L’uomo protagonista dei festini gay con i preti è stato ascoltato dai militari della Guardia di Finanza della sezione di polizia giudiziaria della Procura: il grande accusatore del parroco di Pizzofalcone ha confermato i dettagli della storia degli incontri a luci rosse. Il giovane Paolo si è a lungo confrontato con gli uomini del tenente colonnello Luigi Del Vecchio per fornire ulteriori elementi all’inchiesta affidata al sostituto procuratore Clelia Mancuso: hanno voluto sapere quando, dove e soprattutto chi ha partecipato agli incontri di cui è stato protagonista con il sacerdote di Santa Maria degli Angeli. «Ho raccontato e confermato tutto: sì, è vero, ho più volte avuto incontri sessuali con i preti», ha dichiarato Paolo a Il Mattino dopo l’interrogatorio. L’indagine, dunque, si sta allargando: l’obiettivo è individuare gli altri preti che avrebbero partecipato a questi festini gay. Gli investigatori vogliono raccogliere testimonianze e indizi, elementi utili per capire se si nascondono altri scenari, fatti penalmente rilevanti ed eventualmente storie di prostituzione o pedofilia. Il caso della chiesa di Pizzofalcone e quello denunciato da don Di Noto non sono separati: in uno dei messaggi che si scambiavano in chat il parroco di Santa Maria degli Angeli e il giovane Paolo si discuteva della possibilità di coinvolgere l’altro sacerdote in un incontro. Si va delineando una rete creata da sacerdoti evidentemente infedeli al voto di celibato. Intanto la diocesi di Pozzuoli tace: non ha preso alcun provvedimento nei confronti di un sacerdote che, come riportato da Il Mattino, avrebbe avuto frequentazioni ambigue sin dai suoi esordi. L’uomo, che ora avrebbe circa 40 anni, sarebbe stato allontanato dalla Chiesa di Napoli già prima di entrare in seminario per il morboso attaccamento a un monsignore che oggi riveste un ruolo importante nella diocesi napoletana.