Fa molto discutere la vicenda che è accaduta a Giugliano, in provincia di Napoli, dove un ragazzino disabile di 13 anni è stato stuprato da un branco di coetanei per 4 anni. Dopo che il caso è venuto alla luce ci si interroga sui giovani, sui loro valori e sul perché accadano orrori di questo tipo. Casi di violenze a danni di minori sono accaduti in passato anche in altri contesti, sempre nel napoletano, e si cerca ora di capire se si siano delle analogie. Per esempio la vicenda del ragazzino disabile stuprato dal branco è in qualche modo accostabile a quella di Fortuna Loffredo? Rosetta Cappelluccio, la psicologa dei bambini del parco Verde di Caivano, intervistata da La Stampa, sottolinea che “certamente il contesto di violenza inaudita avvicina i due casi. Ma ci sono anche differenze profonde. Nella vicenda della piccola Fortuna l’ aggressore era un adulto consapevole, qui parliamo di ragazzini che è nostro dovere recuperare”. Secondo la psicologa i ragazzini sono esposti in maniera “sempre più precoce al sesso, in contesti di degrado e violenza”. Come recuperarli? “Principalmente lavorando sull’ empatia. Devono tornare a “sentire” il dolore degli altri”, sostiene Cappelluccio.



Dopo il caso del ragazzino disabile stuprato, è sceso in campo anche lo psichiatra Paolo Crepet, che tramite il portale Intelligonews.it ha detto la sua sulla vicenda. L’esperto non può non parlare di “imbarbarimento puro”, lasciando interdetto di fronte alla presenza di “ragazzini che si comportano come gorilla in mezzo alla savana”. Lo psichiatra ha però sottolineato un altro vero dramma in tutta questa drammatica vicenda, ovvero il fatto che gli stessi ragazzini rei di aver commesso inaudite violenze, alla fine saranno comunque perdonati. “Sono già scattati avvocati, contro-avvocati, assistenti sociali, tutti dalla parte di chi offende l’umanità”, ha commentato in merito, dando dei vigliacchi a coloro che se la sono presa con un giovane disabile. Il pensiero va proprio alla vittima che, come ricorda Crepet, per tutto il resto della sua vita sarà chiamato a pagare le conseguenze di questa terribile vicenda che lo ha visto, suo malgrado, protagonista. Poi conclude con un appello ai giudici ed alla magistratura in generale: “Io chiedo ai giudici cosa facciamo. Se i giudici e la magistratura alzano le mani al cielo e dicono che non si può fare niente vuol dire che siamo tutti, magistratura compresa, complici dell’imbarbarimento”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La storia del ragazzino affetto da disabilità e vittima di inaudite violenze da parte di ben undici ragazzini, ha dell’incredibile. A ricostruire la vicenda, come riporta La Stampa online, sono stati i Carabinieri di Giugliano, in provincia di Napoli, i quali hanno evidenziato gli episodi di violenza e disposto l’accompagnamento in comunità per otto dei ragazzini coinvolti nello stupro, mentre i più piccoli sono stati affidati ai genitori, sebbene non si esclude che ci fossero altri minorenni nel gruppo di violentatori. A commentare la vicenda drammatica è stata anche la deputata del Pd e responsabile nazionale del partito per l’infanzia e l’adolescenza, Vanna Iori, che ha evidenziato “il totale fallimento dell’educazione”. Di fronte all’ennesimo caso di violenza, a detta della deputata è necessario domandarsi in cosa si è sbagliato e fallito. Iori evidenzia poi la gravità della situazione del Napoletano, a partire dalla disabilità della vittima, oltre che della minore età, per poi chiedersi dove fossero i genitori dei ragazzi violentatori. “Dove erano i genitori di questi ragazzi? Come hanno fatto a non accorgersi del fatto che i loro figli si stavano rendendo protagonisti di fatti inqualificabili?”. Per coloro che sono stati indirizzati nelle comunità, la deputata auspica “un recupero pieno alle regole di umanità e rispetto, oltre alla consapevolezza della giusta punizione per quello che hanno commesso”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Per quattro anni un 13enne con lieve disabilità mentale è stato stuprato da undici persone, ma oggi l’incubo per il ragazzino è finito, perché i suoi aguzzini sono stati individuati. Tre di loro, però, non sono imputabili, perché sono minori di 14 anni, ma gli altri sono stati accusati di violenza sessuale e sequestro di persona. La madre della vittima si è accorta di tutto: ha notato il figlio con un branco di ragazzini in un atteggiamento ambiguo. Le violenze, infatti, come riportato da Il Mattino, sono avvenute in strada e in un campo di calcetto, in un’occasione invece a casa di uno degli aguzzini. Il 13enne non ha mai confessato a nessuno per questi quattro anni quanto subiva, ma i carabinieri della Compagnia di Giugliano, in Campania, hanno individuato chi ha commesso le violenze. Il sindaco Antonio Poziello ha definito terribile la vicenda e ha annunciato una serie di interventi per prevenire questi abusi. Nel merito è entrato l’assessore alla Legalità, Adolfo Grauso: «Lunedì la Giunta approverà una Delibera per l’istituzione di uno sportello finalizzato alla prevenzione del bullismo in collaborazione con le istituzioni scolastiche. È indispensabile mettere in rete i diversi soggetti istituzionali che si occupano dei minori e del loro benessere, le stesse forze dell’ordine, ed offrire un punto di riferimento anche alle famiglie».

Notizie che lasciano allibiti, sempre più frequenti, segno di un degrado morale ed educativo che ormai ha raggiunto i livelli massimi. Un ragazzino di 13 con leggera disabilità mentale, quello che una volta si definiva “ritardato” è stato vittima per ben quattro anni di un branco di ragazzini oggi maggiorenni a parte tre di loro che hanno 14 anni. E’ stato stuprato e violentato in più occasioni: per le strade, a casa di uno di loro, nel campo di calcetto dove andavano a giocare. La madre della vittima una volta li aveva notati in atteggiamenti ambigui, ma solo adesso ha sporto denuncia. Tutti arrestati tranne i minori, ben undici giovani. La vicenda si è svolta nella cittadina di Giuliano, il cui sindaco ha commentato: “Non ci sono parole per commentare. L’idea che a compiere le violenze sia stato un ‘branco’ di minori, di cui due con meno di 14 anni, e che siano andate avanti per ben quattro anni lascia sgomenti”. Che fare davanti a questi episodi? Dare la caccia con più poliziotti? Non basta. Bisogna intervenire in modo educativo in nuclei familiari che evidentemente vivono con una coscienza dell’età della pietra e se nel caso portare via i figli a genitori incapaci di comunicare qualunque sentimento di umanità e che crescono i figli in chissà quale squallore morale.