L’autopsia eseguita stamani sul corpo della 36enne asiatica trovata all’interno di un trolley abbandonato a Rimini ha escluso la morte per asfissia o annegamento: sarebbe, invece, morta di stenti. La donna era, infatti, in fin di vita quando è stata messa da qualcuno all’interno della valigia, abbandonata poi lungo la banchina del porto canale e ritrovata sabato mattina da due amici che stavano armeggiando vicino alla loro barca. Non sono emerse cause esterne ed è sfumata l’ipotesi che fosse la donna cinese sparita a febbraio durante una crociera nel Mediterraneo, Xing Lei Li. Nessuna coincidenza tra statura, corporatura e colore della valigia. La donna nella valigia era molto più bassa di quella cinese, alta un metro e 73. Inoltre, per la Marina militare sembrava oggettivamente improbabile che il cadavere della cinese scomparsa in crociera potesse essere stato trasportato dalle correnti per oltre 1.200 chilometri, visto che la nave aveva toccato posti molto lontani da Rimini. Denutrizione: questa potrebbe essere, dunque, la causa della morte della donna asiatica trovata in sacchi neri dell’immondizia. Il suo corpo nudo, in stato di decomposizione perché la morte sarebbe avvenuta almeno dieci giorni fa, è stato giudicato estremamente magro e privo di segni di ferite: «Sembrava uscita da un lager», la descrizione agghiacciante riportata dall’Ansa. Lo stato di sofferenza fisica negli ultimi giorni di vita ne spiegherebbe il decesso. La Squadra mobile della polizia, dunque, continua le indagini per risolvere il caso del cadavere del trolley.



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