È scoppiata una bufera attorno al nuovo libro di Giampaolo Pansa, “L’Italia non c’è più. Come eravamo, come siamo“. Secondo il celebre giornalista Belluno dopo il disastro del Vajont diventò la città del sesso. Apriti cielo… La presidente del Comitato Sopravvissuti, Micaela Coletti, si è detta esterrefatta: «Non pensavo si potesse raggiungere un così basso livello». Lo scrittore Mauro Corona, invece, ha chiesto allo scrittore di dimostrare quanto sostenuto, altrimenti dovrebbe tacere. Ma cosa ha scritto Pansa nel tanto discusso capitolo del suo libro? In un passaggio del testo si legge: «All’orrore subentra la frenesia di provare a se stessi di essere ancora in vita. E la frenesia genera il primo dei desideri: il sesso». Secondo il giornalista Belluno dopo il 9 ottobre 1963 divenne quartier generale dei soccorsi e al tempo stesso città del sesso, perché le prostitute erano pronte a soddisfare i soccorritori. «Le poche prostitute di Belluno non potevano certo soddisfare tutti i clienti. Le squillo facevano gli straordinari» ha scritto Pansa, che ha dichiarato al Gazzettino di aver visto tutto con i suoi occhi: «C’era una quantità di uomini, tutti soccorritori, da quelle parti che pur qualcuno si sarà dato da fare». Resta scettico Corona, secondo cui si tratterebbe di una trovata per vendere più copie del libro: «Non mi è mai stato sussurrato nulla su giri di ragazze destinate ad allietare la gente rimasta o i cronisti giunti da fuori». Non ci sta, dunque, lo scrittore a far passare il messaggio che Belluno sia stato un postribolo dopo la tragedia del Vajont, nella quale persero la vita 1.909 persone, uccise dall’ondata di piena e di fango.