San Giuseppe e il saluto di Papa Francesco: ieri beatificato un padre di famiglia – Un mondo di auguri per la festa del papà con il Santo Patrono Giuseppe, tra social dediche, frasi commoventi e divertenti arriva anche un tweet di un padre molto particolare… un padre come Papa Francesco ha voluto nella vera insegna hi-tech del suo pontificato salutare tutti i padri della chiesa e i semplici papà di tutto il mondo in questo modo. «San Giuseppe, Sposo di Maria e Patrono della Chiesa universale, vi benedica e vi custodisca. E tanti auguri ai papà!». Questa mattina all’Angelus papa Bergoglio ha poi voluto ricordare tutti i padri del mondo con un applauso lungo e intenso che ha avvolto l’intera Piazza San Pietro: «salutiamo tutti i papà con un grande abbraccio. Ieri, a Bolzano, è stato proclamato Beato Josef Mayr-Nusser, padre di famiglia ed esponente dell’Azione Cattolica, morto martire perché si rifiutò di aderire al nazismo per fedeltà al Vangelo. Per la sua grande levatura morale e spirituale egli costituisce un modello per i fedeli laici, specialmente per i papà, che oggi ricordiamo con grande affetto, anche se la festa liturgica di san Giuseppe, loro patrono, quest’anno sarà celebrata domani», ha detto da Roma prima della benedizione dell’Angelus, Papa Francesco.



San Giuseppe e la celebrazione dei padri della Chiesa – La Chiesa intera ricorda San Giuseppe come una delle figure più importanti, anche se più silenziose, del Vangelo di Gesù: un padre buono, un servo fedele che prima accetta il figlio “non suo” in grembo della moglie Maria e poi cresce nel lavoro e nel rispetto della famiglia quel Cristo venuto da Dio e incarnatosi in uomo. La fede cristiana venera San Giuseppe e sono numerose le riflessioni dei Dottori e padri della Chiesa nella storia della cristianità: Sant’Agostino amava ripetere «nella vita egli praticò la giustizia in quanto non volle punire Maria, quindi applicò la legge nel giusto modo, per il bene della persona: il suo perdono, dunque, è solo ispirato dalla misericordia». Secondo San Tommaso d’Aquino invece la presenza di Giuseppe nella storia della Chiesa è stata fondamentale perché «resa necessaria nel piano divino di salvezza, con Maria e Gesù che avevano bisogno della cura e della protezione di un padre umano». San Bernardo di Chiaravalle invece scriveva di Giuseppe come un santo buono, fede e saggio aumentando la forte diffusione della sua devozione tra i fedeli francesi nel medioevo.



San Giuseppe e la festa a teatro: l’attore Sarubbi: da Barabba al padre di Gesù – Per la giornata della Festa di San Giuseppe e di tutti i padri, arriva in molti teatri locali italiani lo spettacolo lungo mesi di “Giuseppe il misericordioso”: di e con Pietro Sarubbi, il Barabba del film “The Passion” di Mel Gibson, noto per aver riabbracciato la fede proprio impersonando il ladro e assassino scambiato come prigioniero con Gesù prima della Passione. Da Barabba al papà del Cristo, cosa è successo in questo passaggio lo spiega lo stesso Sarubbi al portale La Libertà: «con il mio spettacolo vorrei testimoniare e condividere la Bellezza del lavoro come luogo in cui si realizza la dignità dell’uomo, del padre di famiglia; Dio sceglie un artigiano, un lavoratore, per affidargli la crescita del Figlio, Dio affida ad uno esperto di lavoro, di sacrifici, del costruire, di docilità, del sapersi mettere al servizio, affida il proprio Figlio, perché quell’artigiano diventi il Custode del Redentore». Sarubbi spiega che questo spettacolo arriva nelle sale proprio presso la Festa di San Giuseppe: «Proprio oggi questa figura diventa o meglio ritorna centrale nella mia vita di cristiano; sono imprevedibilmente partito da Barabba, capitatomi per caso o esattamente per generosità dello Spirito Santo. Da lì comincio a capire e a camminare con le mie gambe e grazie al decennale Cammino di Fede incontro la gigantesca figura di san Pietro. Dopo 3 anni di studi e “immedesimazioni” col primo Vescovo di Roma, la mia miseria umana si trova a fare i conti con le difficoltà dell’essere padre, dell’essere marito e dell’essere un lavoratore onesto, certo che valga la pena vivere ed essere venuto al mondo solo se si riesce a vivere nel Cammino del Signore…e come fare?». L’attore commosso completa la sua spiegazione sul portale La Libertà spiegando perché alla fine proprio Giuseppe p stato scelto: «E qui mi viene in soccorso la scintilla che scocca in me incontrando “per caso” un testo sulla vita e la figura di san Giuseppe, (ma questo “per caso” è dubbio visto che sto imparando sempre di più che nulla è a caso ed ogni cosa che accade è per me), da qui l’inizio di un nuovo studio a cui segue un nuovo spettacolo e un nuovo libro, ma soprattutto un nuovo modo di vivere la vita, facendo della Misericordia e del voler bene un mestiere».



San Giuseppe e l’annuncio dell’Angelo, nel giorno della festa del Papà. Uno degli aspetti più interessanti della figura di San Giuseppe, il santo del giorno celebrato dalla Chiesa cattolica oggi, domenica 19 marzo 2017, è sicuramente quello riguardante il dubbio provocato dalla gravidanza di Maria. Non era facile, infatti, per Giuseppe il falegname, immaginare che dall’oggi al domani la moglie aspettasse un bambino non suo. Il Vangelo secondo Matteo, spiega che dinanzi a questa situazione “Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di allontanarla in segreto”. Ripudiare pubblicamente Maria, infatti, significava esporla alla lapidazione e per Giuseppe, per quanto fosse divorato dal dubbio, questa non rappresentava una soluzione accettabile. La svolta, secondo i testi, arrivò quando un angelo gli apparve in sogno dicendogli:”Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Una volta risvegliatosi dal sonno, secondo le Scritture, Giuseppe diede ascolto all’angelo e prese con sé la sua sposa, accettando con lei il mistero della maternità e le responsabilità di padre putativo di Gesù.

-La chiesa cattolica celebra oggi, domenica 19 marzo 2017, San Giuseppe. Ma qual è il tributo che il mondo dell’arte ha riservato a questo santo così importante per la storia cristiana? In fondo parliamo del papà di Gesù, dell’uomo scelto da Dio per proteggere il proprio figlio in Terra. Dunque non potevano essere poche le opere dedicate al falegname più celebre della storia dell’umanità: nel Medioevo, però, il suo culto veniva in secondo piano rispetto a quello degli altri componenti della Sacra Famiglia. Bisogna attendere la fine del XV secolo o gli inizi del XVI secolo per vedere nascere i frutti dell’opera di Teresa d’Avila e della Compagnia di Gesù. Nel 1400 San Giuseppe viene dipinto come un uomo anziano con la barba folta e sempre in abiti borghesi o da lavoratore; soltanto più avanti indossa anche vestiti di foggia antica. Vicino alla verga fiorita ecco che fanno la loro apparizione, come attributi di San Giuseppe, il celebre bastone del viandante, nonché gli strumenti di lavoro del falegname e il giglio, in rappresentazione della purezza. Il culto di san Giuseppe trova probabilmente il suo punto più alto in Spagna, nella cappella di San José di Toledo, dove un tempo si trovava anche il quadro di San Giuseppe firmato da El Greco.

San Giuseppe è celebrato il 19 marzo, ed è il patrono della chiesa universale, dei falegnami, degli operai e degli artigiani. Poco si sa purtroppo della vita di san Giuseppe, il prescelto marito della Vergine Maria e il padre che ha cresciuto sulla terra Gesù Cristo. Per apprendere di più della persona di san Giuseppe, bisogna affidarsi agli scritti apocrifi che lo riguardano come il “Protovangelo di Giacomo” e i Vangeli di Matteo e Luca: quest’ultimo parla di un san Giuseppe carpentiere, un uomo buono e disponibile a compiere la volontà del Signore, accettando di divenire parte di un progetto che lo vede sposo fedele di Maria e figura paterna di un’indubbia morale per il bambino Gesù. E’ a lui che l’angelo, durante un sogno, ordina di scappare in Egitto per sfuggire all’ira di Erode che si sta scatenando su tutti i bambini di Betlemme, per poi avvisarlo che il pericolo è scomparso con la dipartita di Erode. Ma san Giuseppe, che assai teneva alla sua famiglia, nel timore che la persecuzione ritornasse anche con Archelao, successore del terribile Erode, decise di stabilirsi in Galilea.

Si pensa che san Giuseppe morì circondato dall’amore di Gesù e Maria (per questo san Giuseppe è il protettore dei moribondi che stanno per affrontare la morte col conforto della fede), prima dell’ingresso nella vita pubblica del suo figliolo. Molte sono le chiese che dicono di conservare le sante reliquie: a Parigi, nella chiesa di “Notre Dame” sembrano siano conservati gli anellini di fidanzamento appartenuti a Giuseppe ed a Maria, mentre nel monastero parigino dei Foglianti pare sia custodita una parte della cintura; in Germania, ad Aquisgrana vi sarebbero i calzari di san Giuseppe; in Italia, nella chiesa di “Santa Maria degli Angeli di Firenze” è custodito un bastone che si dice sia appartenuto a san Giuseppe

Il culto di san Giuseppe ebbe diffusione sopratutto nel XV secolo, e solo nel 1621 per volontà di Gregorio XV fu dichiarata la festa di precetto dedicata a san Giuseppe il 19 marzo. Nell’Italia del sud alla figura di san Giuseppe sono associati il pane, le tavole imbandite e i falò: a Salemi gli altari delle chiese il 19 marzo sono decorati con il pane; nel Salento, a Faggiano e a San Marzano, la chiesa benedice i pani per poi offrire cibi della tradizione a tutti i fedeli. Un’antichissima tradizione propriamente salentina riguarda poi le “Tavole di San Giuseppe”: il rito prevede la preparazione di una tavola alla quale si siedono i tre componenti della Sacra Famiglia (Maria, Giuseppe e Gesù) a cui si possono aggiungere al massimo tredici “santi” cioè ospiti, sempre in numero dispari. E’ san Giuseppe a dare il via al pranzo, decidendo le pause tra una portata e l’altra, e il tutto scandito dalle ferventi preghiera. A Roma nella chiesa di “San Giuseppe dei Falegnami” in occasione della festa di san Giuseppe vengono serviti gustosi bignè e le tradizionali frittelle. 

Molte sono le città di cui san Giuseppe è patrono, da Osimo a La Spezia, da Bagheria a S.Agata Militello, fino ad Orvieto. Orvieto è senza dubbio una delle città più antiche del nostro paese, risalendo all’epoca etrusca. Il simbolo della città umbra è senza dubbio il “Duomo”, risalente al 1290 e realizzato in splendido stile gotico italiano, al cui interno è conservato il “Sacro Corporale”. Bellissima poi la “Piazza del Popolo” sulla quale si affaccia il “Palazzo del Capitano del Popolo” del XIV secolo. Tra i gioielli della città ci sono le cavità sotterranee scavate nel corso dei secoli dagli abitanti: trattasi di una vera città sotterranea ricca di mistero e fascino, con tanto di grotte e pozzi come il “Pozzo di San Patrizio” profondo ben 62 metri. 

Il 19 marzo sono festeggiati il Sacro Manto di S.Giuseppe, i santi Giovanni, Quinto e compagni, Alcmondo e i beati Sibillina Biscossi, Marco da Montegallo, Vincenzo Prennuschi, Narciso Giovanni Turchan, Marcello Callo, James Liach Candell, Andrea Gallerani, Isnardo da Chiampo, Giovanni da Parma e Ramon Liach Candell.