Una “sciocchezza” per pagare i funerali del figlio: così si è giustificato Cristian Pizzolante quando è stato arrestato. Il giovane del Rione Traiano, beccato dalla polizia di Stato a rubare con un complice in un pub dell’Arenella, è il padre del bambino di appena quattro mesi trovato senza vita lunedì mattina a Scampia dalla madre. L’esame autoptico farà chiarezza sulla tragedia, ma dai primi accertamenti è emerso che si tratterebbe di morte naturale, dovuta probabilmente a un rigurgito durante la notte. La donna al mattino si era accorta che il figlio era immobile e non respirava più, così ha immediatamente allertato il 118, ma i soccorsi si sono rivelati inutili, perché non c’era più nulla da fare quando i medici sono arrivati sul posto. L’ipotesi più accreditata è quella di “morte in culla”, ma il magistrato ha disposto comunque l’autopsia. Al piccolo suo padre, come riportato da Il Messaggero, ha dedicato due post su Facebook. In uno dei due Cristian Pizzolante si chiedeva come potesse fare a vivere senza di lui e si chiedeva il motivo di quel dramma, ma poco dopo aver pubblicato i messaggi sul social network è uscito per incontrare Angelo Monfrecola, anche lui pregiudicato: insieme hanno raggiunto il Vomero per rapinare un pub di via Castellino. Prima hanno provato a scassinare la porta d’ingresso, poi hanno sfondato il vetro di quella sul retro. Mentre caricavano la refurtiva sulla loro automobile, sono stati sorpresi dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, che stava pattugliando la zona per controlli di routine. «Figlioletto mio scusa, ho fatto una sciocchezza. Mi manchi tanto. Io sono un poco di buono, ma devo cambiare per i tuoi fratellini», ha scritto Cristian Pizzolante in un altro post su Facebook.