-La famiglia di Giulia Di Sabatino, nonostante la richiesta di archiviazione inoltrata dalla procura di Teramo, non riesce a credere che la loro ragazza abbia deciso di suicidarsi la notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2015 senza un apparente motivo. I dubbi di chi crede che dietro la morte della Di Sabatino vi sia qualcosa di poco chiaro si sono concentrati in particolare sul cosiddetto “uomo della Panda rossa”, l’ultima persona a dare un passaggio quella notte a Giulia Di Sabatino e a lasciarla su quel cavalcavia dal quale è successivamente precipitata. Come riportato da delitti.net, fu proprio l’autista della Panda rossa a presentarsi spontaneamente agli inquirenti e a fornire la sua versione dei fatti:”Sono passato lì sul cavalcavia per caso, ho incontrato questa ragazza a piedi da sola. Non la conoscevo in precedenza. Ci siamo messi a parlare e poi l’ho invitata a casa mia, siamo stati qualche ora insieme, abbiamo avuto un rapporto sessuale e poi verso le 05:00 l’ho riaccompagnata nello stesso punto dove l’avevo appena conosciuta”. Alle 13 del primo settembre, mentre i genitori avevano da poco appreso della fine di Giulia, ecco arrivare sul telefono della giovane un messaggio proprio da quel ragazzo:”Ciao, io sto andando a lavoro. Ti invio il mio numero telefonico, sentiamoci”. Un tentativo, secondo i legali della famiglia Di Sabatino, di far credere che lui, con la morte della giovane, non avesse nulla a che fare…

-Dopo la decisione della procura di Teramo, che ha deciso di archiviare il caso di Giulia Di Sabatino, la ragazza morta la notte del suo 19esimo compleanno dopo essere volata già da un cavalcavia della provinciale 262 finendo tra i caselli di Mosciano e Val Vibrata, la famiglia annuncia battaglia. Mai convinta che Giulia abbia scelto consapevolmente il suicidio la notte tra il 31 agosto e il primo settembre del 2015, ecco che per bocca dell’avvocato Antonio Di Gaspare arriva la conferma che la famiglia di Giulia si opporrà a questa decisione. Come riportato da Leggo, il legale ha dichiarato:”Faremo sicuramente opposizioni all’archiviazione. Ci sono tante contraddizioni, tante cose che non sapevamo. E riteniamo che ci siano tutti gli elementi quanto meno per proseguire le indagini”. Parole forti, che ribadiscono la volontà di fare piena luce sugli ultimi momenti di vita di Giulia Di Sabatino. 

Per la procura di Teramo è stato un suicidio quello di Giulia Di Sabatino, morta fra la notte fra il 31 agosto e il primo settembre 2015, proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto diciannove anni. La giovane è volata giù da un cavalcavia della provinciale 262 che collega Giulianova a Montone, finendo tra i caselli di Mosciano e Val Vibrata nel tratto dell’autostrada A14 che attraversa l’Abruzzo. I resti della ragazza furano scoperti la mattina dopo intorno dalle 5.30 da chi transitava sul quel tratto di A14 in corrispondenza della stazione di servizio di Tortoreto Ovest. Del corpo restava poco: il cadavere era infatti stato dilaniato dal passaggio di auto e tir, finendo per essere irriconoscibile.

Un anno e mezzo dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Di Sabatino sotto quel cavalcavia dell’A14, la procura di Teramo ha deciso di chiudere definitivamente le indagini sulla morte della ragazza e ha fatto richiesta di archiviazione del fascicolo per istigazione al suicidio e quindi per la posizione delle tre persone indagate. Secondo gli inquirenti non sarebbe emerso nessun elemento a carico dei tre uomini e ciò farebbe ritenere alla Procura senza alcun dubbio che Giulia si sia suicidata. Ora la decisione sull’archiviare o meno il caso spetta al gip. Come atto dovuto a fronte di tutta una serie di accertamenti, la Procura iscrisse inizialmente due persone nel registro degli indagati: il 41enne che quella notte diede a Giulia un passaggio in scooter e il 25enne che la accompagnò sul cavalcavia a bordo di una panda rossa. A questi si aggiunse poi una terza persona, un uomo indagato per pedopornografia alla Procura distrettuale de L’Aquila dopo che la Procura di Teramo aveva rinvenuto delle foto osé sul cellulare della ragazza. Stando agli accertamenti tali foto sarebbero partite proprio dal cellulare dell’uomo.

Al contrario della procura di Teramo, la famiglia di Giulia Di Sabatino non crede all’ipotesi del suicidio e tramite il legale Antonio Di Gaspare ha già annunciato che si opporrà all’archiviazione, come si legge su Todey.it: “La richiesta di archiviazione mi è stata notificata oggi. Faremo sicuramente opposizione all’archiviazione. Ci sono tante contraddizioni, tante cose che non sapevamo. E riteniamo che ci siano tutti gli elementi quantomeno per proseguire le indagini”. La famiglia non ha mai creduto che Giulia si possa essere suicidata e ha rivolto accorati appelli sui giornali e attraverso le televisioni per far sapere a tutti la loro posizione sul caso.