L’allerta terrorismo in Europa resta alto, anche per questo i servizi segreti stanno indagando su un falegname magrebino presente a Nizza e Berlino nei giorni in cui sono andati in scena i due terribili attentati. Una semplice coincidenza? È quanto vogliono appurare anche le forze di polizia straniere, avvisate dei frequenti viaggi fuori dai confini del 32enne nordafricano. In questa vicenda hanno, infatti, un ruolo importante gli informatori delle forze dell’ordine francesi e tedesche: sono loro a raccontare che, quando l’Isis è entrata in azione in Francia e in Germania negli ultimi due anni, lui era lì. Queste coincidenze, come riportato da Il Giornale, hanno insospettito i servizi segreti, che hanno cominciato ad interessarsi alla sua vita. Uscito sempre indenne dalle bufere di sangue e violenza, mai coinvolto direttamente, il falegname magrebino è ricercato in Italia per piccoli reati. Nonostante ciò si è mosso in Europa, trovandosi poi nel posto e momento sbagliato.
Il 32enne falegname magrebino viveva in provincia di Salerno fino a qualche tempo fa. Ed ecco altre due coincidenze, perché a Sarno un anno fa venne trovata una bandiera nera del Califfato davanti agli uffici del giudice di pace, mentre a Bellizzi finì in manette Djamal Eddin Ouali, 40enne algerino fiancheggiatore del commando terroristico autore della strage in Belgio. Ouali sarebbe stato membro di un’organizzazione di falsari che avrebbero fornito documenti contraffatti ai jihadisti per entrare nel Paese. Questo falegname magrebino comunque ha un passato burrascoso: due matrimoni e molti debiti sulle spalle. Le denunce cominciano a fioccare dall’età di 25 anni e in tre anni colleziona una lista di reati che vanno dal furto alla ricettazione, dalla rapina alla resistenza a pubblico ufficiale. La Federazione islamica della Campania gli affida il compito di aprire una moschea a Striano, ma non lo porterà a termine. Dopo le prime condanne scatta l’arresto e prima che i domiciliari si trasformassero in detenzione carceraria scompare: siamo sul finire del 2016. Per l’intelligence è stato aiutato dalle comunità nordafricane delle province di Napoli e di Salerno durante i primi tempi della latitanza, ospitandolo e tenendolo nascosto. Poi è stato aiutato a raggiungere la Germania, dove avrebbe riabbracciato la seconda moglie. Ma ha fatto ritorno in Italia in diverse occasioni: sarebbe stato ospite delle comunità marocchine al Nord. Da appurare il motivo.