Non è certo la prima volta che Papa Francesco interviene sulla grave emergenza acqua nel mondo e ovviamente nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale non ha voluto rimanere in silenzio su uno dei temi più nascosti forse ma d maggior incisività nell’economia della povertà mondiale e nell’alto tasso di mortalità infantile in molte zone del Pianeta. Intervenendo all’Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro, Bergoglio ha ricordato come bisogna assolutamente «tutelare l’acqua come bene di tutti». È l’invito del Papa al convegno promosso dal Pontificio Consiglio per la cultura e dal Capitolo argentino del Club di Roma, «Watershed: Replenishing Water Values for a Thirsty World» in corso in queste ore proprio durante la Giornata Mondiale dell’Acqua. «Mi rallegro di questo incontro, che segna una nuova tappa nell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi», ricorda Francesco rilanciando anche possibili e future modalità di sforzo educativo per le giovani generazioni, in modo che «crescano nel rispetto e nella consapevolezza che l’acqua, fonte di vita, possa essere un bene tutelabile da tutti». (agg. di Niccolò Magnani)
Spesso i numeri aiutano a capire alcune tematiche molto piacere di tante parole: nella Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi sono stati pubblicati alcune cifre shock che riguardano il livello di sicurezza dell’acqua potabile nei vari Paesi del mondo. E non sono belle notizie quelle che risultano: infatti nel mondo, secondo il Consiglio Mondiale dell’Acqua (World Water Council – WWC), 923 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura. Praticamente un miliardo, un settimo della popolazione mondiale non riesce ad avere accesso alla completa sicurezza di un acqua non diciamo buona ma quantomeno sicura. Con anche delle sorprese, visto che l’area meno sicura risulta non l’Africa ma l’Asia: di questo miliardo, 319 milioni di abitanti dell’Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della popolazione), e 50 milioni di sudamericani (l’8% della popolazione). La palma di stato peggiore va alla Papua Nuova Guinea con disponibilità minore, solo il 40% dei suoi abitanti hanno accesso ad acqua pulita: in sequenza poi Guinea Equatoriale (48%), l’Angola (49%), il Ciad e il Mozambico (51%), la Repubblica Democratica del Congo e il Madagascar (52%), e l’Afghanistan (55%), riporta sempre il Consiglio Mondiale dell’Acqua. (agg. di Niccolò Magnani)
Italia in prima linea oggi, 22 marzo 2017, per la Giornata Mondiale dell’Acqua. Il nostro Paese, come dichiarato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, entro la fine dell’anno si farà promotore e “ospiterà una Conferenza sui fiumi del mondo che unisca nella tutela, nella valorizzazione e nello scambio di esperienze i corsi d’acqua più importanti del pianeta”. L’impegno dell’Italia nel World Water Day 2017, però, non finisce qui. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, il ministro Galletti alla vigilia della giornata internazionale dell’acqua ha anche annunciato il lancio del progetto Aquamare. Di cosa si tratta? Nello specifioco di “un nuovo brand riconosciuto a livello internazionale nel quale canalizzare le iniziative del ministero volte a diffondere una nuova cultura dell’acqua”. Insomma, le idee non mancano e l’Italia è pronta a fare la sua parte per preservare l’acqua del Pianeta.
La Giornata Mondiale dell’Acqua 2017 è probabilmente l’occasione migliore per prendere contatto con la realtà planetaria riguardante il bene più importante per lo sviluppo della vita. Eppure, per quanto il diritto all’acqua sia stato sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, c’è ancora chi giornalmente deve fare i conti con l’assenza di un qualcosa che in Italia consideriamo una presenza scontata. Il riferimento è ovviamente all’Africa: il continente che più di ogni altro deve fare i conti con l’emergenza acqua. Come sottolineato dalla versione online de Il Corriere della Sera, Agire, rete di nove organizzazioni non governative fa sapere che l’assenza e la scarsità di acqua potabile e di fonti idriche sono la causa della peggiore crisi alimentare a partire dal secondo dopoguerra in Paesi come Nigeria, Sud Sudan, Somalia e Yemen, dove sono 20 milioni le persone che non hanno accesso a cibo e acqua. Una situazione inaccettabile nel 2017: la speranza è che il World Water Day possa aiutare nel processo di sensibilizzazione per concentrare il maggior numero di sforzi per salvare queste popolazioni.
Si celebra oggi, 22 marzo, la Giornata Mondiale dell’Acqua 2017 o World Water Day: una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 nell’ambito dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio. Ogni 22 marzo, i Paesi membri dell’Assemblea Generale dell’Onu sono chiamati a promuovere iniziative sul territorio che abbiano lo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza dell’acqua. Ad impegnarsi per diffondere le direttive, volte a preservare l’acqua come patrimonio dell’umanità intera, sono anche diverse organizzazioni non governative che di anno in anno si adoperano per sensibilizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla complicata questione dell’acqua nell’era che viviamo. In particolare a finire al centro del dibattito sono spesso l’accesso all’acqua dolce e la sostenibilità degli habitat acquatici. Sono proprio le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative, infatti, a chiarire che addirittura un miliardo di persone, ancora oggi, non ha accesso all’acqua pulita. Il tema scelto quest’anno dall’Onu per il World Water Day riguarda le acque reflue e di scarico intese come risorse e non emblema di spreco.