Fabio Di Lello ha reso una dichiarazione spontanea alla Corte d’Assise di Lanciano oggi, lunedì 20 marzo 2017: «Amore per mia moglie e follia per quanto è successo in quel momento, per il grande dolore che avevo in quel periodo. Sono pentito e dispiaciuto per quanto ho fatto», le parole dell’imputato per l’omicidio di Italo D’Elisa, il 22enne che aveva investito e ucciso la moglie, Roberta Smargiassi. Al termine della requisitoria del procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio e del sostituto Gabriella De Lucia, la richiesta di condanna è stata di ergastolo. Fabio Di Lello deve rispondere di omicidio volontario e premeditato, avvenuto lo scorso primo febbraio davanti ad un bar. Per i suoi legali, però, non c’era premeditazione: «Di Lello ha parlato per far capire alla corte cosa provava in quel momento. Non c’è stata nessuna premeditazione da parte di Di Lello che ha incontrato D’Elisa in modo casuale». Venerdì la sentenza: il processo è stato, infatti, aggiornato al 24 marzo alle 10 per le repliche e la sentenza.



Fabio Di Lello rischia l’ergastolo per l’omicidio di Italo D’Elisa: è questa, infatti, la richiesta avanzata dal pm Giampiero Di Florio ai giudici della Corte d’Assise di Lanciano, dove si sta celebrando il processo con il rito immediato e a porte chiuse. La Corte in un’udienza precedente ha respinto la richiesta di perizia psichiatrica presentata dai difensori di Di Lello, gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Il loro assistito è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione per aver ucciso lo scorso primo febbraio a Vasto con tre colpi di pistola il 21enne che il primo luglio scorso aveva provocato la morte di Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello, in un tragico incidente stradale.



Al termine della requisitoria di due ore il procuratore ha chiesto la pena massima per Di Lello: «Non c’è una ricostruzione alternativa dei fatti, abbiamo dimostrato le prove evidenti sulla premeditazione», ha dichiarato Di Florio, che ha chiesto di non concedere le attenuanti generiche. Il pm ha spiegato che Di Lello non è stato avvertito da nessuno quando D’Elisa è arrivato al bar, del resto conosceva le abitudini della vittima. «Oggi abbiamo ricostruito l’intero fatto, con slide e video, e riteniamo non si possa trovare la provocazione e la minorata difesa. Si vede anche il momento in cui Di Lello spara a D’Elisa», ha aggiunto il procuratore.



Fabio Di Lello dopo aver sparato a Italo D’Elisa lasciò la pistola semiautomatica in una busta di plastica sulla tomba della moglie, costituendosi poche ore dopo. Prima di consegnarsi, però, chiamò un amico ammettendo di aver ucciso l’assassino di sua moglie e che avrebbe salutato Roberta al cimitero. L’incidente in cui Roberta Smargiassi aveva perso la vita era avvenuto i primi giorni dello scorso luglio: era stata investita in scooter dalla Fiat Punto guidata da D’Elisa, il quale non si era fermato al semaforo rosso. Dopo l’urto la macchina finì contro una Renault Clio nella corsia opposta, mentre lo scooter su uno dei semafori all’incrocio. Il corpo della donna, invece, rotolò sull’asfalto.