Nuova bufera su Uber, la società che tramite app mette in competizione (spesso poco legale) i taxi di tutto il mondo: il capo dell’app Italia, ad un mese dallo sciopero selvaggio di tutti i taxi per contestare le regole del governo che avrebbero favorito proprio Uber degli altri Ncc, ha rilasciato alcune dichiarazioni destinate a diventare fuoco. «Se il mercato sarà liberalizzato siamo disposti a contribuire a un fondo per compensare i tassisti». Si legge gentilezza, ma si interpreta “troviamo un modo per rottamare definitivamente i tassisti con gli indennizzi”: le parole di Carlo Tursi, capo Uber Italia, sposano in pieno il suggerimento arrivato dall’Antitrust. Cercando un modo per risolvere l’eterna diatriba tra Taxi e Uber (e anche le altre app di Ncc) si è arrivati ad ipotizzare con il governo e l’antitrust soluzioni del tipo. «Togliere le limitazioni territoriali che gravano sugli Ncc, equiparandoli di fatto ai taxi, una prospettiva fermamente respinta dalle auto bianche»; si pensa però anche di valutare un possibile regime di transizione che garantisca in ultima analisi alle auto bianche un rimborso per la svalutazione delle licenze che a quel punto diverrebbe non solo prevedibile ma inevitabile.



Tursi ha poi spiegato a Repubblica come «Noi siamo disposti a fare la nostra parte se i nuovi servizi di mobilità verranno resi accessibili in Italia, nell’interesse dei cittadini». Gli americani hanno scelto molto probabilmente di proposito la tempistica di questa uscita, considerato che “spaccherà” ancora di più il fronte interno tra gli oltranzisti e chi deciderà di arrivare ad un accordo: settimana scorsa le sigle dei taxi hanno lamentato veementemente l’intervento dell’Antitrust. Un esempio? Uri (sigla potente tra i taxi) proponeva distinzione netta tra regole per Ncc e per taxi, ma è prevalsa la linea dura allo sciopero generale il prossimo 23 marzo. Uber ha poi anche invitato i tassisti ad un incontro a Roma per trovare un accordo, prontamente respinto dalle auto bianche: Uber prova insomma ad insinuarsi nelle crepe interne dei tassisti. Riuscirà nell’interno “divisorio”?

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