La Corte d’Assise di Lanciano che oggi si è pronunciata su Fabio Di Lello, ritenendolo il responsabile dell’omicidio di Vasto e condannandolo a 30 anni con rito abbreviato, ha anche riconosciuto l’aggravante della premeditazione a carico dell’imputato. E’ quanto rende noto il sito di TgLa7, ricordando come nella precedente udienza di qualche giorno fa la pubblica accusa aveva chiesto alla Corte la condanna all’ergastolo a carico del 34enne, reo di aver ucciso con tre colpi di pistola il giovane 22enne Italo D’Elisa, giustiziando così la morte della moglie Roberta Smargiassi. Oltre all’ergastolo era stata avanzata anche la richiesta di isolamento diurno per la malvagità della condotta dell’uomo. Intanto l’avvocato dell’assassino reo confesso di Fabio Di Lello ha già annunciato ricorso contro la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato l’uomo al massimo della pena con rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo in caso di condanna, evitando così il carcere a vita.
Fabio Di Lello, il 34enne accusato dell’omicidio di Vasto consumatosi lo scorso primo febbraio, è stato condannato a 30 anni di reclusione per aver ucciso a colpi di pistola il 22enne Italo D’Elisa. Un delitto efferato, per il quale il pm aveva chiesto l’ergastolo a carico dell’imputato, giudicato dalla Corte d’Assise a Lanciano nell’ambito del procedimento con rito abbreviato, per l’accusa gravissima di omicidio volontario premeditato. E’ quanto rivela Repubblica.it, che evidenzia la decisione della Corte giunta al termine dell’udienza di oggi. Fabio Di Lello, il primo febbraio scorso aveva ucciso con tre colpi di pistola calibro 9 il giovane che sei mesi prima aveva investito con la sua auto, uccidendola, la moglie Roberta Smargiassi, mentre era in sella al suo scooter. Il delitto si consumò davanti ad un bar di Vasto e poco dopo l’uomo fu fermato, confessando tutto. Lo scorso 20 marzo era andata in scena la precedente udienza, nel corso della quale Fabio Di Lello aveva reso alcune dichiarazioni spontanee al cospetto della Corte, definendosi “pentito e dispiaciuto” per ciò che aveva commesso. Nella medesima occasione, Procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio ed il sostituto Gabriella De Lucia si erano resi protagonisti di una durissima requisitoria, al termine della quale era stato chiesto l’ergastolo a carico dell’imputato. La Corte d’Assise è giunta alla sua decisione di oggi, condannando a 30 anni di reclusione (il massimo della pena previsto dal rito abbreviato), dopo aver valutato le ultime memorie depositate dalle parti e nello specifico la richiesta di perizia psichiatrica su Di Lello. La sua difesa aveva avanzato la richiesta, presentando ulteriori documenti medici in grado di attestare l’instabilità psichica del proprio assistito. Tuttavia, a carico dell’assassino reo confesso di Italo D’Elisa è stata riconosciuta anche l’aggravante della premeditazione e la Corte ha anche stabilito una provvisionale di 40 mila euro a favore dei genitori e del fratello della giovane vittima 22enne.