In un nuovo documento, WikiLeaks ha spiegato di recente come la CIA, per anni, sia riuscita a sviluppare strumenti atti ad hackerare i principali prodotti Apple, nello specifico iPhone e Macbook. Gran parte dei documenti resi pubblici, spiega il portale The Verge, risalirebbero a sette anni fa ma resterebbero validi anche con riferimento agli attuati prodotti dell’azienda di Cupertino e con le loro presunte vulnerabilità. WikiLeaks cita in modo particolare un tool per accedere ad iPhone e Macbook e denominato “Sonic Srewdriver” ed utilizzato per hackerare facilmente un portatile Apple semplicemente attraverso una porta USB o Thunderbolt, permettendo così alla CIA di avere un accesso diretto al dispositivo. In altri casi l’hackeraggio avviene attraverso firmware del computer difficilmente rilevabili. Stando a quanto trapelato da questi documenti, Apple avrebbe incontrato maggiori problemi sul piano della vulnerabilità soprattutto con le prime versioni di iPhone. A tal proposito, la CIA tramite un tool chiamato “beacon” è stata in grado di spiare il dispositivo, essendo stato progettato per essere installato sul telefono intercettato ancor prima del suo acquisto. I tool rivelati da WikiLeaks farebbero riferimento a diversi anni fa, quindi non è possibile stabilire l’efficacia sui moderni prodotti Apple, sebbene non sia escluso che la CIA abbia realizzato nel frattempo funzioni simili per colpire i Macbook odierni. WikiLeaks ha promesso di rendere note a tutte le principali aziende le vulnerabilità in modo da poter correre ai ripari, ma la divulgazione dei bug richiederebbe una serie di condizioni da parte di Apple.



Dopo le rivelazioni di WikiLeaks in merito alle vulnerabilità di Apple con riferimento a iPhone e Macbook, il portale The Verge ha raggiunto l’azienda di Cupertino per una doverosa replica. La società della Mela morsicata ha negato qualunque tipo di negoziato con WikiLeaks, ribadendo come i recenti prodotti non siano affatto vulnerabili agli attacchi hacker. Apple, a tal proposito, ha reso una dichiarazione ufficiale asserendo di aver attentamente valutato l’informativa di WikiLeaks giungendo alla conclusione che la presunta vulnerabilità di cui si parla nei documenti sopracitati, in realtà farebbe riferimento solo agli iPhone precedenti al 2009, risolta con il passaggio dalla versione 3GS alla 3G. Le presunte vulnerabilità dei Mac farebbero invece riferimento ai prodotti precedenti al 2013. Apple ha poi precisato di non aver negoziato alcuna informazione con WikiLeaks. “Abbiamo dato loro istruzioni di presentare tutte le informazioni che desiderano tramite il nostro normale processo sotto i nostri termini standard”, ha aggiunto l’azienda. La società ha ribadito, infine, l’enorme importanza data ai temi di sicurezza e privacy dei propri utenti, non tollerando al tempo stesso coloro che intendono danneggiarli.

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