La vicenda di Luca Varani che vede come uno dei protagonisti principali Marco Prato, sembra avere soperchiato un mondo sotterraneo caratterizzato da un indicibile squallore. Nelle ore in cui è rimbalzata la notizia della sieropositività del pr romano, annunciata in anteprima dal settimanale Giallo, come evidenziato nella puntata odierna di Storie Vere su Rai Uno, un’ampia fetta della cosiddetta “Roma notturna” ha iniziato a tremare. Come ricordato anche da Monica Setta, la giornalista ospite in studio di Eleonora Daniela, infatti, sono soprattutto gli ambienti vip, molto frequentati da Prato a temere per il rischio di un eventuale contagio. Sarebbero molti, infatti, i personaggi famosi che in questi anni avrebbero intrattenuto dei rapporti occasionali con Prato. Per quanto gli sforzi degli inquirenti siano concentrati a cercare di capire se Foffo sapesse o meno di essere sieropositivo (e la speranza in questo senso è che non si debba assistere ad un caso Valentino Talluto-bis) sembra chiaro che a rischiare siano in particolare quanti hanno avuto relazioni con lui negli ultimi tempi. Soltanto nel 2014, infatti, Marco Prato non era risultato sieropositivo.
L’omicidio di Luca Varani, il 23enne massacrato il 4 marzo 2016 alla periferia di Roma da Manuel Foffo e Marco Prato è stato oggetto della puntata di oggi di Storie Vere, il programma condotto su Rai Uno da Eleonora Daniele. In particolare, questa mattina si è discusso di uno dei due presunti killer, Marco Prato, il pr che secondo quanto scritto dal settimanale Giallo alcuni giorni fa sarebbe risultato essere sieropositivo. In attesa di capire se il giovane abbia ripercorso le orme di Valentino Talluto, il 32enne sotto processo per epidemia dolosa accusato di aver contagiato consapevolmente con il virus dell’HIV almeno 57 partner, c’è un altro aspetto particolarmente inquietante riguardante Marco Prato. Da un’anticipazione fatta da Albina Perri, capo-servizi del settimanale di Andrea Biavardi, infatti, sembra che sul cellulare di Prato sia stato ritrovato anche del materiale pedopornografico. Questo, a livello processuale, potrebbe costituire un grande problema per Prato, dal momento che un’accusa di questo genere sarebbe, oltre che molto pesante, anche complicata da gestire dal punto di vista difensivo. Se queste indiscrezioni venissero confermate, ecco che assumerebbero una valenza importantissima le parole scritte tempo fa da Prato su un biglietto ritrovato dagli inquirenti, in cui il pr romano dichiarava:”Buttate il mio telefono e distruggetelo insieme ai due computer. Nascondono i miei lati brutti”. Rilette oggi assomigliano quasi ad un’ammissione di colpevolezza.