Da tempo si parla del cosiddetto “The Big One”, il devastante terremoto che potrebbe verificarsi negli Stati Uniti e confermato anche da annosi studi. Un evento sismico di elevatissima portata (si parla di magnitudo superiore a 8 gradi della Scala Richter) le cui conseguenze potrebbero essere notevolmente drammatiche. Ma come mai si torna a citare l’ipotesi di un fenomeno così distruttivo proprio oggi? Dagospia riporta i dati allarmanti di uno studio della USGS, che ha ribadito un “ritardo” di 60 anni rispetto alla previsione di un forte terremoto che avrebbe riguardato Los Angeles. E’ questo il motivo per il quale si teme una imminente catastrofe finora rimandata per oltre mezzo secolo. I dati giungono da uno studio che ha rivelato come ogni 100 anni arrivi un terremoto di grandi dimensioni, sulla scorta di analisi raccolte in 1200 anni. Il secolo è passato da un pezzo e, sebbene la media sia approssimativa, si hanno buone ragioni per pensare al peggio. Ma cosa potrebbe comportare l’annunciato terremoto e che sembra ormai essere dietro l’angolo? Secondo gli esperti, quando ciò accadrà quasi certamente porterà alla spaccatura del terreno per centinaia di chilometri spostandolo in una direzione o nell’altra per circa 2,7 metri. Chiaramente le conseguenze sull’uomo saranno catastrofiche, ecco perché il timore di un evento di tale portata è altissimo tra la popolazione americana e non solo.
Un bravissimo terremoto devasterà Los Angeles, ed è vicino: non è una minaccia paranormale, ma uno studio sismico scientifico che arriva dalla California: il terremoto che potrebbe distruggere notevolmente una larga parte della California del Sud vede ancora una volta la faglia di Sant’Andrea come protagonista del tutto non voluto dell’America occidentale. Lo United States Geological Survey (USGS) ha minacciosamente dichiarato che la California del Sud è in ritardo su un forte terremoto previsto lungo la Grapevine, proprio accanto a Los Angeles. «Secondo l’analisi dei terremoti significativi in questa specifica zona accadono una volta ogni cent’anni, il che significa che la regione è di 60 anni “ritardo”», si legge sul Daily Mail (con traduzione tratta a Dagospia). Lo studio è allarmante e viene preso molto sul serio dagli Stati Uniti, specie con la California che storicamente soffre l’estremo movimento sismico sotto il suo terreno: “Non c’è via di uscita da una cosa del genere” ha dichiarato al Los Angeles Times la geologa e capo analista dell’ USGS, Kate Scharer. “Il terremoto sarebbe largamente percepito in tutto il bacino; avrebbe un tale impatto da mettere in discussione il nostro stesso status di città”.
In America il terremoto “atteso” a Los Angeles viene definito semplicemente come “The Big One” (letteralmente “quello grosso”) ed esprime in termini giornalistici quel sisma futuro che potrebbe scatenarsi sulla Faglia di Sant’Andrea che attraversa la California per circa 1300 km e che potrebbe causare danni irreparabili e possibili “sciami” di vittime. La minaccia non è nuova, e l’ultimo studio scientifico arrivato a corredo su un possibile Big One a Los Angeles non ha fatto altro che riaccendere l’analisi sui fenomeni sismici sotto il terreno californiano. Questo terremoto potrebbe scatenarsi come conseguenza dell’elevato accumulo di energia nella Faglia di Sant’Andrea, che attraversa la California per 1300 km e si trova tra la placca nordamericana e la placca pacifica, che scorrono in senso opposto. La faglia passa vicino a molte città, tra cui San Francisco e Los Angeles, che sarebbero messe in forte pericolo dal Big One. Alcuni studi realizzati nel 2005 affermano che le probabilità che il Big One colpisca la California entro 30 anni a partire dalla data dello studio sono molto alte: il 67% delle probabilità dicono che colpirà Los Angeles, il 63% San Francisco. La faglia di San Andreas infatti non è una singola faglia, ma una rete di faglie che s’incontrano in questo specifico punto. L’ultima volta che la sezione meridionale si è spaccata fu nel 1857, quando una porzione di 360 km di lunghezza si spostò in avanti a bassa profondità; con grado di magnitudo Richter a 7.9, durò tre minuti e devastò l’intera area provocando un numero imprecisato di vittime. Come riporta ancora lo studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research, «per quanto concerne il tipo di terremoto predetto da questi analisti, la storia geologica suggerisce che sarà purtroppo di magnitudo 7.5 – un evento che provocherà moltissimi danni a tutta le città vicine all’epicentro. Quando accadrà, è quasi certo che spaccherà il terreno per centinaia di chilometri e che lo sposterà in una direzione o nell’altra per circa 2,7 metri».