Tre episodi nel giro di pochi giorni, nessuno, al momento, di matrice terroristica islamica, ma la paura e la tensione continuano ad animare le strade francesi, segnate in tempi recenti da sanguinose stragi. Prima il petardo esplosivo davanti alla sede del Fondo monetario, poi il tentativo di strage in un liceo e infine padre e fratello sgozzati per strada dall’altro figlio a Parigi, sembra al grido jihadista di “Allahu akbar”. Secondo Francesco De Remigis, inviato del Giornale a Parigi, nonostante i media tengano un profilo molto basso su tutti questi episodi la tensione tra i francesi è sempre alta: “Hollande ha diramato due giorni fa ben due dichiarazioni in cui, nonostante la contrarietà di molti, ha detto che lo stato di emergenza in Francia sarà mantenuto fino al 15 luglio, e cioè fino alle elezioni politiche che seguiranno le presidenziali”.
Che clima si respira in Francia in queste ultime ore?
Dal punto di vista dei media c’è molta cautela, sia nei tg che hanno seguito in tempo reale l’episodio di Parigi, sia nelle aperture dei giornali, dove si racconta il fatto come episodio familiare. A differenza dei siti italiani, che invece hanno enfatizzato quanto accaduto, i media francesi hanno smorzato l’emotività anche sul presunto urlo jihadista dell’assassino: un’informazione di primo pelo da fonti di polizia, ma che ancora non ha trovato conferme ufficiali.
Si sa se questa famiglia coinvolta nella strage era residente in Francia da tempo o si tratta di nuovi arrivati con l’ultima ondata migratoria?
Sembra che fossero residenti da alcuni anni, non molti.
L’episodio del liceo di Grasse ha avuto a che fare in modo evidente con problemi psicologici del giovane, mentre il petardo contro la sede del Fondo monetario internazionale è di evidente matrice terroristica, è così?
Si è trattato di un petardo esplosivo artigianale, come ha confermato il prefetto che ha seguito il caso. La versione che è stata data in forma ufficiale è quella di un presunto legame con un episodio analogo accaduto poco tempo fa in Germania e rivendicato da un gruppo anarchico greco in polemica con le politiche dell’Unione europea e del Fmi. Sarebbe coerente con una azione dimostrativa di protesta da parte di gruppi riconducibili a una pista anarchica, piuttosto che al terrorismo islamico.
Come stanno reagendo i candidati alla corsa presidenziale a questi episodi? La tensione in questi giorni è cresciuta tra i francesi?
La tensione c’è e i temi della sicurezza e di come affrontare la minaccia terroristica rimangono al centro della campagna elettorale. Ma anche Hollande l’altro giorno è intervenuto ben due volte ricordando che la Francia manterrà lo stato di emergenza fino al 15 luglio, cioè fino alle elezioni politiche che seguiranno le presidenziali. Ha ricordato un dato importante, viste le voci che parlavano di una non necessità di mantenerlo, dicendo che questi eventi, pur non legati all’islam, sono difficili da affrontare se non in stato di emergenza.
Perché?
Lo stato di emergenza permette alla polizia e alle autorità di reagire con molta più velocità ed efficacia, con perquisizioni immediate, e di trattenere le persone con più facilità per interrogarle, rispetto a quando non è adottato.
Che succede introno a Fillon, il candidato del centrodestra sempre più coinvolto nello scandalo?
Da un punto di vista elettorale sta provando a rilanciarsi mettendo finalmente in campo un programma più definito con l’aiuto di una nuova squadra. Negli ultimi due mesi aveva dovuto parlare praticamente solo dei problemi giudiziari, ora finalmente sta cercando di mettere in piedi un dibattito sul programma. Capiremo nei prossimi giorni se sarà in grado di spostare l’attenzione sul programma o se continuerà a soffrire i problemi giudiziari.
Come hanno vissuto le elezioni olandesi i francesi? C’è preoccupazione dopo il risultato elettorale?
In realtà sono state vissute come una conferma della necessità di fare barriera ai movimenti populisti. Questo fatto influenza soprattutto le scelte del partito socialista, l’ex premier di Hollande in particolare, che avendo perso le primarie è rimasto solo tra i socialisti. In questi giorni sta facendo diversi incontri per ipotizzare un avvicinamento a Macron, come hanno già fatto molti suoi uomini.
Sicuramente in funzione anti Le Pen?
Sì, il motivo è fare barriera al Fronte nazionale, magari non subito, ma certamente al secondo turno. Altrimenti diventerebbe imbarazzante giustificare un sostegno quando dopo le primarie aveva detto che avrebbe sostenuto il candidato socialista.