Da ieri è ufficiale in Austria: vietata la distribuzione del Corano e vietato anche il mostrare il velo per le donne in ambienti pubblici. Il Governo di Vienna ha approvato il nuovo dispositivo di misure assai restrittive già annunciate a fine gennaio, avendo ristretto ancora la mira sulla questione migranti e rifugiati e sulla possibile “minaccia” islamista che l’esecutivo austriaco giudica come assai in emergenza. Dopo l’annuncio del ritiro dall’applicazione del piano Ue sul ricollocamento degli stessi migranti, ora la nuova stretta che colpisce alcuni dei punti chiave della religione coranica: il testo sacro di Maometto non potrà essere distribuito pubblicamente, ogni donna musulmana non potrà mostrare il velo islamico in pubblico e da ultimo si obbliga tutti i richiedenti asilo accolti in questi e nei prossimi mesi a frequentare cosi di cultura e lingua tedesca. Le misure del governo di coalizione nazionale, con popolari e socialdemocratici, sono state raggiunte e approvata, alzando ovviamente un polverone notevole non solo in Austria ma nell’Europa sempre più in difficoltà sul fronte migranti ed emergenza immigrazione. Se la misura sul velo ricalca le leggi vigenti in Francia e Belgio, la vietata vendita del Corano in strada per i gruppi salafiti è una novità che porterà certamente una moltitudine di polemiche. Un modo certamente di frenare l’avanzata dei migranti, ma forse anche un modo per limitare e fortemente la libertà del singolo cittadino, arabo, cristiano, ateo che sia. «Solo in questo modo le persone potranno elaborare il rispetto verso la società», ha detto il ministro degli Esteri e dell’Integrazione di Vienna, Sebastian Kurz.



Non si spiega neanche con lo spostamento a destra dell’esecutivo politico di Vienna, qui il problema resta fondamentalmente religioso e di rispetto per una comunità, quella musulmana, assai presente (che piaccia o no) all’interno della piccola Austria. La Chiesa ha commentato con l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, di non essere per nulla d’accordo con le misure della nuova legge “anti-Islam” e nonostante rimanga viva la miniai islamista su tutta l’Europa la soluzione progettata dal governo austriaco non sembra per nulla risolvere il problema. Anzi, potrebbe addirittura crearne ulteriori con il Corano che ad oggi più di prima potrà essere usato come arma simbolica di distanza e di “guerra” all’occidente intransigente. Un problema sociale e politico enorme, con soluzioni a buon mercato che non reggono (resta infatti anche il problema di un dialogo religioso e sociale assai complesso anche da parte dei musulmani poco disposti all’integrazione). «Gli islamici vorrebbero approfittare della nostra debolezza, ma non sono responsabili per la nostra debolezza. Siamo noi stessi europei», aveva scritto ad ottobre il cardinale di Vienna a tutta la chiesa e il popolo austriaco, ponendo il monito sul reale problema della nostra società, ovvero “noi stessi”. Poi bisogna ovviamente trovare una giusta quadra politica ad alcune limitazioni per la sicurezza nazionale ed europea, ma le misure così dure contro una parte della società rischiano di non essere assolutamente la modalità più congrua per affrontare un problema serio.

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