Tra le motivazioni che avevano spinto i legali di Matteo Cagnoni a richiedere la scarcerazione del loro assistito, in carcere da 6 mesi per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri, ve n’erano alcune di salute. Come riportato da Il Resto del Carlino, infatti, i legali Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti avevano fatto presente al Gip Piervittorio Farinella che i medici incaricati dalla difesa di visitare Cagnoni in carcere avevano riscontrato una «patologia reumatica» nonché una «sindrome depressiva». Per questo motivo i domiciliari erano visti come una soluzione positiva in vista del completamento delle indagini. Di questo avviso non era ovviamente l’accusa, rappresentata dai pm Alessandro Mancini e Cristina D’Aniello, e dall’avvocato della famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari. Questi, non solo avevano fatto notare che il dermatologo avrebbe partecipato ad attività fisiche almeno fino a febbraio (un torneo di ping pong, ndr), ma hanno anche ricordato che la Cassazione si è espressa anche rispetto alla sindrome ansioso-depressiva precisando che “le condizioni di salute particolarmente gravi” capaci di “precludere alla custodia in carcere, non devono identificarsi con quelle patologie che sono connaturali alla privazione della libertà personale”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
Deve restare in carcere Matteo Cagnoni, il dermatologo dei vip accusato di aver ucciso il 6 settembre scorso la moglie Giulia Ballestri. Lo ha deciso il gip Piervittorio Farinella, che questa mattina ha rigettato l’istanza degli avvocati Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti che per conto del 51enne avevano inoltrato richiesta di scarcerazione. Per Cagnoni, finito in cella da sei mesi a questa parte poiché sospettato di avere ucciso a bastonate la moglie 39enne, come riportato da Il Resto del Carlino, la speranza di uscire di prigione è rappresentata da un eventuale ulteriore ricorso al Tribunale della Libertà di Bologna. Era stato lo stesso Cagnoni, in una lettera inviata al giudice, a specificare che se proprio non poteva essergli restituita la piena libertà (il dermatologo si professa innocente, ndr) “starei buono e tranquillo nel mio isolamento domestico, meno sofferente e un po’ più sollevato nell’umore”. La richiesta dei domiciliari è stata però respinta: in attesa di leggere le motivazioni della sentenza è chiaro che per il gip Farinella il dermatologo rappresenta il principale indiziato per l’omicidio di Giulia Ballestri. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
A rendere ancora più tragica la morte di Giulia Ballestri, la donna di 39 anni che secondo gli inquirenti sarebbe stata uccisa a bastonate dal marito Matteo Cagnoni, famoso dermatologo dei vip, vi sarebbero le modalità con cui questo omicidio è avvenuto. Come riportato da Il Resto del Carlino, quel maledetto 16 settembre la povera Giulia avrebbe tentato di difendersi strenuamente dalla follia omicida del marito, e a dimostrarlo sarebbero le diverse ecchimosi riscontrate sulle mani e sulle braccia della vittima durante l’autopsia. Ad aggravare il tutto, il sospetto che Cagnoni possa avere addirittura infierito sulla moglie agonizzante: impronte di piedi nudi di Giulia sono state rinvenute nella villetta di Ravenna in cui è stato consumato il delitto, segnale inequivocabile che la Ballestri abbia tentato una fuga disperata senza riuscirvi. Non è escluso, poi, che Cagnoni le abbia sferrato anche calci e pugni mentre il medico legale spiega che l’agonia della donna è durata “varie decine di minuti”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
Sono trascorsi poco più di sei mesi dall’arresto di Matteo Cagnoni, celebre dermatologo accusato del peggiore dei crimini: l’omicidio della moglie Giulia Ballestri. La donna 39enne, secondo l’accusa, sarebbe stata attirata dal marito con l’inganno all’interno di una villetta di famiglia abbandonata, a Ravenna: era il 16 settembre scorso, quando Cagnoni avrebbe massacrato a colpi di bastone in testa la moglie, dalla quale si stava separando. Tanti gli indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, che ha invece sempre negato una sua responsabilità nell’omicidio di Giulia Ballestri. Nei giorni scorsi, come rivelato dal quotidiano La Nazione nella sua versione online, la Procura di Ravenna ha intanto chiuso le indagini sul feroce delitto della 39enne ed ha avanzato la richiesta al giudice per le indagini preliminari di giudizio immediato a carico di Matteo Cagnoni, il 51enne ritenuto il solo responsabile dell’omicidio. A breve, dunque, potrebbe prendere il via il processo in Corte d’Assise a carico del dermatologo, per il quale si resta attualmente in attesa della data di inizio e della notifica alle rispettive parti. Il marito di Giulia Ballestri e suo presunto assassino, era stato fermato dalle Forze dell’Ordine a distanza di tre giorni dall’omicidio della donna: era l’alba del 19 settembre scorso, quando Cagnoni fu rintracciato nella villa paterna a Firenze, dopo che tentò una maldestra fuga. Tanti gli elementi gravissimi contro di lui, raccolti nel corso dei lunghi mesi di indagini condotte dalla squadra Mobile di Ravenna. I più gravi sono certamente rappresentati dalle impronte isolate sul sangue della vittima ritrovate nella villa di via Genocchi dove Giulia è stata massacrata brutalmente, e che secondo l’accusa apparterrebbero proprio al dermatologo arrestato. A compromettere ulteriormente la sua posizione, anche il contenuto di una serie di messaggi che Cagnoni inviò la notte del fermo, ancor prima di conoscere cosa fosse realmente accaduto ai danni della moglie, dalla quale si stava separando. Proprio quest’ultimo aspetto rappresenterebbe anche il movente del delitto, insieme alla nuova relazione con un altro uomo da parte di Giulia Ballestri. Il Gip, a questo punto, dovrà esprimersi non solo sulla richiesta di giudizio immediato per Matteo Cagnoni, ma anche sulla richiesta avanzata dai difensori dell’uomo che nei giorni scorsi hanno inoltrato istanza di scarcerazione o in subordine i domiciliari con braccialetto elettronico.