelare dove si trovasse la bambina, quindi l’inviato de Le Iene chiama la polizia turca e avvisa l’Interpol, visto che pendeva una condanna emessa dal Tribunale di Monza a dieci anni per sequestro di persona e sottrazione di minore. Mohamed Nadeen Kharat è stato catturato grazie anche alla collaborazione di una operatrice umanitaria, Simona Pisani, di cui lui si era invaghito su Facebook, che ha accettato di mantenere i contatti per consentire di rintracciarlo. Consegnato all’Interpol, è stato poi espulso e inviato in Grecia, l’ultimo paese dove era stato identificato, quindi estradato in Italia. Dal 12 febbraio è detenuto nel carcere di Rebibbia. Clicca qui per vedere l’ultimo servizio de Le Iene.