Un discorso breve ma intenso quello che ha tenuto ieri Anne Hathaway, meravigliosa attrice di Hollywood da qualche mese ambasciatrice dell’Onu, in occasione della festa internazionale di tutte le donne. Ad agosto il premio Oscar è stata nominata ambasciatrice globale di buona volontà per promuovere l’autoaffermazione delle donne e l’uguaglianza di genere: ebbene ieri il suo primo vero discorso importante davanti alle Nazioni Unite, dove ha sottolineato uno dei problemi più ingenti per ogni donna che rimane incinta. «Una mamma americana su quattro deve tornare al lavoro due settimane dopo aver partorito, perché non sarebbe in grado di sostenersi stando a casa»; la maternità già nei pesi più civilizzati resta sempre un problema, specie in alcuni stati (e l’Italia non è esente da pecche) dove le politiche per la famiglia sono o arretrate o insufficienti o legate a tanti problemi economici. Bene, la richiesta della Catwoman della Trilogia Batman di Nolan è diretta verso il macrotema della maternità retribuita: «celebriamo questa Giornata Internazionale della Donna promuovendo un appello a tutti gli Stati per un nuovo congedo parentale; i Paesi e le aziende devono prevedere maggiori tutele e retribuzioni per chi rimane incinta e per tutte le donne che vogliono portare avanti la maternità».
Secondo Anne Hathaway il problema è di urgenza massima, ribadendo quanto aveva annunciato nel giorno della sua nomina ad ambasciatrice Onu: «è già stato fatto un progresso significativo ma è tempo che tutti quanti intensifichiamo i nostri sforzi e assicuriamo che la vera uguaglianza sia finalmente realizzata». Mamme pagate per avere figli, o per farne? Il rischio di arrivare ad un estremo al contrario è ovviamente dietro l’angolo e saranno le varie amministrazioni a tenerne conto nei vari impegni sul welfare e le politiche della famiglia. Anche prima di diventare ambasciatrice per le donne, Anne Hathaway spesso dava consigli sui social e sui blog alle “colleghe” mamme, cercando di promuovere la semplicità al contrario dell’ossessione di essere perfette o belle ad ogni costo: «Non bisogna vergognarsi di aumentare di peso durante la gravidanza. Non è un peccato se c’è bisogno di più tempo di quanto si pensi per perdere peso (se lo si vuole perdere). Il corpo cambia, cresce, si riduce, è tutto amore», diceva quattro mesi dopo la gravidanza. Certo non tutti hanno l bellezza e il fisico naturale di Anne, ma il messaggio resta e non è banale.