Quando succede un fatto così grave come quello visto ad Alatri, dove Emanuele Morganti è stato ucciso a sprangate, si accende il popolo del web che sicuramente prende posizione. La cosa grave è che proprio sui social network circolino, come racconta Ciociaria oggi, i nomi e i cognomi dei presunti colpevoli. La cosa più importante è che le indagini siano seguite, come sta accadendo, dalle forze dell’ordine e che l’opinione pubblica riservi per il povero ragazzo messaggi di rispetto ma non si sostituisca a chi deve prendere delle decisioni. Inoltre nel periodo della globalizzazione è molto pericoloso sparare nomi perchè ovviamente potrebbero portare delle conseguenze ingiustificate e aumentare la rabbia magari aizzando anche la violenza. Come è giusto che sia ognuno dovrà assolutamente rispettare il suo ruolo ed evitare di creare ulteriori problemi in un momento in cui il silenzio sarebbe il miglior modo di rispettare Emanuele Morganti.
Dopo la morte di Emanuele Morganti, i Carabinieri e l’intera comunità di Alatri vogliono conoscere la verità su quanto accaduto al giovane di appena 20 anni. Le Forze dell’Ordine sono sulle tracce degli aggressori, tutti quasi coetanei del povero Emanuele, morto per i calci ed i pugni subiti, dopo due giorni di terribile agonia. Decine i testimoni sentiti fino ad oggi, mentre gli inquirenti, come riporta Il Fatto Quotidiano, per l’intera notte hanno ascoltato nove giovani. Tra loro potrebbe celarsi anche chi ha colpito la vittima, uccidendola con una spranga, sebbene non si escluda che l’arma usata possa essere anche un cric o una chiave inglese. I nove giovane erano stati già attenzionati e sentiti nelle passate ore ma sono stati richiamati in questura nel corso della notte. Intanto il locale dal quale sarebbe partita la rissa è stato posto sotto sequestro. Da vagliare anche la posizione del buttafuori della discoteca, di origini albanesi, e che avrebbe preso le difese del cliente ubriaco che aveva infastidito la fidanzata del 20enne. Secondo altri testimoni, tuttavia, l’aggressione sarebbe scaturita per un cocktail conteso. Chi ha soccorso il povero Emanuele Morganti, dopo la brutale aggressione, credeva fosse stato investito da un’auto. Attualmente, risulterebbero comunque svariate le persone le cui posizioni risultano al vaglio degli inquirenti per i quali sarebbero già state riconosciute diverse responsabilità. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il giorno dopo la morte di una morte assurda e senza senso, il paesino di Alatri si interroga su quanto successo al povero Emanuele Morganti, 20 anni e in uscita per la prima volta con l’auto del padre proprio venerdì sera. Con amici e con la sua fidanzata Ketty sono andati in discoteca e da quella sera purtroppo è cambiato tutto: aggirato a aumento 20 coetanei e forse anche qualche buttafuori, ripete agitatissima la ragazza di Emanuele usando parole molto forti che verranno ovviamente valutate dagli inquirenti sulle indagini ovviamente scattate per omicidio e aggressione. In una intervista al Corriere questa mattina parlano alcuni amici del ragazzo 20enne, che riportano anche le parole della fidanzata troppo choccata ancora per parlare con la stampa: «lo hanno ucciso a sprangate. Sono arrabbiata con chi in queste ore dice che era una testa calda. Ma come si fa a dire una cosa così? Stava solo passando una serata con gli amici e la sua ragazza. Non aveva fatto niente». Proprio su questo punto si cercherà di scoprire al più presto la verità, visto che in un primo momento si è parlato di una rissa finita male mentre ora in corso tutti gli amici di Emanuela ripetono come il ragazzo è stato picchiato e preso a botte con delle spranghe, oltre a calci e pugni, praticamente mentre era da solo, inerme, con 30 persone addosso. Ci sono albanesi – come quello che ha approcciato Ketty, ora scappato – e anche tanti italiani coinvolti, come chi ha tirato forse la sprangata “fatale”. «Ma quale rissa? Non c’è stata una rissa, era lui da solo. È stato preso dai buttafuori, ma non lo hanno buttato fuori. L’hanno rincorso. Quelli non dovevano proprio lavorare, hanno precedenti penali. È brutta gente», accusano i ragazzi che erano con Emanuele.
-La comunità di Alatri è scossa da quanto successo ad Emanuele Morganti, il ragazzo preso a sprangate dal branco ed in seguito deceduto. Il paesino della provincia di Frosinone aveva organizzato per questa sera una fiaccolata in onore del giovane, ma Roberto Ardesse, Consigliere Comunale, ha richiesto agli organizzatori, tramitte Facebook, di rimandare l’evento per evitare ulteriori pericoli. La tensione continua infatti ad essere alle stelle, sottolinea Il Messaggero, proprio per il brutale assassinio di Emanuele Morganti. Le autorità molto probabilmente vogliono evitare che accada quanto avvenuto nel caso di omicidio di Antonella Lettieri, in seguito all’arresto di Salvatore Fuscaldo come presunto assassino. Il paese, infatti, si era radunato con lo scopo di linciare il 52enne pensionato. In base alle prime indiscrezioni, la fiaccolatta per Emanuele Morganti dovrebbe invece svolgersi la prossima settimana. [Aggiornamento a cura di Morgan K. Barraco]
Alla fine è morto Emanuele Morganti, il ragazzo di 20 anni picchiato selvaggiamente da almeno 20 persone al di fuori di un locale di Alatri, in provincia di Frosinone, nella notte tra venerdì e sabato. In questi minuti è giunta la notizia da Roma, dove il giovanissimo era ricoverato dopo le gravissimi lesioni subite in seguito ad un pestaggio insensato e allucinante. Morganti pare fosse stato picchiato addirittura con una spranga con la dinamica precisa che ci riportiamo qui sotto: resta l’impressione per l’ennesimo episodio di violenza completamente gratuita, almeno in apparenza. Un locale il venerdì sera, come tanti in Italia e con un ragazzo come tanti altri nel Frusinate e in realtà anche in tutta Italia. L’intervento chirurgico per ridurre le lesioni alla testa e alle varie parti del colpo non è servito a nulla: Emanuele è morto in serata nel dolore della famiglia e prima ancora che si sia scoperto cosa sia successo davvero quella notte maledetta. Nove in tutto i sospettati, tutti ascoltati dal pm tra ieri e oggi: tra di loro c’è il giovane che pare abbia inferto i colpi mortali con la barra di ferro. Il giovane è interrogato in queste ore, ma mancano anche altri visto che si parla nelle testimonianze di circa 20 persone intervenute per il pestaggio.
Emanuele Morgani è morto dopo esser stato preso a botte, massacrato e lasciato già quasi senza vita nella notte tra venerdì e sabato scorso ad Alatri: avviene tutto nella piazza centrale del paese in Ciociaria, con un locale come tante altri che assiste ad una scena tragica. Pare che tutto sia cominciato con alcuni apprezzamenti e avances fatti alla ragazza che accompagnava il 20enne, che a quel punto ha reagito tentato di difenderla: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di rabbia della compagnia mista italiani e albanesi. Uno scontro tra due gruppi forse e chi ha la peggio è proprio Emanuele: viene colpito ripetutamente anche a un oggetto di ferro, probabilmente una spranga (andrà anche chiarito cosa ci faceva fuori da una discoteca una spranga o una chiave inglese). I colpi gli hanno provocato diverse fratture al cranio: a quel punto la vittima è stata trasportata prima al pronto soccorso della cittadina e poi in eliambulanza al Policlinico Umberto Primo di Roma. Tutto inutile però, Emanuele Morganti è morto poco fa. E l’inchiesta si apre immediatamente, ma come omicidio e non più solo come aggressione.