Emergono nuovi dettagli sulle ragioni che hanno portato l’avvocato Fortunato Caliò ad aprire il fuoco e ad uccidere il suo cliente Arnaldo Carluccio. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, l’autore dell’omicidio aveva confermato a diversi amici di essere preoccupato per l’incolumità della famiglia a causa delle minacce ricevute dal quel suo cliente diventato insistente. Quando Arnaldo Carluccio si è recato nello studio legale Calò-Pomarico di Via Latiano, il clima si è preso surriscaldato: l’avvocato civilista, che era solito occuparsi di cause legate all’infortunistica, ha posto fine all’ennesima discussione con il suo cliente scaricandogli addosso i 15 proiettili della sua pistola 9×21 legalmente detenuta. Lunedì intanto avrà luogo l’udienza di convalida del fermo nei confronti di Caliò: a meno che non decida di non rispondere alle domande del pm, sarà allora che fornirà la sua versione dei fatti completa. In queste ore nel frattempo sono stati già ascoltati dai carabinieri i tre colleghi di Fortunato Caliò che al momento dell’omicidio erano presenti all’interno dello studio legale ma chiusi nelle loro stanze.
Dopo aver ucciso il suo cliente, l’avvocato Fortunato Calò di Oria, Brindisi, non ha tentato neppure la fuga ma anzi ha atteso che le Forze dell’Ordine venissero nel suo studio legale per poi confessare quanto commesso. E’ quanto rivela Il Mattino nella sua edizione online, che riporta anche il movente dietro il delitto avvenuto nella giornata di giovedì. La vittima, secondo quanto confessato dal suo assassino reo confesso, avrebbe chiesto un anticipo di 10mila euro su un risarcimento del danno per un sinistro stradale e che entrambi attendevano dal Tribunale di Brindisi e per tale ragione aveva iniziato a minacciarlo in modo sempre più vistoso. Non solo: nella sua confessione l’avvocato ha rivelato che in un loro precedente incontro, Carluccio era armato, ecco perché nell’incontro di ieri avvenuto nel suo studio a Oria, il legale avrebbe deciso di portare con sé la pistola con la quale ha ucciso il suo cliente. Ha poi asserito di avere avuto paura per lui e per la sua famiglia. La prossima settimana, intanto, si svolgerà l’interrogatorio di convalida del fermo a carico dell’avvocato assassino reo confesso.
Tragedia nella giornata di ieri a Oria, in provincia di Brindisi, dove un avvocato ha ucciso un suo cliente che lo minacciava per una causa pendente. A darne notizia è il portale TgCom24.it, che rivela come l’assassino reo confesso, l’avvocato civilista Fortunato Calò di 57 anni, avrebbe ucciso a colpi di pistola un suo cliente, Arnaldo Carluccio, di 45 anni, all’interno del suo studio legale. Il legale avrebbe scaricato l’intero caricatore con 15 colpi nei confronti del 45enne di Torre Santa Susanna. Poi, dopo il delitto, avrebbe chiesto ai suoi colleghi di chiamare i Carabinieri ed avrebbe atteso il loro arrivo prima di confessare tutto. Un omicidio nato dalla disperazione: si può riassumere così quanto avvenuto ieri nel Brindisino. A spiegare l’accaduto è stato lo stesso Calò che, nel corso dell’interrogatorio agli inquirenti avrebbe consegnato il suo cellulare contenente tutti i messaggi di minacce inviati dalla vittima. Ad uccidere il cliente 45enne sarebbe stata una pistola calibro 9×21 regolarmente detenuta anche se l’avvocato omicida era autorizzato a tenerla solo nella sua abitazione per fini sportivi. La tragedia si sarebbe invece consumata presso il suo studio legale dove i due si erano incontrati previo appuntamento per discutere ancora una volta di una vecchia causa civile legata ad un risarcimento ed ancora pendente al Tribunale di Brindisi. Dopo l’arrivo sulla scena del crimine delle Forze dell’Ordine, le stesse hanno rinvenuto 15 bossoli, ovvero l’intero munizionamento della pistola, consegnata ai Carabinieri dallo stesso avvocato. L’autopsia sul corpo della vittima chiarirà l’enigma dei colpi esplosi e che si sarebbero rivelati letali.