Si riaccendono i riflettori su Fausta Bonino, la donna arrestata nel 2016 con l’accusa di aver provocato la morte di 13 pazienti iniettando loro vere e proprie bombe di eparina, tanto da guadagnarsi dalla stampa l’appellativo di “infermiera killer”. Lo scorso primo marzo la Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza sottolineando i numerosi errori compiuti dal Riesame di Firenze in merito ai gravi indizi raccolti contro la donna per i quali era stata arrestata, prima di tornare in libertà il 20 aprile scorso. Ora, l’avvocato Cesarina Barghini, legale difensore di Fausta Bonino, come riporta il quotidiano Il Tirreno nella sua edizione online, ha convocato una conferenza stampa con la presenza dell’infermiera e della collaboratrice Simona Manzi, nel corso della quale ha confutato ogni parola della sentenza. A sua detta, non è stato chiarito un punto fondamentale dell’intera vicenda, ovvero il grande errore commesso nel condurre in carcere la donna. “Si prende per certo il quadro sinottico, che riunisce tutto quanto avvenuto nel reparto, dalle somministrazioni, ai decessi, alle presenze, come un documento valido”, ha dichiarato l’agguerrito avvocato. A sua detta, infatti, il vero errore è stato rappresentato dall’aver preso come fatti assodati dei semplici indizi del tutto infondati. Secondo quanto asserito dal legale di Fausta Bonino, invece, quanto emerso contro la sua assistita non sarebbe il frutto di un lavoro scientifico ma sarebbe stato basato “solo sulla ricostruzione fatta dalla caposala, dal primario e dalla dirigenza dell’Asl, che peraltro è parte in causa”. Il legale ha poi contestato anche la presunta “arma” usata per uccidere le presunte vittime. Stiamo parlando dell’eparina, il farmaco anticoagulante iniettato in quantità massicce, sempre secondo l’accusa. “Non c’è alcun esame scientifico sulle salme dei vari decessi, non c’è neppure la certezza che le morti siano dovute a eparina”, ha contestato l’avvocato Barghini, che resta in attesa di risposte da parte del collegio peritale nominato dal Gip. “Certo se ci stanno mettendo così tanti mesi loro, ci chiediamo come abbia fatto la procura ad avere le certezze”, ha aggiunto con tono critico. Certamente l’avvocato resta ferma sulla sua posizione in merito alla sua assistita: “Siamo convinti che Fausta non abbia fatto niente. E le nostre indagini ci dicono anche che, in quel reparto, un serial killer non c’è mai stato”. Con queste parole, dunque, la Barghini avrebbe lasciato intendere l’assenza di morti sospette in corsia.



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