A distanza di oltre un anno dall’omicidio di Ezio Sancovich, il manager Moncler 62enne ucciso con tre colpi di pistola il primo febbraio dello scorso anno, arrivano le prime importanti novità. Come rivela Corriere del Veneto nella sua edizione online, il presunto assassino dell’uomo, Renato Rossi, rischia ora 30 anni di reclusione. Nella mattinata di oggi si è svolta l’udienza del processo a carico del 68enne che ha scelto il rito abbreviato, durante la quale il pm Roberto Piccione ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. Lo stesso pubblico ministero nella sua requisitoria ha aggiunto l’aggravante dei futili motivi, della premeditazione, della minorata difesa della vittima e della detenzione abusiva di armi. La requisitoria ha visto anche la ricostruzione di quanto avvenuto a scapito di Sancovich, freddato all’interno della sua auto. Per l’accusa Rossi avrebbe pianificato ogni dettaglio dell’omicidio del manager, al punto da portare con sé un cambio d’abiti e facendo poi sparire vestiti e arma. Sancovich sarebbe stato ucciso con una Walther P38 calibro 9 marchiata Wehrmacht con ben due colpi di pistola sparati a bruciapelo. Alla base dell’omicidio, come emerso nel corso delle indagini, motivi di natura economica tra l’assassino e la vittima. Nello specifico, Renato Rossi avrebbe collezionato nei confronti di Sancovich una serie di fatture poco chiare sulle quali sarebbero in corso le indagini da parte della Guardia di Finanza. Subito dopo il ritrovamento del cadavere del manager, gli investigatori avevano puntato gli occhi su Rossi, tradito da una telefonata che l’omicida aveva fatto alla sua vittima. I due avrebbero dovuto vedersi per parlare di un affare rimasto in sospeso. Da qui lo scaturirsi di una violenta lite poi culminata in omicidio già ampiamente premeditato dal suo assassino. Grazie alla scelta del rito abbreviato, Rossi ha potuto evitare la pena dell’ergastolo ma rischia ora 30 anni di reclusione.