Un caso di ritardi con la giustizia del tribunale di Torino che torna tristemente protagonista: la sentenza di condanna per un pedofilo stupratore arriva 17 anni dopo, e il colpevole è già fuggito. Non solo, la ragazzina per l’incubo e l’orrore di quanto subito nel suo passato, si è suicidata anni fa in una tragedia che pare davvero senza fine per questa giovane ragazzina peruviana che aveva raggiunto la madre a Torino nel 2000. Un nuovo caso che torna d’attualità dopo quello di qualche settimana fa che aveva visto uno stupro di una bambina cadere in prescrizione per vizi di forma ed errori giudiziari a catena, ecco il caso orrendo di questa ragazzina peruviana. Arriva in Italia nel 2000 già dopo i primi anni di vita che erano stati un terrore: subiva gli abusi sessuali del cugino 15enne con la zia che avrebbe dovuto accudirla e che invece non riuscì a fare nulla per evitare le molestie. Scappa dal Perù e la madre la fa arriva in Italia dove lavora già da anni; un incubo che però in maniera incredibile ritorna, questa volta con il convivente della madre che inizia ad abusare di lei facendole crollare ancora una volta il mondo addosso. Tre anni di abusi prima di rivelare tutto quanto.



Ma è una verità difficile da accettare per il resto della famiglia: la madre anziché proteggerla la allontana da casa: qui l’epilogo della tragedia, lei trova rifugio in comunità ma inizia a soffrire di disturbi alimentari e alla fine si uccide. Il suicidio arriva qualche giorno prima della sentenza di primo grado contro il patrigno-orco: il processo però continua, con il patrigno che viene condannato a 4 anni e 4 mesi, pena ridotta però in appello perché nel frattempo gran parte del periodo di abusi si è prescritto e la pena resta “appesa” agli ultimi otto mesi di molestie. Come riporta Repubblica, Dopo un primo passaggio in Cassazione e il ritorno in Corte d’appello per ridefinire la pena, ieri il caso è stato nuovamente discussione dai giudici della Suprema corte, in una corsa contro il tempo perché tra meno di un mese tutto sarebbe caduto in prescrizione, rischiando uno scandalo come quello di Alessandria e ancora Torino avvenuto a fine febbraio. Ieri la condanna ormai inutile però, per due motivi: la ragazzina comunque si è suicidata e il dramma di una vita spezzata non gliela ridarà nessuno; secondo punto, il peruviano è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere, ma è già fuggito tornandosene in patria. Le possibilità che rientri per venire arrestato sono pari allo zero.

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