Richiesta di archiviazione per Antonio Leaf Foglia, il trombonista di Giffoni Valle Piana che aveva insultato Tiziana Cantone nel giorno della sua morte. La ragazza si suicidò per lo scandalo scoppiato in seguito alla diffusione di alcuni sui video hot. Il pubblico ministero della Procura di Salerno, Giovanni Paternoster, ha presentato ieri la richiesta, dopo aver incassato il rifiuto di Facebook a fornire l’indirizzo identificativo di Foglia. Quindi la giustizia italiana si è fermata di fronte al “due di picche” dell’azienda di Mark Zuckerberg, che dal canto suo ha preferito “coprire” il musicista in nome della libertà di parola. «Negli Stati Uniti gode di un regime privilegiato e nessuno è perseguibile per l’esercizio di tale funzione», questo in sintesi il messaggio recapitato da Facebook alla Polizia postale italiana. Quest’ultima aveva ricevuto la delega d’indagine sul fascicolo aperto su richiesta dei familiari di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano suicidatasi a settembre. La polizia a dicembre aveva chiesto a Facebook di fornire l’indirizzo identificativo di Antonio Leaf Foglia, che aveva scritto sulla sua bacheca social: «Quelle come te devono fare la tua fine». Scoppiò così una bufera che culminò nella presa di posizione della blogger Selvaggia Lucarelli, che mise alla gogna il musicista fotografandone il post. Maria Teresa Giglio, la mamma di Tiziana Cantone, aveva deciso di querelare il musicista per diffamazione, tentando così di restituire dignità alla figlia morta, che era stata offesa e insultata anche dopo la sua morte, ma nelle ultime ore è arrivata la doccia gelata. Coloro che hanno commentato il post di Antonio Leaf Foglia non sarebbero stati convocati, né sarebbe comparso il presidente dell’Orchestra sinfonica di Salerno, che aveva allontanato il musicista. Inoltre, non si può risalire alla persona che aveva scritto il post, perché la pagina Facebook era stata chiusa dopo lo scandalo. «Non posso crederci», il commento di Maria Teresa Giglio. «Presenteremo opposizione alla richiesta del pubblico ministero di Salerno», quello dei legali della madre di Tiziana Cantone, gli avvocati Andrea Orefice e Giuseppe Marazzita.



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