Quando si parla di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne e l’occultamento di cadavere, gli animi sono destinati spesso ad accendersi. E’ quanto è accaduto nel corso della passata puntata di Quarto Grado, durante la quale è intervenuto anche uno degli avvocati dell’uomo in carcere, Claudio Salvagni. A commentare duramente gli ultimi episodi e non solo legati alla vicenda con protagonista Massimo Bossetti è stato di recente anche il giornalista Carmelo Abbate, volto fisso della trasmissione di Rete 4. Nei giorni scorsi è tornato sul tema e ha riproposto il suo ultimo durissimo intervento in diretta tv. Dopo aver manifestato il suo disappunto e l’assenza di un coinvolgimento emotivo dopo un video relativo a Massimo Bossetti, Abbate ha ricordato una serie di aspetti controversi dell’intera vicenda, a partire dal ritrovamento del cadavere della povera Yara Gambirasio in un campo di Chignolo d’Isola e a quel suo attaccamento alla vita, drammatico, come trapelato dal tentativo di aggrapparsi ad un filo d’erba ritrovato tra le sue mani. Ed ancora alle intercettazioni compromettenti tra Massimo Bossetti e la moglie proprio su quel campo e sul giorno del delitto della 13enne. Fino all’ultimo colpo di scena relativo alle dichiarazioni della madre di Bossetti, la signora Ester Arzuffi, che ha parlato di inseminazione artificiale a sua insaputa. In merito ha scritto Carmelo Abbate sulla sua pagina Facebook: “L’inseminazione artificiale a sua insaputa di Ester Arzuffi è una ipotesi pacchiana. L’atteggiamento della mamma di Massimo Bossetti è sempre stato quello di negare l’evidenza. E quando al processo le è stata offerta la possibilità di parlare e spiegare, ha scelto di tacere e si è avvalsa della facoltà di non rispondere”. In studio, quando gli è stato domandato quale fosse la sua conclusione, il giornalista ha chiosato: “Questa è una famiglia abituata a negare tutto anche l’evidenza”. Clicca qui per leggere lo stato Facebook.



A credere nell’innocenza di Massimo Bossetti non sarebbe solo la sua famiglia e, chiaramente, i suoi avvocati ma anche un imbianchino di Capriate San Gervasio, Pietro Bagnoncelli. Quest’ultimo, come riporta Bergamo News, non avrebbe mancato una sola udienza del processo a carico del presunto assassino di Yara Gambirasio. L’uomo per il suo compleanno si sarebbe fatto un auto regalo: l’auto di Massimo Bossetti. Lo ha rivelato con un post su Facebook, scrivendo: “Oggi mi son fatto un regalo: la mia nuova macchina per andare al lavoro”. Inevitabile un pensiero all’ex proprietario della vettura, condannato all’ergastolo lo scorso primo luglio, con l’augurio che “possa ritornare presto dai suoi figli e dalla moglie che lo stanno aspettando a braccia aperte”. Dopo aver partecipato alle udienze e conosciuto i familiari di Massimo Bossetti, l’imbianchino avrebbe appreso della vendita dell’auto decidendo di acquistarla e devolvendo poi la somma alla moglie e ai figli del presunto assassino di Bossetti. “L’ho pagata 500 euro, più 440 euro per il passaggio e 350 per altre pratiche”, ha rivelato. Di recente, l’attenzione è tornata sul carpentiere di Mapello per le sue intercettazioni in carcere con la moglie Marita Comi, al cospetto della quale non nasconde tutta la sua disperazione ed i timori per una nuova condanna all’ergastolo.



Massimo Bossetti, emergono nuove parole dal suo colloquio in carcere con la moglie Marita Comi, dopo il servizio lungo e dettagliato di Quarto Grado venerdì scorso. In particolare, sono le poche ma importanti parole della moglie a segnare una conferma rispetto ai mesi passati; «noi ti crediamo Massi, ti credo davvero», dice la moglie Marita al marito condannato con ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Bossetti racconta alla moglie come lo hanno portato via dal cantiere: “Tutti mi guardavano, tutti quelli del paese. Mi dicevano assassino”. Lei invece ha continuato a ripetergli che “ce la faremo Massi” anche se la condanna per ergastolo ovviamente non lascia molte speranze, se non per svolte clamorose che potrebbero sorgere nei prossimi mesi. Lui ripete come un mantra in pratica la stessa frase, riportano i colleghi di Quarto Grado: «Bossetti continua a ripetere “sto pagando per un altro“»…



Si dispera ancora Massimo Bossetti, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio e di cui si continua a dichiararee estraneo. “Se grido mi metto a letto”, biascica fra le lacrime ed i singhiozzi, affermando di essere colpito da attacchi di ansia che lo portano a perdere il controllo di se stesso. La moglie Marita Comi, durante un colloquio, cerca di tranquillizzarlo. “Dobbiamo far calmare le acque”, gli sussurra, chiedendo forse di non richiamare nuovamente l’attenzione dei media e degli italiani su di sé. In mente, il muratore di Mapello ha solo il desiderio di uscire, ribadisce di essere stato incastrato, che non è giusto che si trovi in carere. Teme, biascica, che gli venga confermato l’ergastolo. Il video è stato mostrato durante la messa in onda di Quarto Grado dello scorso venerdì. “Qualcuno mi ha fregato”, ribadisce, come già fatto in passato. La moglie tenta, come può, di dirottare i suoi pensieri da quanto sta accadendo, ma Massimo Bossetti non riesce a smettere di piangere. Intanto, giungono notizie positive, se così si può dire, collegate al delitto di Yara Gambirasio. Pietro Pagnoncelli, un imbianchino di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, ha acquistato la Volvo di proprietà di Massimo Bossetti, dopo aver tentato invano di venderla. Il ricavato lo ha devoluto alla famiglia del muratore di Mapello, convinto della sua innocenza. Ha partecipato ad ogni udienza, sottolinea Il Giorno, per mostrare la propria vicinanza alla famiglia Bossetti. “Si sono interessati in tanti”, rivela a proposito dell’auto, “ma appena dicevo che si trattava dell’auto di Massimo Bossetti si tiravano regolarmente indietro”. La paura, com’è logico prevedere, riguarda un possibile collegamento con il caso o di finire nel mirino delle autorità per un controllo. Clicca qui per vedere il video di Quarto Grado su Massimo Bossetti.