E’ clamorosa la sentenza di condanna da parte della Corte di Strasburgo a carico dell’Italia, rea di non aver fatto abbastanza per proteggere una donna e suo figlio, entrambi vittime di violenza domestica. A darne notizia è il quotidiano Repubblica.it che rivela come quella giunta nei giorni scorsi sarebbe la prima condanna a carico del nostro Paese da parte della Corte europea dei diritti umani per un reato legato alla violenza domestica. Il caso in questione vide vittime una donna ed il figlio, i quali subirono violenza da parte del marito e padre e che culminò con l’uccisione del ragazzo e con il tentato omicidio della madre. L’episodio, che si verificò a Remanzacco, in provincia di Udine, avvenne il 26 novembre di quattro anni fa. Il marito violento ed assassino, ora in prigione, scatenò la sua furia omicida dopo la denuncia da parte della moglie, Elisaveta Talpis e dopo le continue richieste di intervento alle Forze dell’ordine anche da parte dei vicini. Secondo i giudici di Strasburgo, anche di fronte alla denuncia di violenza domestica avanzata dalla donna, le autorità italiane “hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza”, portando al tentato omicidio della denunciante ed alla morte del figlio. I reati a carico dell’Italia contestati dalla Corte fanno riferimento alla violazione degli articoli 2 (diritto alla vita), 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) e 14 (divieto di discriminazione) della convenzione europea dei diritti dell’uomo. Alla vittima è stata riconosciuta una ricompensa pari a 30 mila euro per danni morali e 10 mila euro per le spese legali. La sentenza della Corte sarà definitiva fra tre mesi, ammesso che le parti non presenteranno ricorso.



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