Quanto avvenuto ieri in aula, nell’ambito del processo sulla morte di Fortuna Loffredo e che vede imputato Raimondo Caputo, ha avuto del clamoroso. L’uomo, infatti, è tornato ad accusare duramente l’ex compagna Marianna Fabozzi, a sua detta la vera responsabile non solo dell’uccisione di Chicca ma anche del figlio Antonio Giglio. Come rivela Il Corriere del Mezzogiorno, Titò avrebbe usato in aula un dialetto molto stretto tanto da aver indotto spesso giudici ed avvocati ad avere chiarimenti in merito alle sue concitate dichiarazioni. Secondo Caputo, inoltre, ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che lo scagionerebbero dalle pesanti accuse a suo carico, ma che non sarebbero state esibite al processo. Con l’udienza di ieri, si sono conclusi gli interrogatori dei testi inseriti nella lista del pubblico ministero. Il processo sul delitto di Fortuna Loffredo riprenderà il prossimo 11 aprile, quando ad intervenire in aula sarà la criminologa Roberta Bruzzone, mentre nella successiva udienza potrebbe svolgersi l’esame degli imputati.
Ancora un colpo di scena nel caso di Fortuna Loffredo, la piccola di sei anni uccisa il 24 giugno 2014, violentata e poi scaraventata dai piani alti del palazzo nel quale viveva, al Parco Verde di Caivano. A prendere la parola nel corso dell’udienza di ieri nell’ambito del processo per l’omicidio di “Chicca” è stato Raimondo Caputo, l’uomo accusato di omicidio volontario e violenza sessuale ai danni della piccola Fortuna Loffredo e delle tre figlie della sua compagna Marianna Fabozzi. Caputo, detto “Titò”, come rivela Tiscali.it ha chiesto ed ottenuto dal presidente della quinta sezione penale del Tribunale di Napoli di poter rendere dichiarazioni spontanee e nel farlo è tornato ad accusare nuovamente la sua ex compagna con parole durissime. “Marianna Fabozzi ha buttato giù Fortuna come ha fatto con suo figlio”, ha dichiarato l’imputato in aula. Anche la Fabozzi è imputata nel medesimo processo sull’uccisione di Fortuna Loffredo, con l’accusa di aver taciuto le violenze di Raimondo a scapito delle tre figlie. Con le sue parole, dunque, Titò ha avanzato nei confronti della donna una doppia accusa: quella di aver ucciso Fortuna e, un anno prima, il figlioletto di appena 3 anni, Antonio Giglio, morto in circostanze molto simili, ovvero dopo essere precipitato dal settimo piano, dalla finestra dell’abitazione della nonna, nel medesimo palazzo definito “degli orrori” dal quale avrebbe perso la vita anche Chicca Loffredo. Per la morte di Antonio Giglio, inizialmente definita un incidente, la Fabozzi è già indagata per omicidio volontario ma le parole di Raimondo Caputo riaccendono nuovi dubbi anche in merito a quanto accaduto alla piccola Fortuna. Le sue dichiarazioni non lasciano scampo e non possono non far riflettere, anche alla luce delle accuse indirette che l’uomo ha lanciato nei confronti di coloro che si sono occupati di svolgere le indagini. “L’ha presa e l’ha buttata, con l’unghia l’ha anche graffiata sulla gamba e sotto l’occhio e su questo non sono stati fatti gli esami”, ha aggiunto Caputo. L’imputato ha poi chiamato in causa anche la madre dell’ex compagna, Angela Angelino e parlando di entrambe ha sostenuto come le due donne meritassero “torture cinesi” per ciò che hanno fatto. Nel suo intervento, infine, Caputo ha respinto nuovamente le gravissime accuse a suo carico ritenendo che il giorno dell’omicidio di Fortuna Loffredo lui si trovasse con una delle tre figlie di Marianna Fabozzi, in strada, e non in casa. Importantissima la prossima udienza nel corso della quale a prendere la parola sarà la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa del padre di Fortuna Loffredo, anche lui convinto dell’innocenza di Raimondo Caputo rispetto alle accuse di omicidio.