È la novità del giorno sul caso di Massimo Bossetti e sull’omicidio di Yara Gambirasio: è stato fissato per il 30 giugno prossimo la data della prima udienza in Appello del processo sul delitto di Brembate. In primo grado il colpevole Bossetti era stato condannato all’ergastolo per la morte e la violenza sulla 13enne Yara ma ora la Corte d’assise d’appello si riunirà a Brescia per affrontare la seconda fase di un processo che promette ancora retroscena e novità per molto tempo ancora. La Corte dìappello sarà presieduta da Enrico Fischetti, a latere il consigliere Massimo Vacchiano: le parti ancora nette, con l’accusa che punta a confermare ovviamente l’ergastolo e il condannato invece che si è sempre professato innocente e ha promesso di portare nuovi elementi utili a scagionarlo in questo secondo processo. «Non mi hanno creduto. Lo dimostrerò per i miei figli», continua a ripetere da dopo la prima condanna il muratore di Mapello, accompagnato come sempre dalla moglie Marita Comi, rimasta vicina anche dopo la condanna.
Entro il 30 giugno la difesa di Massimo Bossetti dovrà cercare di portare quante più prove possibili per provare a ribaltare al dura sentenza di ergastolo che ha colpito il loto assistito nell’ambito dell’omicidio di Yara Gambirasio a Brembate. Le ultime novità che riguardano l’ex carpentiere di Mapello sono legate alla sua vita carceraria, a corrente alternata tra presunte aggressioni ricevute da altri detenuti e un fortissimo impegno nei lavori socialmente utili svolti all’interno del carcere per provare a far passare il tempo e a dimostrarsi ancora non rassegnato ad una condanna che spezzerebbe le gambe a chiunque. La vicenda è tutt’altro che semplice, con l’accusa che ha in mano la linea forte delle prove a carico di Bossetti tra cui quella regina del dna sulle mutandine di Yara; a scombinare le carte però potrebbe intervenire come punto centrale del prossimo processo la dichiarazione della madre di Bossetti che mesi fa, dopo la condanna del figlio in primo grado, riportò come sia potuta essere stata inseminata a sua insaputa dal medico ginecologo. Il che potrebbe spiegare, con una teoria comunque complessa, come di “ignoto 1” come Bossetti potrebbero essercene altri e non per forza sarebbe lui il colpevole dell’omicidio di Yara Gambirasio. Il processo mediatico è pronto a riscoppiare e nei prossimi mesi le mosse che ci dobbiamo aspettare saranno molteplici da entrambe le parti.