E alla fine Scotland Yard ha ceduto e ha rivelato poco fa il nome del terrorista che ha compiuto l’attentato di Londra sul ponte e al Parlamento di Westminster: si chiama Khalid Masood e dunque viene smentito il primo nome fatto ieri sul predicatore pro-Califfato Abu Izzadeen. Con un comunicato ufficiale uscito pochi minuti fa si viene a sapere dalla polizia londinese come l’uomo abbia 52 anni, originario del Kent e identificato come il soldato Isis che avrebbe attentato alla sicurezza del centro di Londra solo un giorno fa, compiendo anche 3 vittime e 40 feriti. Collegando con quanto detto dalla premier May, l’uomo era già noto agli 007 inglesi ma non sarebbe stato segnalato come pericolo reale dal report dei James Bond della Regina Elisabetta. Ecco, peccato che poi quel rischio l’uomo se l’è preso e ora si piange una tragedia forse evitabile. Un attacco contro la libera gente ha raccontato la May oggi in Parlamento e un attacco contro l’Europa intera, come hanno prontamente commentato oggi tuti i principali leader Ue, nonostante la recente uscita tramite Brexit del Regno Unito. (agg. di Niccolò Magnani)
Nel tentativo di ritornare al piano presto alla normalità Londra ha deciso di riaprire pochi istanti fa il Ponte di Westminster dove ieri l’attentato dell’auto su folla e poi all’interno del cortile del parlamento Uk ha compito 4 morti e circa 40 feriti. Dopo la rivendicazione ufficiale dello Stato Islamico che ha ritenuto di far spere la paternità del loro “lupo solitario” arriva la contromossa del Governo Londinese e del sindaco Khan, riaprendo lo stesso ponte che 24ore prima era stato teatro della strage, per fortuna limitata in termini di vittime. Scoperta l’identità anche dell’ultimo corpo senza vita ritrovato ieri dopo l’attentato: si tratta di un turista americano di 50 anni, che si aggiunge alla brittannica insegnante con origini spagnole e al poliziotto Keith Palmer morto nel cortile del parlamento di Westminster. Proseguono le indagini e prosegue la segretezza delle autorità nel non rivelare il nome dell’attentatore: oltre ad Abu Izzadeen di altri nomi non se sono stati fatti e al momento neanche è stato smentito. Intanto il primo ministro Theresa May a fatto sapere che Londra e il Regno Unito non deve temere nuovi attacchi a breve, «Non c’è ragione di temere che ci saranno nuovi attacchi. Siamo riuniti qui, nel più antico dei Parlamenti, perché sappiamo che la democrazia, e i valori che essa rappresenta, prevarranno sempre», ha riportato al termine del suo discorso al Parlamento. (agg. di Niccolò Magnani)
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Arriva puntuale come un orologio l’inquietante rivendicazione dell’Isis dopo l’attentato di Londra: come avvenuto già svariate volte nel recente e buio passato dopo gli attentati di Parigi, Bruxelles, Istanbul, Nizza e Berlino, l’agenzia Amaq riporta il comunicato diffuso dal Califfato dello Stato Islamico che conferma la paternità dell’attacco. «È stato un nostro soldato a compiere l’attacco a Londra contro il nemico», viene riportato da Site in inglese, traducendo il comunicato in arabo dell’agenzia vicina al Califfato Isis. Va detto che spesso viene rivendicato qualcosa che non è stato organizzato ma semplicemente viene istituita la paternità del “lupo solitario” che dopo mesi di conversione e radicalizzazione ha deciso di preparare un attentato terroristico con mezzi propri e spesso di fortuna (anche in questo caso un coltello e una macchina noleggiata) e senza dunque una grande possibilità di intercettare una possibile cellula terroristica nascente e operante. Intanto qui sotto a fondo pagina trovate un video impressionante mostra il Ponte di Westminster e come il killer è entrato in azione, passando a tutta velocità sul marciapiede sinistro in direzione Parlamento: non vi è ancora l’identità di questo attentatore, ma resta l’orrore e la paura che suscitato e generato. Quella che nessun londinese presente in quel momento scorderà mai più. (agg. di Niccolò Magnani)
L’attentato al Parlamento di Londra ancora non possiede un nome e un cognome in quanto a colpevole: Scotland Yard ha fatto sapere di essere in possesso del nome del terrorista ma non lo vuole diffondere. Dunque è ancora riserbo assoluto sul primo nome fuoriuscito ieri “Abu Izzadeen” o presunti altri colpevoli: la premier May ha affermato poco fa in parlamento come il nome del terrorista di Westminster è noto agli 007 e presto vi saranno azioni nelle indagini in corso. Proprio la prima ministra del Governo Inglese ha tenuto un lungo intervento alla Camera dei Comuni inglese dove ha riportato il sentimento di tanti britannici e di tantissimi europei di fronte all’ennesimo atto vile e disgustoso del terrorismo internazionale. «Non ci facciamo intimorire, milioni di gesti di normalità sono la risposta al terrorismo», ha detto in maniera veemente la premier britannica. Decisivo il passaggio in cui la May ha affermato, senza alcuna incertezza, come il terrorista del Parlamento di Londra è «sicuramente di matrice islamica e ispirato da ideologia islamica, già conosciuto dai servizi segreti britanni, l’MI5, ma era considerato un elemento marginale. Siamo qui per proteggere la nostra comunità e aumenteremo la presenza di forze dell’ordine in tutto il Paese» ha poi concluso il premier del Regno Unito. (agg. di Niccolò Magnani)
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Mentre ancora si cerca di capire se Abu Izzadeen (Trevor Brooks) sia il vero o falso attentatore al Parlamento di Londra, questa mattina un raid delle forze speciali inglesi è avvenuto a Birmingham, dove si è scoperto che il Suv della strage è stato noleggiato ed è partito ieri pomeriggio. Sono state arrestaste almeno 7 persone nell’operazione di intelligence anche se non significa che tutti siano per forza collegati con l’attentato londinese, visto che ancora deve essere riportata la motivazione dell’arresto. Intanto sul web l’Isis festeggia senza rivendicare, per ora, l’attacco di Westminster: il cuore di Londra, il cuore del potere è stato colpito e per lo Stato Islamico già questa è la migliore notizia possibile. Proseguono nel frattempo lo scorrimento delle immagini di sicurezza per capire cosa è successo davvero nel tragico pomeriggio di ieri e soprattutto si prova a capire se quel Abu Izzadeen, predicatore islamista già noto a Scotland Yard, fosse realmente l’attentatore o se le piste in corso portino verso altri nomi (e quindi giustamente viene tenutola riservata l’operazione per poterla chiudere al meglio). (agg. di Niccolò Magnani)
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È Trevor Brooks, noto come Abu Izzadeen, il terrorista autore dell’attentato di Londra che ha provocato 5 morti e 40 feriti? Il bilancio si è aggravato, ma intanto è massima la cautela sull’identità dell’attentatore: l’imam di Clapton, considerato un “predicatore d’odio”, potrebbe essere ancora in prigione, visto che è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per istigazione e raccolta di fondi finalizzati a compiere attività terroristiche. Secondo l’emittente televisiva Channel 4, era stato rilasciato nel 2009 e nel 2015 aveva fatto perdere le proprie tracce. Poi la smentita, perché l’avvocato ha fatto sapere che è ancora in carcere. Noto all’intelligence del Regno Unito dal 2006, Abu Izzadeen non è stato infatti ancora riconosciuto ufficialmente come attentatore: Scotland Yard sta indagando per terrorismo, ma non ha ancora né confermato né smentito l’identità dell’uomo. Ha detto di aver identificato il killer, ma non ne ha rivelato il nome, perché l’inchiesta è appena cominciata.
Per gli inquirenti comunque si tratta di un «attacco terroristico di matrice islamica». Nelle prime ore, comprensibilmente convulse, si era parlato di due assalitori, ma la Met Police ha escluso la presenza di un complice, spiegando che dietro l’azione terroristica potrebbe esserci un solo uomo. L’attentatore di Londra sarebbe, dunque, un “lupo solitario”, come accaduto recentemente al mercato di Natale a Berlino. A Londra, però, il precedente è un altro: in molti ricordano Michael Olumide Adebolajo e Michael Oluwatobi Adebowale, i due terroristi britannici di origini nigeriane che nel 2013 uccisero con una mannaia il soldato di Sua Maestà Lee Rigby, dopo averlo investito.