Che meraviglia se la stupidità è stupida? Che stupore se un programma di intrattenimento superficiale e frivolo, modaiolo e a tratti volgare appare tale? Nessuna. E’ un problema se lo propone il servizio pubblico, ma è una domanda da porsi ogni settimana, e non riguarda solo un programma, purtroppo. Invece, tocca fingere di scandalizzarsi quando scoppia il caso. I fatti cominciano a invadere media e rete: nel programma di Paola Perego, potentissima signora della tv, Parliamone sabato, ci si ingegna a scoprire i motivi per cui vale la pena trovarsi una fidanzata dell’est. Non siamo al “basta comprare due paia di calze ed è tua”, che era il refrain dei mandrilli in cerca oltrecortina dell’est, ma poco ci manca. Leggiamo sforzandoci di reprimere lo sdegno, che con lo sdegno ci si fa poco, e milioni di italiani li apprezzano, programmi e test.
Punto 1: le fidanzate dell’est vano scelte perché sono tutte mamme: magari, la denatalità fa il paio col benessere, e anche all’est fare figli è un lusso o un ghiribizzo. Ma quel che è peggio, ancora e sempre la maternità è vista come un problema, come diceva Woody Allen, una cosa che fa ingrassare, e quindi da evitare per essere belle e appetibili. Tralascio l’identificazione della donna come puro oggetto estetico, dunque soggetta ai canoni delle riviste patinate o, appunto, delle conduttrici tv.
Punto 2: vedi sopra. La donna è oggetto del desiderio, da usare e magari abusare. Se non attira, che desiderio suscita?
Punto 3: vedi sopra. Se la donna non ha diritto a ricevere amore, e sa solo attirare sguardi lascivi, nessun problema se il lui in questione guarda e adesca un’altra. Anzi, magari è colpa della tradita non essere stata abbastanza sexy e arrapante, così da indurlo in tentazione.
Punto 4: il comando, il potere! L’uomo è così, inutile farlo vedere che inforna biscotti o passa l’aspirapolvere. Vuol comandare lui. Siamo agli stereotipi più retrivi delle prime pubblicità anni 40-50, e già allora le donne intelligenti le trovavano indecenti.
Punto 5: le donne devono lavorare in casa, piatti, stiro, pavimenti, ecc. ecc. Dieci lavori in uno, tutti non retribuiti, e meglio se cominciano a piccole. Meglio una donna in burka: a parte essere poco sexy, è più abituata ad ubbidire al maschio, e la libertà proprio non sa neppure desiderarla.
Punto 6: la donna non soffre, frigna. La donna non chiede rispetto e attenzione, ma si appiccica, la donna non si offende, se è offesa, ma mette il broncio.
Ora è evidente a chiunque che asserzioni di questo tipo sono uno scherzo di cattivo gusto, o il parto mentale di un idiota. E sono più che offensive per le donne dell’est (qual è l’est? Croazia o Iraq? Russia o Israele?)
Ma tutti i giorni, signori miei, la tv smercia immagini pornografiche, che schiacciano la donna sullo stereotipo “è figa, è magra, la dà via facile”. Ogni giorno ti spiegano celebri donne in carriera o giovani o attempate donne di spettacolo come fare a non avere le smagliature, la pancetta, ad essere attrattive per un uomo (qualsiasi, non tuo marito) con biancheria succinta e fantasiosa. Ogni giorno ti suggeriscono un modello esistenziale condito di tradimenti e sesso sfrenato come antidoto alla noia. Finisce in notizie d’agenzia se una testimone racconta che ha quattro figli e un matrimonio felice. Ogni giorno film, fiction, spettacolini pseudocomici raccontano le donne come non sono, come anche loro credono di dover diventare, pena l’esclusione dall’unico ideale raggiungibile: quello di essere desiderate, appunto, e non in quanto belle persone, ma in quanto corpi.
E poi ci svegliamo per un’intemerata pecoreccia, e attiviamo la filotea degli scandali, delle dissociazioni, della censura? Un direttore e un presidente Rai che non guardano una puntata ci sta, che non guardano mai il programma ci sta meno. Meno male che han fatto intervenire subito la Boldrini, maestra di indignazioni: non costano nulla, comunque meritano un titolo. Ma la Rai, pagata da tutti noi con uno scandaloso sistema di tassazione indiretta, non deve fare servizio pubblico? E allora perché metà dei programmi che non svolgono questo compito non li chiudiamo? Parliamone sabato chiude. Qualcuno pagherà, e tutti potranno ripulirsi la coscienza, e spolverare la poltrona. Senza moralismi ed esibizioni di indignazione bipartisan, che in campagna elettorale funzionano, basterebbe chiedersi a che serve una tv di stato, quali i suoi compiti, i suoi obiettivi. Non dico di propinare soltanto Rai Edu. Ma piegarsi al pecoreccio che tira ascolto e pubblicità non è servizio pubblico. Viva C’è posta per te e Uomini e donne, allora. Almeno non li paghiamo.