La difesa di Padre Graziano ha studiato a lungo le carte della sentenza prima di decidere di presentare e formalizzare la richiesta d’Appello per il proprio assistito, giunta solo lo scorso venerdì. L’intento, questa volta, è di non sbagliare nulla e dimostrare quindi la totale estraneità del frate congolese rispetto all’omicidio di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa quasi tre anni fa e della quale non è mai stato trovato il corpo. Oltre alla figura di Don Hilary Okeke e che potrebbe fungere da asso nella manica per la difesa di Padre Graziano – come rivelato nel focus precedente – un altro nome importante nel secondo grado potrebbe essere giocato da Zio Francesco. Figura emblematica, questa, e per gli inquirenti inesistente, frutto della fantasia del presunto assassino di Guerrina Piscaglia. Per l’avvocato Angeletti, uno dei legali che formano la difesa di Padre Graziano, invece, gli inquirenti non avrebbero cercato bene Zio Francesco. Quindi, come rivela La Nazione online, l’uomo misterioso potrebbe realmente esistere e il fatto che non sia stato trovato potrebbe rappresentare una grande lacuna nelle indagini. Secondo il ricorso, inoltre, mancherebbe un vero movente dietro il presunto omicidio della 50enne di Ca’ Raffaello, sebbene il giudice lo abbia poi intravisto nel timore del possibile scandalo.



In occasione dell’inizio del processo d’Appello a carico di Padre Graziano, il prete congolese accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Guerrina Piscaglia, la sua difesa avrebbe già pensato alla strategia da adottare per dimostrare l’innocenza del proprio assistito. Gli avvocati del frate condannato a 27 anni in primo grado, sarebbero pronti a sfoggiare, in occasione dell’appello, il loro asso nella manica rappresentato dal prete nigeriano Hilary Okeke. Lo rivela La Nazione online, ricordando come il prete in questione rappresenti colui al quale giunse per sbaglio l’sms diventato famoso ed inviato alle 17.27 del primo maggio 2014, giorno della scomparsa della 50enne. “Sono scappata a Gubbio col mio amoroso marocchino”: era questo il contenuto del messaggio inviato proprio dal cellulare di Guerrina Piscaglia. Ma chi è Don Hilary? Il prete era un amico di padre Graziano nonché una delle prove salienti secondo l’accusa, mentre per la difesa è una prova tutt’altro che genuina. Questo perché, in aula fu esibita solo la fotocopia della foto scattata dai Carabinieri al cellulare di Okeke. E’ realmente il suo? Alla luce di questo dubbio la difesa di Padre Graziano avrebbe chiesto la riapertura dell’istruttoria in appello chiedendo a Don Hilary di tornare a testimoniare, al contrario di quanto accaduto in Assise in quanto già sentito in incidente probatorio.



Si accorciano sempre di più i tempi in vista del possibile riscatto di Padre Graziano, il frate congolese condannato in primo grado a 27 anni di reclusione per l’omicidio di Guerrina Piscaglia. Per l’uomo, infatti, si avvicina il tempo dell’Appello nel quale potrebbe dimostrare la sua proclamata innocenza. I documenti ufficiali che aprono le porte del secondo grado sono stati depositati lo scorso venerdì dalla difesa di Padre Graziano. Anche in questo secondo procedimento a suo carico, come rivela La Nazione nella sua edizione online, il frate oggi ai domiciliari presso il convento del premostratensi a Roma, sarà giudicato da due magistrati togati e otto giudici popolari. La data di inizio, molto probabilmente sarà fissata in tarda primavera, tra maggio e giugno e già prima dell’estate si potrebbe conoscere la sentenza. Si tratterà, dunque, di un processo molto breve (al massimo due udienze in totale). La difesa del presunto assassino di Guerrina Piscaglia, intanto, avrebbe già pronta la sua strategia al fine di ribaltare il risultato negativo avuto in primo grado, quando Padre Graziano è stato definito colpevole dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello (Arezzo), accusando la Corte di aver voluto trovare un colpevole e non il vero colpevole dietro la sparizione di Guerrina Piscaglia, a quasi tre anni dall’inizio del giallo.



Nei mesi prossimi si riaccenderanno i riflettori su Padre Graziano, il religioso congolese ai domiciliari per l’omicidio di Guerrina Piscaglia. L’uomo era stato condannato lo scorso ottobre a 27 anni di carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello, misteriosamente scomparsa il primo maggio 2014. Il suo corpo non fu mai trovato, ma non bastò questo ad evitare al frate una severissima condanna. Secondo la Corte d’Assise di Arezzo, che accolse in pieno la richiesta di condanna della procura, il sacerdote congolese avrebbe avuto una relazione sentimentale con la parrocchiana, la quale fu poi uccisa per evitare uno scandalo. Dopo la sentenza di condanna, la difesa di Padre Graziano formata dagli avvocati Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, aveva tempo fino al prossimo 8 marzo per depositare l’eventuale richiesta d’Appello. Allo scadere del tempo, però, il deposito dell’istanza è avvenuto proprio nelle passate ore e precisamente lo scorso venerdì. Lo rivela il sito ArezzoNotizie.it, confermando così quanto già da tempo annunciato dai due legali del presunto assassino di Guerrina Piscaglia. Dopo la formulazione ufficiale dell’Appello avvenuta nei giorni scorsi, la notizia è ovviamente trapelata sui social dove ha fatto molto discutere, riaccendendo gli animi attorno ad un giallo attualmente senza soluzione e con molti tasselli ancora mancanti, a partire proprio dal cadavere della donna, mai di fatto trovato. Dal giorno della sentenza sono passati quasi tre mesi e, da ciò che si apprende la difesa del frate ha voluto sfruttare tutto il tempo a sua disposizione per non lasciare nulla di intentato. Era stato lo stesso avvocato Angeletti, alcuni giorni fa, a commentare in merito: “La sentenza era composta da quasi 250 pagine, e non vogliamo lasciare niente al caso”. Ora che l’Appello è stato formalizzato, dunque, non resta che attendere la prossima mossa degli avvocati di Padre Graziano, i quali avrebbero ovviamente tutta l’intenzione di ribaltare la situazione per nulla semplice del proprio assistito. Il giudice di Appello potrà infatti chiedere la nullità totale o parziale della sentenza appellata e non si esclude che il processo di secondo grado potrà concludersi, con la relativa sentenza, entro l’inizio dell’estate. Già per il prossimo maggio, infatti, come spera la difesa del presunto assassino di Guerrina Piscaglia, potrebbe essere fissata la prima udienza del nuovo processo che avrà naturalmente una durata molto più breve rispetto al primo grado. Se infatti la Corte fiorentina non riterrà opportuno risentire i testi o effettuare ulteriori perizie, il procedimento in Appello potrebbe concludersi in appena due udienze, sentenza compresa. Tra pochi mesi, dunque, scopriremo quale sarà il destino di Padre Graziano e se riuscirà, almeno questa volta, a convincere i giudici della sua più volte proclamata innocenza.