Con l’arresto di sei persone, oggi è stata gettata nuova luce sull’omicidio dell’avvocato penalista di Palermo, Enzo Fragalà. Un delitto di mafia, portato a termine proprio perché Fragalà aveva tentato di combattere Cosa Nostra. Dopo l’arresto dei sei rappresentanti della mafia, a parlare è stata la figlia del penalista ucciso nel febbraio 2010, Marzia. La donna, anche lei avvocato, come rivela Il Secolo d’Italia ha espresso grande soddisfazione per l’andamento delle operazioni, al punto da dichiarare: “Sono felice! Ho sempre pensato che fosse un omicidio di mafia. E non c’è dubbio che è un omicidio volontario”. Finalmente giustizia è stata fatta: “Mio padre è stato punito perché era un professionista serio e soprattutto libero. Mio padre ha avuto la giustizia che meritava”, ha aggiunto Marzia Fragalà. A tradire il gruppo di mafiosi che aveva organizzato e messo a punto il delitto dell’uomo, oltre ad una telefonata intercettata di un mafioso alla moglie, spaventato per le conseguenze che si sarebbero potute essere in seguito all’intenzione di un pentito di raccontare la verità, anche le immagini di una telecamera di videosorveglianza. A pochi metri dallo studio di Fragalà, alle spalle del Tribunale palermitano, furono ripresi proprio due degli arrestati, Siragusa e Ingrassia.



Svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Enzo Fragalà, avvocato penalista di Palermo aggredito ed ucciso a colpi di bastonate all’uscita dal suo studio legale il 23 febbraio 2010. Le lunghe indagini si sono concluse con l’arresto di ben sei persone tra cui tre mafiosi già fermati negli anni scorsi per l’omicidio Fragalà ed altre tre persone incastrate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Chiarello. Uno degli indagati, parlando con la moglie aveva espressamente detto: “Se questo parla sono rovinato”. Una ulteriore conferma, questa, del suo coinvolgimento nel delitto del professionista palermitano. Ne dà oggi notizia il quotidiano Repubblica.it nella sua versione online. Grande la soddisfazione da parte del procuratore Francesco Lo Voi che dopo i nuovi arresti ha commentato: “Non poteva restare senza colpevoli l’omicidio di un professionista a Palermo”. Durante la conferenza stampa indetta nella giornata odierna in merito alle ultime clamorose novità relative all’omicidio Fragalà, lo stesso procuratore ha spiegato l’intento dei mafiosi di “dare un segnale a tutta l’avvocatura palermitana”. Ma chi sono le sei persone finite in carcere? Francesco Arcuri è colui che aveva pianificato la spedizione punitiva a carico dell’avvocato Enzo Fragalà. Antonio Abbate aveva il compito di coprire l’intero gruppo formato da Salvatore e Antonino Ingrassia, Paolo Cocco (che portò la mazza sul luogo del delitto) e Francesco Castronovo, esecutore materiale del delitto. Secondo quanto reso noto dal colonnello Antonio Di Stasio, il comandante provinciale dei carabinieri, i mafiosi non tolleravano che il legale consigliasse ai suoi clienti di fare dichiarazioni durante i processi. Il pentito Chiarello ha rivelato che, secondo le sei persone arrestate, l’avvocato Fragalà veniva considerato “uno sbirro”. Dietro la gravissima aggressione, stando a quanto scritto dal gip Fernando Sestito nel suo provvedimento, ci sarebbe l’intenzione di “punire condotte professionali che sono state ritenute del tutto incompatibili con l’interesse dell’organizzazione e pericolose, in particolare, per la salvaguardia di concreti e rilevanti interessi economici”. Nei processi per reati di mafia, l’avvocato Fragalà si sarebbe comportato “sempre più spesso da sbirro”.

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