La puntata di oggi di Chi l’ha visto, il programma in onda nella prima serata di Rai 3, sarà incentrata in parte anche sul giallo di Antonio Drago, il militare 25enne trovato senza vita in circostanze ancora poco chiare. La famiglia pretende che venga fatta luce sulla fine tragica del proprio caro, spazzando via l’ipotesi del suicidio per molto tempo paventata nel corso delle indagini ma che è sempre stata smentita da chi Tony – come veniva chiamato – lo conosceva bene. Pochi minuti fa è giunta una notizia molto importante in riferimento alla morte di Antonio Drago. A renderla nota è stata la pagina Facebook del settimanale Giallo, specializzato in cronaca nera. Scrive la rivista diretta da Andrea Biavardi: “Morte del caporale Tony Drago. All’udienza preliminare, i consulenti del giudice hanno confermato: fu un omicidio e non un suicidio”. Una notizia, questa, che riaprirebbe interamente il caso attorno al quale finora sarebbero emersi fin troppi dubbi e che finalmente potrebbe essere ora affrontato sotto la giusta prospettiva al fine di dare giustizia e verità alla famiglia della vittima.



Il caso di Antonio Drago torna al centro della trasmissione Chi l’ha visto con gli ultimi aggiornamenti. Il giovane caporale dei Lancieri di Montebello è stato ucciso o si è trattato di suicidio? Il caso rappresenta un vero e proprio rebus dai contorni poco chiari, almeno secondo la famiglia del militare che oggi torna a chiedere verità. Il giovane aveva appena 25 anni e nessun motivo per arrivare a compiere un gesto estremo come quello inizialmente ipotizzato. Come riporta il sito Mainfatti.it, nell’anticipare l’approdo del caso nella nuova puntata di oggi di Chi l’ha visto, ha voluto ricordare come secondo quanto emerso da alcune recenti perizie medico legali, Antonio Drago non si sarebbe lanciato dalla finestra della caserma. Tutto ruoterebbe attorno alla posizione del suo corpo, il quale sarebbe stato spostato dopo la morte. Non si esclude, dunque, che il giovane militare possa essere stato vittima di un’aggressione violenta culminata poi nella sua uccisione. Questa nuova verità sarebbe emersa dopo la riesumazione del corpo che ha permesso di eseguire l’ultima perizia della procura. La famiglia mira dunque a dimostrare come non si sia ancora giunti alla verità su quanto accaduto la mattina del 6 luglio 2014, quando Tony Drago avrebbe dovuto prendere servizio nel picchetto d’onore al Quirinale per poi essere trovato nel piazzale della caserma privo di vita.



-Rosaria Intranuovo non riesce a darsi pace: la mamma di Antonio Drago, il caporale dei Lancieri di Montebello trovato senza vita nel piazzale della caserma, è convinta che non sia stata stabilità la verità sulla morte del figlio, avvenuta il 6 luglio del 2014. In una recente intervista a Il Manifesto, la mamma di Tony ha spiegato che la versione che i vertici dell’Esercito le hanno raccontato, quella secondo cui il figlio si sarebbe lanciato dalla finestra del bagno saltando da una sedia, non le sembra verosimile:”Il corpo è stato trovato a 5 metri di distanza dall’edificio. Come ha fatto ad arrivare così lontano saltando da una sedia? Doveva prendere la rincorsa per spingersi così in avanti. E il suo corpo, mi hanno ripetuto due suoi commilitoni, era troppo ‘perfetto’, composto, con le mani a protezione del viso e le infradito ancora ai piedi”. I dubbi per mamma Rosaria sono davvero tanti:”Le incongruenze sono troppe. Le testimonianze dei commilitoni, le manchevolezze dell’esercito. Questo caso non può essere chiuso. In quella caserma è successo qualcosa: uno scherzo finito in tragedia, nonnismo. Non lo sappiamo, ma siamo sicuri che Tony non si sia ucciso. Qualche tempo prima si era lamentato dell’atmosfera che regnava in caserma, diceva di voler essere trasferito”.



Tra le tante ipotesi circolate nei giorni successivi alla morte del caporale Antonio Drago, protagonista della puntata di oggi di Chi l’ha visto su Rai Tre, vi era anche quella per cui il 25enne avesse deciso di suicidarsi in seguito ad una delusione amorosa. Una versione che non trova d’accordo la mamma di Tony, Rosaria Intranuovo, che qualche tempo fa a Il Manifesto spiegava:”Era tornato a casa per due settimane, a giugno. Stava bene, era allegro, usciva con gli amici. Niente che potesse far pensare a pensieri suicidi. Era rientrato a Roma il 29 giugno: pochi giorni dopo è stato trovato senza vita. Noi non ci arrendiamo”. Possibile che in poco più di una settimana la situazione con la fidanzata, Federica, lo avesse portato a maturare la decisione di compiere un gesto così estremo? Non secondo la famiglia. Anche Alfredo Pappalardo, marito di Rosaria e secondo padre per Antonino, ne è sicuro:” Lo Stato non ha saputo proteggerlo dentro la caserma, un luogo dove esiste violenza, fisica e psicologica. Tony è morto in una caserma prestigiosa della capitale, era nello squadrone di rappresentanza. Noi italiani viviamo in uno stato di polizia. Si sente dire che siamo in uno Stato di diritto: allora per giustizia e civiltà lo Stato non può e non deve aver timore di ricostruire la verità. Tony è stato assassinato”.

-Antonio Drago, il caporale dei Lancieri di Montebello, Roma, trovato morto la domenica mattina del 6 luglio 2014 è il protagonista di una delle storie raccontate nella puntata di oggi a Chi l’ha visto. Nel programma di Rai Tre condotto da Federica Sciarelli si ripercorrerà tutta la storia di Tony, così come veniva chiamato dagli amici, un ragazzone di un metro e novanta di 25 anni che secondo la versione dell’Esercito avrebbe deciso di suicidarsi lanciandosi dalla finestra ricadendo nel piazzale della caserma Sabatini di via Flaminia. Questa versione non ha mai convinto la famiglia e adesso, ad avvolare i dubbi leciti di un ragazzo che aveva deciso di arruolarsi come volontario per poi accedere ai concorsi per diventare poliziotto, si aggiungono anche alcune evidenze emerse dalla perizia effettuata dal medico legale dopo la riesumazione del corpo. Secondo le risultanze della perizia, Antonio non si sarebbe lanciato dalla finestra, il suo corpo sarebbe stato trascinato e spostato in cortile, e non è da escludere che prima della morte sia stato aggredito. Ma da chi? Forse da uno di quei commilitoni più anziani che erano soliti compiere atti di nonnismo? La risposta spetta alla Procura.