Un aborto che non funziona, un sistema che non va bene e per cui l’Onu, anzi, il Comitato per i Diritti Umani dell’Onu, non ritiene all’altezza dell’Italia e della sua fase di progresso anche legislativo. Ecco, un progresso: la parola utilizzata nel documento Ue richiama alla mente quanto Papa Francesco aveva espresso proprio in visita ufficiale alle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, un chiaro e profetico monito verso quanto sta avvenendo ora con la nuova disposizione europea. «la difesa dell’ambiente e la lotta contro l’esclusione esigono il riconoscimento di una legge morale inscritta nella stessa natura umana, che comprende la distinzione naturale tra uomo e donna e il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi e dimensioni». Nella sua lettera Evangeli Gaudium inoltre, il Santo Padre aveva addirittura preso sul serio l’invito al progresso continuo che l’Europa e le stesse leggi richiedono: «Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana». Gli sforzi importanti che l’Ue ancora richiede all’Italia in merito alle questioni civili e dei diritti sono uno dei punti di massima discussione anche politica nei nostri schieramenti e non sono vicende semplici o analizzabili in proclami pro-contro aborto e simili. Di certo fa un certo effetto leggere “preoccupazione” per i pochi aborti nel nostro Paese; un progresso che leggeremmo come se non “finto” quantomeno a rischio ideologico…



Con un documento pubblicato ieri ufficialmente, il Comitato Onu per i Diritti Umani ha ripreso l’Italia per non garantire appieno l’aborto visto che ci sono troppi medici obiettori nel nostro Paese che non permetterebbero una “libera” interruzione di gravidanza per le donne italiane. La denuncia del Comitato è molto dura e si dice testuali parole «preoccupate per le difficoltà di accesso agli aborti legali a causa del numero di medici che si rifiutano di praticare interruzione di gravidanza per motivi di coscienza». Gli aborti clandestini e i medici obiettori sono due degli elementi che l’Onu denuncia come mancanza di progresso nella legislazione italiana, come conclude il documento europeo «Lo Stato – sottolinea – dovrebbe adottare misure necessarie per garantire il libero e tempestivo accesso ai servizi di aborto legale, con un sistema di riferimento valido». Italia richiamata anche sulle adozioni per coppie gay, giudicando la nuova legge sulle Unioni Civili da poco approvata ancora insufficiente e “piena di lacune” per poter consentire un “giusto progresso del vostro Paese in tema di diritti per tutti, anche per le coppie omosessuali”. Secondo il rapporto dell’Onu andrebbe anche garantito «lo stesso accesso alle tecniche di fecondazione in vitro per le coppie gay», oltre alla “consueta” denuncia sui troppi casi di discriminazioni verso persone del mondo LGBT.

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