Buon sangue non mente, in tutti i sensi: è stato arrestato in questi giorni a Napoli il primario dell’ospedale oncologico Pascale, tal Francesco Izzo, accusato di aver ricevuto tangenti da un informatore farmaceutico della Bayer (stando ai primi dati offerti da La Stampa) e non solo, di aver anche lucrato sui malati terminali acquistato materiale con un ricarico del 75%. Ecco, l’ennesimo scandalo nella sanità campana si concluderebbe con il consueto sdegno e nel rispetto delle indagini condotte dalla Procura, solo pochi giorni dopo gli scandali sull’assentesimo dell’Ospedale Loreto Mare di Napoli. Un piccolo dettaglio: Izzo è il nipote di Francesco De Lorenzo, lo zio che negli anni novanta da ministro degli ultimi governi Dc venne indagato, arrestato e implicato nei primi filoni delle inchieste di tangentopoli. L’accusa allora? Inutile dirlo, proprio tangenti e mazzette per un valore complessivo di circa nove miliardi di lire, solo in parte ottenute da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992, durante il suo ministero della Salute. Ecco qui l’inghippo: tale zio tale nipote, diremmo sorridendo se non fossimo di fronte all’ennesimo scandalo di tangenti nella sanità qui addirittura all’interno della stessa famiglia. Izzo dovrà difendersi ovviamente e potrà dimostrare tutta la sua innocenza nei prossimi mesi, ma resta l’insolita vicenda che lo lega d doppio filo all’esperienza del nonno. L’inchiesta ha posto i primi risultati: «prodotti oncologici comprati non con una gara pubblica ma a trattativa privata – con l’ alibi dell’urgenza, della classificazione di prodotti «unici e infungibili» – distribuiti da una società riconducibile a sua moglie. Sia Izzo, sia la moglie Giulia Di Capua, sono agli arresti domiciliari. Stesso provvedimento per altre quattro persone, tra personale medico e amministrativo dell’ ospedale dell’ Asl 1 di Napoli», riporta la collega della Stampa, Grazia Longo.
Francesco Izzo indagato e arrestato per corruzione e tangenti, come lo zio Francesco De Lorenzo: improvvisante l’ombra di tangentopoli torna nel cronache italiane, questa volta proprio con personaggi direttamente coinvolti nella maxi inchiesta partita ad inizio anni Novanta che scoperchiò la politica italiana causando la fine e il crollo di Dc, Psi e in maniera paralela anche del Pci. Francesco De Lorenzo è stato un medico e politico del Pli (Partito Liberale Italiano) che venne scelto come ministro della Salute dal 1989 al 1993, quando fu costretto alle dimissioni pochi giorni prima di essere arrestato all’interno dell’inchiesta di Mani Pulite. Coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, ha avuto una condanna definitiva (5 anni) per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento illecito ai partiti e corruzione in relazione a tangenti per un valore complessivo di circa nove miliardi di lire, solo in parte ottenute da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992, durante il suo ministero. Le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione con sentenza n. 14 del 20 luglio 1994 hanno chiarito che «La stessa accusa ha prospettato che tutte le somme corrisposte finivano nelle casse del partito al quale De Lorenzo apparteneva». Fu noto anche come protagonista della riforma del Sistema Sanitario Nazionale nel 1992, anche se le conquiste mediche e politiche vennero offuscate all’arresto per tangenti e mazzette intascate da rappresentanti del mondo industriale farmaceutico; ora, 25 anni dopo, il nipote arrestato per la stessa accusa nell’ospedale oncologico napoletano e un’inquietante parallelismo.