La scoperta della cellula terroristica di Venezia, i cui componenti erano tutti originari del Kosovo, ha scoperchiato la cosiddetta “pista balcanica”. Paesi come il citato Kosovo, ma anche la Bosnia, la Macedonia e l’Albania, dove vive la più numerosa comunità islamica d’Europa, sarebbero la testa di ponte dell’Isis in Europa. Da queste regioni negli scorsi anni sono partite migliaia di persone entrate nei ranghi dell’Isis per combattere in Siria e Iraq, molti di loro oggi sono tornati e qui troverebbero naturale accoglienza e possibilità di formare quello che qualcuno ha definito “il battaglione islamico”. Quanto c’è da temere questa realtà? Secondo la giornalista bosniaca Azra Nuhefendic, intervistata da ilsussidiario.net, nei Balcani non c’è una situazione peggiore di quella che esiste nei paesi dell’Europa occidentale. Le accuse, dice, sono solo “razzismo e stereotipi anti islamici”.
All’indomani della scoperta della cellula kosovara a Venezia si parla di una fortissima presenza di jihadisti nei Balcani. Stanno radicalizzando i musulmani residenti o è un lascito della guerra degli anni 90?
La cosiddetta pista balcanica è un termine che piace tanto ai giornalisti italiani, ma in realtà non esiste alcuna pista. Delle tante piste che l’Isis usa per raggiungere l’Europa, non è più pericolosa di altre.
Ci sono episodi documentati di moschee in Kosovo, Albania e Macedonia dove si fa reclutamento di persone così come ci sarebbero dei villaggi dove è stata imposta la sharia.
Sono dichiarazioni al pari di altre: come fa a dimostrare quello che sta dicendo? L’Isis cerca di arrivare in Europa in ogni modo e in qualunque parte, il reclutamento lo fanno in Francia così come è possibile che lo facciano anche nei Balcani.
Sta dicendo che si tratta di notizie senza fondamento? Eppure la cellula sgominata a Venezia era composta da kosovari.
Sto dicendo che siccome nei Balcani vive una popolazione autoctona musulmana europea, allora automaticamente queste persone sono pericolose. Non è così, non sono d’accordo, questa è ignoranza, sono stereotipi e pregiudizi.
Ci sono documentazioni che dicono che musulmani dei Balcani si sono recati a migliaia a combattere per l’Isis in Siria, e adesso i sopravvissuti tornano a casa. Anche questi sono pregiudizi?
E quanti islamici sono partiti da Inghilterra, Belgio, Olanda e Germania per andare in Siria? Nei Balcani non si dà ospitalità ai terroristi più di quanto accade negli altri paesi europei.
Lei ha dei dati, della documentazione per dire quello che dice?
So che ad esempio il ministro della sicurezza bosniaco ha recentemente detto che pur essendoci pericolo, la situazione è assolutamente sotto controllo. Dovete mettervi in testa che quelli balcanici non sono paesi peggiori degli altri perché ci vivono i musulmani, sono invece paesi peggiori dal punto di vista economico perché c’è molta povertà.
In Albania lo scorso novembre è stato sventato un attentato allo stadio durante la partita fra le nazionali di Albania e Israele e ci sarebbero almeno 200 moschee illegali.
Per quanto ne so io, l’Albania è oggi uno die paesi più moderni dell’area, che attira moltissime aziende e imprenditori italiani. Se fosse un territorio jihadista ci andrebbero?