Con la sentenza della Cassazione che si è espressa sulla morte della 15enne Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto 2010, si è chiuso un capitolo importante sul delitto di Avetrana. La Suprema Corte, infatti, nei giorni scorsi ha confermato le condanne all’ergastolo, inflitte in primo e secondo grado, a carico di Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina della giovane vittima. Al tempo stesso ha condannato a 8 anni di carcere Michele Misseri per l’occultamento di cadavere della nipotina e per inquinamento delle prove. Una sentenza drammatica ma che tuttavia non ha rappresentato la fine definitiva di questa dolorosa vicenda che si protrae da quasi sette anni. Il prossimo 3 aprile, infatti, prenderà il via il processo bis sul delitto di Sarah Scazzi e che vede imputate dodici persone, accusate a vario titolo di aver taciuto o detto il falso al cospetto dei magistrati. Tra loro spiccano i nomi di “Zio” Michele e di Ivano Russo, quest’ultimo considerato il “movente del delitto”. Il ragazzo, infatti, era conteso tra Sarah Scazzi e la cugina Sabrina, con la quale aveva avuto una storia. Eppure, secondo la procura Russo sarebbe stato reticente e avrebbe omesso, o meglio sminuito, il suo rapporto con Sabrina Misseri al fine di tutelarla. Alla vigilia del processo bis, il sito UrbanPost.it ha intervistato uno degli avvocati di Ivano Russo, Francesco Mancini e che insieme al collega Alfredo Russo rappresenta la difesa del giovane di Avetrana. L’intervista si è concentrata quasi interamente sulla natura del rapporto tra il proprio assistito e la ragazza condannata in tutti e tre i gradi di giudizio alla pena massima dell’ergastolo. A detta dell’avvocato Mancini, Ivano Russo finora avrebbe sempre detto tutta la verità sul legame con Sabrina Misseri, dichiarando in merito: “Non ci sono scoop nascosti o altro”. Nel processo bis, dunque, non dobbiamo attenderci ulteriori colpi di scena su questo aspetto. La riservatezza del giovane, secondo il suo difensore, avrebbe giocato a suo sfavore. Certamente Ivano non ha cavalcato l’onda mediatica ma è sempre rimasto in disparte da interviste e ospitate televisive, tuttavia, avrebbe pagato caro il non aver voluto mai soffermarsi sul rapporto di natura sessuale che ebbe con la giovane di casa Misseri. “Sia lui che Sabrina vengono da un piccolo paese, che è Avetrana, dove per una donna soprattutto, più che per un uomo, prestarsi così ad un incontro sessuale fugace deponeva a sfavore della ragazza, della sua reputazione”, ha spiegato l’avvocato, giustificando quindi Ivano Russo e l’aver taciuto nella fase iniziale della vicenda sul delitto di Sarah Scazzi questo importante aspetto. “Ma dopo non c’è stato altro”, ha assicurato. In questi sei anni trascorsi da Sabrina Misseri nel carcere di Taranto (e che potrebbe presto lasciare in vista di un suo trasferimento – o di quello della madre – presso un altro penitenziario), Ivano Russo non sarebbe mai andato a farle visita. Questo confermerebbe come il rapporto tra i due, ad oggi, sia chiaramente mutato: “Certamente oggi il rapporto con Sabrina è nettamente differente da quello che era tra i due un tempo”, ha commentato in merito il suo stesso avvocato, ribadendo il desiderio del ragazzo di “difendersi dall’ingiusto processo a suo carico”.