Questo pomeriggio si è svolta la camera ardente di Emanuele Morganti, il giovane ucciso ad Alatri. Come rivela Leggo.it, sono state numerosissime le persone che sono giunte presso il Policlinico di Tor Vergata a Roma per l’ultimo saluto al 20enne. Tanti amici e parenti ma anche gente comune che è giunta dall’intera provincia di Frosinone per sostenere la famiglia del 20enne massacrato. Le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto si ammassano. Un amico di infanzia di Emanuele Morganti ha dichiarato: “E’ inspiegabile, quella sera purtroppo non c’ero, ma è stato toccato il fondo. È una tragedia enorme”. Ad accogliere i genitori di Emanuele, giunti all’obitorio dell’ospedale della Capitale, è stata un’ondata di affetto e commozione. Uno zio della vittima, con un filo di voce ha chiesto giustizia per il ragazzo ucciso: “Non è vero che conosceva i due fermati, sono convinto che hanno preso il primo che capita”, ha aggiunto. L’intera città di Alatri si è stretta nel dolore, come testimoniato da uno stato Facebook che ha annunciato i funerali del giovane i quali saranno celebrati domani pomeriggio a Tecchiena, paese di Emanuele Morganti: “Domani, l’ultimo saluto. Si terranno domani alle 15 nella chiesa di Tecchiena Castello i funerali di Emanuele Morganti, il giovane ucciso da un branco di belve inferocite la notte tra venerdì e sabato scorso”, si legge sul profilo Facebook di Città di Alatri. Clicca qui per leggere i commenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Per il gip Anna Maria Gavoni, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, i due fratellastri fermati per l’omicidio di Emanuele Morganti devono restare in carcere. Intanto, come riporta AffariItaliani.it, si è tenuta nel primo pomeriggio oggi la camera ardente di Emanuele Morganti, presso il Policlinico di Tor Vergata a Roma, in attesa dei funerali che sono previsti domani alle 15:00 nella chiesa di Tecchiena, dove il giovane 20enne ucciso abitava. Nelle passate ore, l’autopsia ha rivelato nuove indiscrezioni sulla morte drammatica del ragazzo, colpito di spalle ripetutamente alla testa, mentre cercava di fuggire. Numerosi i colpi riscontrati nel corso dell’autopsia dal medico legale. Non solo calci e pugni: il colpo letale sarebbe derivato da un corpo contundente, forse un manganello di lunghe dimensioni. Quanto emerso dall’autopsia, sarebbe pienamente compatibile con la ricostruzione fornita dai testimoni, ma occorrerà comunque attendere 60 giorni prima di avere i risultati completi e che comprenderanno anche i risultati della tossicologa e del medico legale della difesa, che hanno preso parte all’autopsia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Dell’uccisione di Emanuele Morganti, il giovane ventenne ucciso ad Alatri a sprangate, si occuperà questa sera la trasmissione Quarto Grado. Nel frattempo, emergono novità importanti in merito ad uno dei presunti assassini arrestato nei giorni scorsi. Si tratta di Mario Castagnacci che, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, nella giornata di ieri è stato sentito per cinque ore dal procuratore di Frosinone, Giuseppe De Falco, nella sua cella nel carcere di Regina Coeli dove è detenuto. Il giovane ha negato di aver preso parte al pestaggio di Emanuele Morganti ma non ha negato di essere stato in piazza la sera del 24 marzo scorso. Nonostante abbia negato le sue responsabilità asserendo “Io non c’entro niente”, gli inquirenti non hanno comunque ritenuto credibili le sue dichiarazioni anche alla luce di quanto emerso dai testimoni presenti la sera della tragedia. Al contrario del fratellastro, Paolo Palmisani si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



In una intervista esclusiva andata in onda ieri a Pomeriggio 5, una testimone ha voluto raccontare come si sono svolti i fatti alla discoteca Mirò di Alatri dove il povero Emanuele Morganti è stato ucciso a sprangate da un gruppo numeroso di aggressori misti italiani e albanesi. La ragazza tra l’altro ha confermato la tesi per cui tutto è nato da una semplice lite con un ragazzo ubriaco al bancone, mentre Emanuele e Ketty stavano attendendo di prendere un drink. «Ero nel locale e ho visto Emanuele con la sua fidanzata al bancone: stavano ordinando da bere», racconta a Barbara D’Urso la giovane testimone presente nel locale quella terribile notte; «Ad un certo punto si è avvicinato a loro un tipo ubriaco che inizia a dar fastidio ad Emanuele. Il buttafuori si accorge che c’è una discussione, prende Emanuele e lo trascina fuori dal bar strappandogli la maglietta». Ancora non è chiaro il motivo per cui il buttafuori se l’è preso con il giovane ragazzo e non chi ha cominciato e causato l’intera lite, anche se gli inquirenti stanno cercando di approfondire i vari legami che potrebbero esserci tra i body guard del locale e il gruppo di aggressori del ragazzo orribilmente ucciso. Il racconto continua: «A quel punto il buttafuori ha iniziato a discutere con Emanuele che però cercava di allontanarsi. Poi ho sentito urla, botte, un ammasso di gente che menava». A quel punto arriva l’amico Gianmarco che effettivamente cerca di difendere Emanuele ma viene tenuto fermo mentre i due Castagnacci e Palmisano prendevano un ferro; «non so se lo abbiano usato su Emanuele perché ad un certo punto non ho visto più niente. Erano tutti ubriachi», conclude choccata la ragazza. (agg. di Niccolò Magnani)

La morte di Emanuele Morganti, il giovane 20enne massacrato ed ucciso a sprangate la notte tra il 24 ed il 25 marzo scorso, sarà centrale nella nuova puntata del programma Quarto Grado. La trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi ed Elena Tambini, farà luce sugli ultimi inquietanti retroscena che ruotano attorno al caso di Alatri e che è stato definito dallo stesso procuratore di Frosinone “di una gravità spaventosa”. Anche dopo il fermo dei due fratellastri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, le indagini proseguono nel tentativo di far luce su quanto realmente avvenuto sia dentro che fuori il locale Miro Music Club. Gli ultimi sviluppi resi noti dal portale FanPage.it avrebbero dell’incredibile. Il diverbio nato all’interno della discoteca per motivi futili e che non avrebbero nulla a che vedere con Emanuele Morganti, sarebbe partito da una moneta da due euro. E’ l’1 di notte dello scorso venerdì, quando il 20enne, insieme alla fidanzata Ketty fa il suo ingresso nel locale di Alatri dirigendosi verso il bancone del bar per una ordinazione: quattro shot di tequila con sale e limone per lui, la fidanzata ed i loro amici. Mentre il ragazzo attende l’ordinazione, si avvicina Domenico P. che, visibilmente alterato a causa dell’alcol, senza attendere il suo turno e con una moneta di 2 euro in mano chiede alla barista un cocktail. “Con due euro non ci paghi niente, ti posso dare al massimo un’aranciata”, sarebbe stato il commento della ragazza da dietro il bancone, come riferito dalla stessa agli inquirenti. Lui la incalza sventolando una banconota di 5 euro e la barista, pur di toglierselo di torno gli serve un drink molto diluito. Nell’attesa, Domenico, in preda ai fumi dell’alcol, continua ad agitarsi ed appoggiarsi ad Emanuele, ancora in attesa dei suoi cocktail. All’improvviso l’inizio della lite: il ragazzo visibilmente ubriaco scaraventa contro il 20enne un portatovaglioli e tenta di fare la medesima cosa con uno sgabello prima di essere fermato. Interviene uno dei buttafuori, che porta Emanuele Morganti all’esterno del locale ed è qui che, secondo le testimonianze, il giovane sarebbe stato massacrato di botte da alcuni amici di Domenico che si sarebbero così vendicati dell’affronto avvenuto nel locale. Il gruppo degli aggressori fa parte dei cosiddetti “albanesi”, come vengono chiamati dai testimoni, frequentatori noti del locale di Alatri, ma soprattutto per essere il motore di numerose risse. Importante, in tal senso, la dichiarazione di un ulteriore testimone che, dopo aver confermato di frequentare spesso la discoteca Miro ha ammesso: “In più di un’occasione ho visto il gruppetto degli albanesi in compagnia di Paolo Palmisani”. Quest’ultimo è proprio uno dei presunti assassini di Morganti, ora in arresto. “Hanno sempre trovato il modo di creare confusione e dare fastidio agli altri clienti. Per questa ragione quando li ho visti ho detto ai miei amici di allontanarci da loro e di evitare qualsiasi rapporto o contatto con loro”, ha aggiunto il testimone, ben cosciente della reputazione negativa di uno degli indagati. Tra gli aggressori anche Castagnacci che, insieme al fratellastro, secondo altre importanti testimonianze si sarebbe poi vantato di aver “massacrato uno di Alatri”.