In attesa che giungano informazioni importanti sulla decisione del Riesame in merito al caso di Maria Ungureanu ed alle presunte responsabilità dell’indagato Daniel Ciocan, emergono novità importanti sulla terribile vicenda. A distanza di oltre nove mesi dalla morte della bambina di quasi 10 anni, il settimanale Giallo ha proposto nel suo ultimo numero nuovi importanti riscontri rispetto a quanto finora ipotizzato. Le parole usate per gli inquirenti per descrivere quanto accaduto alla povera Maria Ungureanu sono davvero sconcertanti ed andrebbero a smentire la tesi della morte della piccola causata da un incidente, come sostenuto dalla criminologo consulente della difesa dell’indagato numero uno. Secondo l’attività di polizia giudiziaria, infatti, la morte “di natura asfittica da annegamento” di Maria Ungureanu sarebbe dovuta “all’immersione forzata in acqua dolce e a bassa temperatura, che ne favoriva una repentina morte, avvenuta nell’arco di 3-5 minuti”. Nelle parole usate dagli inquirenti, si parla in più occasioni di “natura dolosa dell’evento omicidiario”, confermata anche dalla relazione del medico legale che ha compiuto l’autopsia sul corpicino della vittima. “Sulle responsabilità dei fatti in disamina” – si legge ancora – “incontrovertibili sono gli elementi oggettivi raccolti a carico di Daniel e Cristina Ciocan”. A questo punto, non resta che attendere la decisione del Riesame.
Sarà chiamato ad esprimersi nella giornata di oggi, il Tribunale del Riesame di Napoli in merito al caso di Maria Ungureanu, la bambina trovata morta lo scorso 29 giugno a San Salvatore Telesino. Il suo corpo fu rinvenuto, privo di vestiti, nelle acque della piscina del piccolo centro in provincia di Benevento, la medesima sera in cui fu segnalata la sua misteriosa scomparsa. L’ultimo ad averla vista, secondo gli inquirenti, fu il 21enne Daniel Ciocan, di origini romene esattamente come la piccola vittima, con la quale aveva trascorso del tempo insieme in auto, fino a quando di lei si persero le tracce, prima del drammatico ritrovamento. Il nome del giovane finì sin da subito nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario e violenza sessuale a scapito di Maria Ungureanu. Dall’autopsia, infatti, emerse un capitolo inquietante quanto inaspettato dell’intricata vicenda e che raccontava dei reiterati abusi a carico della bambina di neppure 10 anni. L’ipotesi iniziale fu che la vittima fosse stata uccisa dopo essersi rifiutata di subire l’ennesima violenza da parte del suo “orco”. Poco dopo, ad essere indagata fu anche la sorella del 21enne amico di famiglia di Maria Ungureanu. Cristina Ciocan sarebbe colpevole di aver coperto il fratello e dovrà rispondere di concorso in omicidio. Di recente, tuttavia, nell’inchiesta è finito anche un terzo soggetto, l’80enne del posto Giovanni Angelino e che, come riferisce il settimanale Giallo, risulta indagato per favoreggiamento. L’anziano, infatti, avrebbe dichiarato falsamente la presenza dei due fratelli Ciocan presso la sua abitazione, la sera del delitto di Maria Ungureanu, nell’arco di tempo in cui la piccola sarebbe stata uccisa, fornendo così un falso alibi ai due indagati. Tornando a Daniel Ciocan, gli indizi contro di lui sono molteplici e nel corso delle indagini, gli inquirenti avrebbero estrapolato un quadro inquietante della personalità e delle perversioni del giovane, attratto soprattutto dalle ragazzine. Tutti elementi che non hanno fatto altro che accrescere, presso gli inquirenti e la stessa Procura di Benevento, i dubbi da tempo portati avanti ma che finora non hanno mai convinto il Gip al punto da aver sempre respinto la richiesta di arresto avanzata dalla pubblica accusa. A questo punto, la parola passerà oggi ai giudici del Tribunale del Riesame di Napoli i quali, se accetteranno la richiesta della Procura, potrebbero disporre l’arresto immediato a carico di Daniel Ciocan. Una speranza, questa, sostenuta con forza anche dalla criminologa Roberta Bruzzone, che nei giorni scorsi, in attesa di questa data così importante, ha voluto scrivere un breve commento sulla vicenda attraverso la sua pagina Facebook, dichiarando: “Confidiamo nell’ottimo lavoro svolto dalla Procura e ci prepariamo per l’ormai prossima richiesta di rinvio a giudizio…con buona pace di chi si affanna ad offrire “fantasiose ricostruzioni”…Verità e Giustizia per Maria…”.