E’ convinta che qualcuno abbia fatto del male al figlio Roberto Gambina, morto in circostanze misteriose nel novembre del 2015, nel cortile della sua scuola a Vittoria. “Ne sono certa di questo”, ha spiegato la madre del 19enne ai microfoni del programma Chi l’ha visto, avanzato una giustificazione alla quale si fa fatica a non credere. “Roberto amava la vita, non avrebbe mai pensato di suicidarsi. Roberto non aveva alcun motivo per fare una cosa del genere”, ha aggiunto la madre del giovane studente. Ora la donna spera che grazie alle nuove indagini si possa riuscire finalmente a capire cosa sia realmente successo e a tal proposito lancia un appello: “Se nel frattempo qualcuno vuole raccontare cosa ha visto, perché sono convinta pure che dentro quella scuola, in quel cortile, dove qualcuno ha fatto del male a Roberto, c’erano molte persone”. Nella giornata di mercoledì, anche la madre del 19enne ha partecipato al nuovo sopralluogo dentro il cortile della scuola. “Siamo andati in palestra, hanno guardato, hanno cercato di capire, speriamo di riuscire a scoprire perché Roberto non c’è più”, ha chiosato.



La mamma di Roberto Gambina, in quasi due anni dalla morte del figlio ha sempre chiesto a gran voce che fosse fatta luce sulle cause del decesso, convinta del fatto che non fosse legato in alcun modo ad un incidente. Alla fine, i suoi numerosi appelli sono stati ascoltati. Lo scorso mercoledì, come ha riferito la trasmissione di Rai 3, Chi l’ha visto, i superperiti incaricati dal procuratore Petralia sono entrati nell’istituto scolastico Lanza di Vittoria per eseguire un nuovo sopralluogo. L’attenzione si è concentrata in particolare sul cortile della scuola, nel quale il 19enne fu ritrovato morto la mattina del 20 novembre di due anni fa. Dopo questo importante avvenimento, la madre di Roberto Gambina è tornata a parlare ai microfoni di Chi l’ha visto: “E’ passato un anno e 4 mesi dalla morte di Roberto, non sappiamo ancora cosa sia successo”, ha dichiarato. Il caso, ricordiamolo, era stato archiviato come suicidio, ma dopo le varie segnalazioni alla fine il giudice ha deciso di chiedere altri sei mesi per indagare e cercare di capire cosa sia realmente successo al giovane Roberto Gambina.



Sarà riaperto il caso di Roberto Gambina, il giovane studente siciliano di appena 19 anni, trovato morto il 20 novembre 2015 all’interno del cortile dell’Istituto Lanza di Vittoria. Una bella soddisfazione per la famiglia del ragazzo, la quale non ha mai realmente creduto alla tesi del suicidio portata avanti dalla Procura di Ragusa che aveva deciso di archiviare le indagini. E così, a distanza di due anni si riparte nella speranza di fare finalmente luce su un giallo dai contorni inquietanti. Dopo i tanti appelli della famiglia e gli esposti presentati, finalmente si tornerà indagare sulla fine tragica di Roberto Gambina, nella speranza di spazzare via la tesi del suicidio e di trovare i veri responsabili dietro il decesso del giovane siciliano. A tal fine, come rivela il portale FanPage.it la Procura di Ragusa, guidata dal procuratore Carmelo Petralia, nelle passate ore ha emesso due nuovi incarichi che riguardano la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone ed il medico legale Giuseppe Iuvara. Saranno loro ad occuparsi delle nuove perizie sulla morte del ragazzo vittoriese attraverso analisi che non riguarderanno solo la sfera psicologica dello studente ma anche la ricostruzione dei fatti ed il contesto nei quali sarebbero maturati. A tal proposito non si esclude dunque l’analisi dei supporti informatici, delle testimonianze rese nel corso delle indagini e della consultazione degli atti prodotti fino a oggi. Al tempo stesso, il Gip ha prorogato le indagini di ulteriori sei mesi durante i quali saranno eseguiti i nuovi accertamenti da parte del team di esperti. La decisione era giunta lo scorso primo marzo, in seguito al respingimento della richiesta di archiviazione. Grazie a questo supplemento di indagine sarà anche possibile rivedere gli esiti dell’autopsia eseguita in passato sul corpo del ragazzo morto. Non è escluso, tuttavia, la riesumazione del corpo di Roberto Gambina anche alla luce dei nuovi accertamenti che verranno eseguiti dai due esperti incaricati. Fino ad oggi sono stati tanti i dubbi espressi dalla famiglia Gambina, tramite i due legali difensori, gli avvocati Patrizia Romano e Salvatore Romano. Nello specifico non sarebbero state affatto motivate dalla caduta dalle scale interne al secondo piano dell’istituto scolastico, diverse ferite riportate dallo studente. Si era parlato di nocche delle dita graffiate, varie ecchimosi e una lesione alla tempia destra non compatibili con una caduta. Il giorno della sua morte, Roberto Gambina si era recato a scuola ed intorno alle 9:24 aveva chiesto di uscire per recarsi in segreteria. Successivamente era avvenuto il ritrovamento drammatico del suo corpo privo di vita, dopo un volo di diversi metri, terminato alla base delle scale di sicurezza della struttura scolastica, dove nei giorni scorsi si è compiuto un sopralluogo.

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