È stato ucciso: un collaboratore del prete anti narcos ha riacceso i riflettori sulla morte del sacerdote della parrocchia di La Florida, nello stato provinciale di Tucuman, in Argentina. «È sempre stato un sostenitore della vita. Si è trattato di un omicidio», ha dichiarato Marcelo Cervantes ai microfoni di Telefe Noticias. Trovato impiccato nella sua parrocchia, padre Viroche si sarebbe suicidato per ragioni sentimentali: questa ipotesi, seppur smentita dal giudice e dal comandante della polizia che stanno indagando sulla vicenda, è ritornata. Alcuni giornali locali hanno riportato la notizia di una scoperta degli inquirenti: i messaggi minacciosi ricevuti da padre Viroche arrivavano da telefoni intestati alla sua ex fidanzata, al fratello di lei ad uno zio. C’è, però, anche chi sostiene che non si sia trattato di un suicidio, ma che il sacerdote sia stato fatto fuori dalle stesse persone a cui si opponeva, cioè i narcos: «Sappiamo tutti che non è così, come ben comprende la gente che ha incontrato il padre Juan. Nel trascorrere dei mesi si tenta sempre più di contaminare l’immagine nobile del sacerdote, per far dimenticare il dovere di cercare i veri colpevoli», replicano i parrocchiani, come riportato da Agi. Juan Viroche viene definito un prete che ha combattuto duramente al fianco dei poveri e con i tossicodipendenti: «Un prete come lui non può fermare la sua lotta per stringersi una corda intorno al collo». Un amico di padre Viroche, invece, su Facebook ha accusato il governo locale, a cui non conviene che emerga la verità «perché fa affari con i narcos». Il sacerdote aveva denunciato il traffico di droga e la tratta delle ragazze in quella provincia prima di essere trovato impiccato all’interno della sua parrocchia il 5 ottobre scorso.