L’allarme meningite è scoppiato solo un paio di mesi fa, lo scorso gennaio, con la corsa da parte degli italiani ai vaccini visti i vari casi di decessi registrati a causa di questa malattia. In Toscana ci fu la presenza maggiore del ceppo e la trasmissione Agorà di Rai 3 è andata a verificare, sia in questa regione che in altre, quale fosse la situazione, tra effettiva necessità di ricorrere ai vaccini e psicosi dettata anche dall’ipotesi che i migranti potessero far aumentare i casi di meningite. Tante persone hanno raccontato di aver deciso di vaccinarsi, anche aspettando oltre un mese prima che arrivasse il proprio turno. In trasmissione è intervenuta oggi Antonella Salimbene, mamma di una bimba che si è ammalata tre anni fa: “Mia figlia – ha raccontato – è deceduta a causa di una meningite fulminante. Si dice psicosi, allarmismo ma penso che forse la gente ha preso consapevolezza della gravità della malattia e che si può contrarre anche da portatori sani. Questo ha portato le persone a richiedere il vaccino per la meningite ma in alcuni centri gli appuntamenti arrivano a gennaio 2019: penso che sia assurdo e che si debba dare a tutti la possibilità di essere vaccinati”. A chi sceglie di non vaccinare i figli Salimbene augura “che vada sempre tutto bene perché nel momento in cui qualcosa non va avrebbe un senso di colpa per tutta la vita”.
In trasmissione era presente anche Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel suo intervento ha parlato in particolare del morbillo. Rezza ha sottolineato che “quest’anno abbiamo un’ondata epidemica del morbillo. Il problema è che a livello europeo si era deciso di eliminare il morbillo entro il 2015. E’ una cosa che si può fare ma ci si deve vaccinare. Sul vaccino ci sono state storie, miti, leggende. La presunta associazione con l’autismo non è mai stata dimostrata e il medico inglese che aveva avanzato questa ipotesi fu radiato dall’ordine dei medici. Il morbillo era una malattia considerata banale ma poi così non è visto che un caso su tre può sfociare in polomonite e un caso su mille in encefalite. Ora le coperture vaccinali non sono talmente alte da permettere di tenere completamente sotto controllo la malattia quindi il virus continua a circolare e colpisce soprattutto le persone adulte. Più le persone sono adulte quando contraggono il morbillo e più la malattia è grave”. Poi sulla diffidenza verso i vaccini Rezza ha sottolineato che “il vaccino a differenza dei farmaci si dà alle persone sane e non malate e poi online si trovano molti siti online anti vaccinali che diffondono fandonie. Vaccinare o meno è una decisione che va presa solo ascoltando cosa dice la comunità scientifica”.