Michele Ruggiero, il pm di Trani che ha condotto l’inchiesta sulle agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch, ha commentato il processo conclusosi ieri. Non è però entrato nel merito della sentenza che ha assolto due delle maggiori società di rating mondiali dall’accusa di manipolazione del mercato, nel pieno rispetto per la magistratura. Quello di Michele Ruggiero è stato, dunque, uno sfogo, a tratti anche duro. Fa un po’ specie che il bilancio di quasi cinque anni di indagine sia avvenuto su Facebook, anche se nell’era dei social network c’è poco di cui sorprendersi. «Sono stato lasciato solo. Evidentemente ci sono verità che è bene restino sullo sfondo», ha scritto il pm di Trani dopo le parole di circostanza di ieri. L’attacco è diretto allo Stato, parte lesa dai reati contestati e quindi legittimato a costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento: si chiede, dunque, perché non sia sceso in campo al suo fianco. Chi non lo ha fatto sentire solo è il Popolo Sovrano: «Nonostante quell’inspiegabile assenza processuale dello Stato, lì fuori c’era tutto un popolo silenzioso che sentivo straordinariamente vicino». Lo sfogo si è trasformato però in un battibecco a distanza con Donatella Ferranti, presidentessa della Commissione giustizia della Camera e parlamentare Pd: «Un magistrato non rappresenta il popolo sovrano», ha dichiarato la parlamentare Pd, che ritene inconcepibile la ricostruzione machiavellica del pm, il quale avrebbe dovuto invece «valutare l’impugnazione in appello», anziché «fare dietrologie su Facebook».



L’inchiesta sulle agenzie di rating condotta dal pm di Trani Michele Ruggiero prese il via dalle denunce di Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, rispettivamente presidenti di Adusbef e Federconsumatori. La Procura di Trani puntò il mirino contro il doppio declassamento del debito sovrano dell’Italia, operato da Standard & Poor’s il 13 gennaio 2012: secondo il pm Ruggiero avrebbe architettato una serie di artifici per provocare la destabilizzazione dell’immagine dell’Italia sui mercati finanziari, l’alterazione del valore dei titoli di Stato italiani e l’indebolimento dell’euro. Tutti gli imputati sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato, uno perché non sussiste. Era stata stralciata e archiviata, invece, la posizione di Moody’s per un report del 2010 sul rischio di contagio delle banche greche a quelle di altri Paesi, tra cui l’Italia. Entro 90 giorni verranno rese disponibili le motivazioni della sentenza, poi la Procura di Trani valuterà se presentare o meno l’appello. Risparmiatori e associazioni costituitisi parte civile potrebbero chiedere il riconoscimento del danno. Intanto il pm Ruggiero è pronto a colpire anche Deutsche Bank per lo stesso motivo: l’accusa – come riportato da Agi – è che si sia liberata di 7 miliardi di euro di titoli di Stato italiani nel primo semestre del 2011, ma anche in questo caso il procedimento potrebbe non chiudersi con una condanna. Di sicuro la Procura di Trani si sta distinguendo per inchieste di grande impatto mediatico: ad esempio, ha aperto un fascicolo sui legami tra autismo e vaccini e uno sulle pressioni di Silvio Berlusconi per far saltare Annozero, il programma di Michele Santoro.



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